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01/03/12
La necessità di un divorzio più breve possibile nell' interesse della donna e dei figli.
Pubblicato da
Sarah MYLIZ
Nel 1996 l' OMS ha definito la violenza domestica come: " ogni forma di violenza fisica, psicologica o sessuale che riguarda tanto i soggetti che hanno avuto o si propongono di avere una relazione intima di coppia, quanto soggetti che all' interno di un nucleo familiare più o meno allargato hanno relazioni di carattere parentale o affettivo".
In Italia 6,7 milioni di donne tra i 16 e i 70 anni ( che corrisponde al 31,9% delle donne in questa fascia d'età) hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita.
Il 69,7% degli stupri è opera di un partner ex o attuale.
Ma il 93% delle violenze causate dal partner non viene denunciato e cosa ancora più grave, solo il 18,2% delle donne considera la violenza subita in famiglia un reato.
Sono dati dell' indagine ISTAT del 2007.
Questi numeri sono aumentati vertiginosamente.
Rifletto,dunque, sul pensiero comune di chi afferma che il matrimonio non ha più valore, che ci lasci al primo ostacolo così come fosse niente o come se la" promessa"non fosse stata mantenuta.
Rifletto su chi insiste a considerare la separazione o il divorzio un grave danno per i figli che si trovano, loro malgrado, a sopportarla.
Si deve però anche tenere conto di quante volte la separazione e il divorzio siano per alcuni di loro l' unica ancora di salvezza.
I dati parlano chiaro!
Impossibile non tenerne conto e continuare a negare le tante violenze consumate all' interno della sfera familiare dalle donne che sono coloro che hanno dato il respiro, il cuore e la vita per le loro creature.
Ancora una volta ci si scontra con coloro che credono nei cambiamenti, negli aiuti esterni di specialisti che dovrebbero curare la mente malata di un uomo che non ha alcuna considerazione e rispetto per la donna che ha sposato.
E quindi, è necessario che i coniugi debbano restare uniti?
Se nella coppia si deve mettere al primo posto l' amore, come ci si deve comportare quando a questo viene sostituita la brutalità?
E' logico giustificare quel 93% di donne che si rifiutano di denunciare per paura, per il senso di colpa che provano nei confronti dei figli e per non essere mandate fuori di casa senza soldi e senza possibilità di ripresa?
No, non si può giustificare!
Giustifico invece il diritto di ogni donna maltrattata fisicamente e psicologicamente di poter chiedere e ottenere prima la separazione e poi un divorzio nel minor tempo possibile.
Lo chiamano " breve". Ma saranno brevi 2 anni per queste donne? Siamo sicuri che nell' arco di questo tempo qualcuna di loro non finirà sulle pagine di cronaca nera? Siamo sicuri che qualcuna non continuerà ad essere picchiata, violentata nell' intimo e umiliata?
Per esperienza personale posso affermare che il male non si ferma ma aumenta senza fine.
I bambini , che naturalmente, sono insicuri e fragili assistono alle liti dei genitori e questo scatena in loro diverse paure. E le paure producono angoscia.
I genitori sono responsabili della maturazione interiore del bambino.
Se perdurano i dissidi fra i due , se si mettono in luce difronte ai figli i torti dell' altro, non ci saranno né stima né affetto da parte di questi che hanno diritto all' attenzione e all' amore.
Secondo il mio parere il divorzio per questi casi non è solo necessario ma dovrebbe arrivare con la prima denuncia.
Gli uomini che lasciano segni visibili lasciano per sempre anche segni invisibili più grandi e imperdonabili.
Non c'è speranza di metamorfosi. Restano gli stessi.
La legge purtroppo non aiuta...e a volte peggiora solo le cose.
Anche chi denuncia non può nulla. Le pene, quelle vere, valgono solo in caso di omicidio.
Perchè si fa un gran parlare ma alla fine è questa la verità e la vita. Tutto si risolve con un breve colloquio di 15 minuti davanti alle autorità competenti.
E poi si torna a casa e si finisce per aspettare la separazione e il divorzio in una camera sempre chiusa a chiave perchè la cattiveria è ai massimi livelli e il terrore paralizza.
Perciò ringrazio coloro che hanno, finalmente, ripreso la discussione su questo tema.
Perchè, francamente, credo che per le donne questa sia una piccola, anche se mai riparatrice, vittoria.
