23/11/11

Doveri di cittadinanza come garanzia di unità d'Italia


“Non ho timore a dirlo, anzi lo dico con fermezza proprio nell’anno in cui si celebrano i 150 anni dell’Unità d’Italia: i doveri di cittadinanza sono la garanzia di questa unità nazionale. E' una buona notizia che il presidente Napolitano abbia riportato al centro del dibattito politico, ora che vi è un clima più sereno, questo grande tema spesso dimenticato o utilizzato solo in campagna elettorale”
Mauro Maurino, consigliere del  Consorzio Connecting People, da 15 anni attivo in Italia per l’accoglienza degli Immigrati, interviene sul tema della cittadinanza mentre sta organizzando un grande convegno che si svolgerà settimana prossima a Torino:
Raggiunto al telefono da Frews continua il suo ragionamento.
“Dare la cittadinanza ai bambini che nascono sul territorio italiano e che presumibilmente su questo vivranno – continua Maurino - significa garantire l'unità dello stato italiano: se è vero che le migrazioni per loro natura e dimensione mettono in crisi l'idea dello stato nazionale, questo è tanto più accentuato dalla presenza di uomini e donne nati e cresciuti in Italia ma che non hanno né pari doveri, né pari diritti. Riconoscere loro la cittadinanza è renderli parte del nostro stato e non semplici abitanti di un territorio.”
Connecting People è stato in questi ultimi mesi uno dei principali attori nell’accoglienza di migranti fuggiti dall’emergenza nordafricana. Una serie di proposte, in linea con quella del Presidente Napolitano, scaturite direttamente anche dall'esperienza di questi mesi saranno presentate la settimana prossima in un convegno a Torino (programma in allegato).
“In questi mesi di accoglienza di migranti fuggiti per l'emergenza nordafricana – conclude Maurino - abbiamo visto nascere molti bambini nelle nostre strutture di accoglienza: l'ultimo è nato proprio questa notte. Abbiamo ridato la possibilità a scuole e asili di piccoli centri di continuare la propria attività a rischio di chiusura. Abbiamo al contempo dato a molti bambini italiani la possibilità di stringere legami e di scoprire che il mondo è ricco di storie differenti. A scuola tutta questa varietà trova un momento di composizione: leggere, scrivere, contare, ragionare, collocarsi nel pianeta, avere fiducia in se stessi. Come può spiegarsi un bimbo italiano che il nostro stato non riconosce come italiani alcuni dei suoi compagni di crescita che parlano, leggono, scrivono, studiano e giocano esattamente come lui?”

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