Nessuno potrà ridarci indietro la vita, ma fare in modo che la dignità ritrovata ci porti ancora a sperare non è un privilegio ma un diritto e un miracolo.
Sarah MYLIZ
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Articolo coraggioso Sarah, proposta interessante e "controcorrente" per le motivazioni. Grazie per aiutarci a riflettere sul tema da un altro punto di vista.
RispondiEliminaSarah scrivi sempre cose molto intelligenti ed apprezzabili.Io,a tal proposito,mi ricordo le parole del mio professore del ginnasio al riguardo.Un matrimonio merita perfino l'annullamento quando è a rischio l'incolumità fisica della donna o dei figli.Ma quando ci sono di mezzo tradimenti,violenza psicologica e quant'altro,sarebbe meglio rivolgersi ad organi di sostegno,ovvio che il carnefice non lo farebbe mai,tranne rarissime eccezioni,ma dovrebbe la vittima,per sentire pareri esterni,vedere se si può recuperare qualcosa.Io non ho esperienza diretta e non ho la pretesa con questo di dare una regola.
RispondiEliminaFra continua....
Non si fa forse un po' di confusione tra divorzio e separazione?
RispondiEliminaInfatti se una donna viene picchiata dal proprio marito può anche andarsene di casa dopo 2 minuti (ovviamente, sempre che dal punto di vista psicologico riesca a farlo), può denunciarlo e ottenere dal giudice che il marito non si avvicini né a lei né ai figli! Che problema c'è se poi deve aspettare 2-3 anni per ottenere il divorzio? Quella è una formalità! Che serve solo se una vuole risposarsi! Conosco adirittura diverse persone che si sono separate da anni (ognuno con la propria vita totalmente indipendente, non c'erano violenze in quei casi) e non hanno ancora nemmeno iniziato a fare richiesta per il divorzio, infatti non essendoci un altro partner la cosa, attualmente, non gli interessa!
Personalmente credo che sia per sposarsi e ancora di più per divorziare occorra tempo, occorra riflettere e valutare bene la cosa! Spesso nei divorzi ci sono parecchi "punti delicati" che il giudice si trova a dover affrotnare, per me i tempi non sono così lunghi e personalmente non sarai propenso ad accorciarli!
Non sono cresciuta in una famiglia del Mulino Bianco,ma in una che reputo bellissima,perché non ci sono stati tenuti nascosti neppure i momenti di litigio.Ho dei genitori troppo diversi,per i quali non sempre è stato ed è facile stare insieme,ma oggi,mia sorella ed io,quasi ci divertiamo in questa guerra fredda e siamo felici che i nostri stiano insieme.Viceversa,sento persone che hanno vissuto situazioni davvero pesanti e che,avendo dovuto confrontarsi col divorzio dei genitori,dicono che è un grande dolore attraversarlo,che rimane per tutta la vita quel dolore.E'sacrosanto che la donna si tuteli,ci mancherebbe!Ma ci sono casi e casi e in alcuni,il divorzio è un modo per ricominciare sempre,per non assumersi le proprie responsabilità.Ho conosciuto una donna che viveva violenze domestiche a cui la Sacra Rota annullò il matrimonio e lo trovo giusto ma spesso i matrimoni saltano perché uno dei due sente troppo il profumo del pelo,chiamandolo"peso della routine".Per me è da questo che si misura l'amore.Il mio prof.di religione diceva:-L'amore è sacrificio.Ed io condivido.Dopotutto,viene detto durante il rito nuziale"nella gioia e nel dolore nella salute e nella malattia nella buona e nella cattiva sorte...".Solo che tutti pensano alla festa,al pranzo,ai vestiti,agli addobbi floreali,al viaggio di nozze e non a quelle parole.Che sono il vero amore,il vero matrimonio.
RispondiEliminaFra
Conosco un'altra Donna che si è tenuto il marito che la picchiava,che ha avuto un figlio da un'altra.Ha fatto come ha scritto Manuel:si è separata,lo ha denunciato,lo ha fatto finire in carcere.Quando lui ha voluto riprovare,lei ha detto di si.Un paese intero e tutto il parentado ridevano,quando passava per strada.Alle spalle la chiamavano"Cornuta","La più cornuta del paese".Lei,molto bella,aveva diversi spasimanti ma restò col marito sempre.Quando è venuta a vedere mia figlia,a mia madre spiegò questo:-Io non l'ho lasciato perché quello è un uomo di mer..e i figli,senza di me,non volevo che li vedesse.Dentro casa,io potevo controllarlo.
RispondiEliminaFra
Fra, concordo al 100% con il tuo ultimo intervento: il matrimonio è sacrificio, amare significa sacrificarsi per l'altro! Ovvio che se c'è violenza fisica tutto il discorso cade!! Ma ribadisco in questo caso esiste la separazione che può essere molto veloce e non capisco che problema ci sia ad aspettare poi qualche anno per il divorzio!?!
RispondiEliminaUn solo commento...Non mi sembra che nel mio articolo ci sia qualche riferimento alla separazione o al divorzio in senso generale!
RispondiEliminaHo scritto per dare voce a tutte quelle donne che subiscono violenza fisica o psicologica.
(Anche oggi la cronaca riporta il caso di una donna uccisa dal marito).
Non mi sono permessa di giudicare il Sacramento del matrimonio. Perchè in quanto Sacramento nessuno ha il potere di scioglierlo.
Ma non è vero che una donna , in attesa della separazione, può uscire da casa!
Se poi ci sono figli è impossibile.Puoi fare la denuncia ma poi i carabinieri non possono salire in casa per prendere i figli.
Solo dopo aver contattato gli avvocati e solo dopo aver lottato puoi andare.
I modi e i tempi vengono cmq stabiliti dal giudice.
E mentre tutto questo succede si deve vivere nel terrore.
Il matrimonio è sacrificio certo ma fino a che punto?
E ' forse possibile sentirsi dire da un bimbo di 1 anno in lacrime che assiste all' ennesimo pestaggio : " non è colpa mia mamma"?
No!
E ' troppo semplice anche parlare di Sacra Rota.
Perchè non è gratuita ed è troppo lenta.
Ma poi , perchè deve dare così fastidio il fatto che una donna che ha ricevuto solo umiliazioni voglia risposarsi e avere una VERA famiglia, un VERO matrimonio e un uomo che si possa considerare tale e non un animale?
Ribadisco con forza che MAI ho messo in dubbio il valore del Sacramento.
Ma non posso pensarla come voi.
E con me c'è pure quella schiera di donne che ha deciso di non tacere e di reagire.
Non è facile sperare in una nuova vita...ma certo è ancora più difficile quando gli altri ti giudicano per questo!
..." nella buona e nella cattiva sorte..." non significa continua a farti picchiare!
Si è davvero un articolo coraggioso e ne sono fiera!
RispondiEliminaIo ho specificato che nel caso di violenza fisica ammetto il divorzio,è proprio la mia premessa.Però oggi si manda tutto a rotoli troppo facilmente per i motivi più futili,definendoli"incompatibilità caratteriale".
RispondiEliminaE pagano le spese in primis le creature.
Si e sono d' accordo con te...ma nel mio articolo non parlavo di questo.
RispondiEliminaGiorgio a tale proposito ne aveva scritto uno molto bello.
Il mio era di altra natura.
Infatti ho molto apprezzato ma rileggi il tuo titolo e capirai il senso dei commenti.Ho letto anche l'articolo di Giorgio,ma eravamo troppo della stessa idea,con lui,mi sono esentata dal postare commenti per questo.
RispondiEliminaSarah, guarda che non ho criticato ciò che hai scritto, ma ho solo fatto notare che forse c'è stata un po' di confusione tra il termine "separazione" e "divorzio"...posso credere in ciò che hai scritto nel tuo ultimo commento, non avendo (fortunatamente) mai avuto esperienze dirette non posso fare altro che fidarmi di ciò che mi si racconta, ma ribadisco che allora forse il titolo più corretto sarebbe dovuto essere: "la necessità di una separazione più veloce possibile" e non di un divorzio...ribadisco che tra separazione e divorzio c'è una certa differenza, e non solo "sacramentale", ma anche giuridico/legale con tutte le conseguenze del caso!
RispondiEliminaE invece io scrivo DIVORZIO...nella speranza di una vita
RispondiEliminaQuello che ho scritto ( compreso il titolo) l' ho scritto dopo lunga riflessione e avvedutezza
RispondiEliminaVa bene, ribadisco invece mio punto di vista che per me i tempi per il DIVORZIO non vanno affatto accorciati, anzi piuttosto io li allungherei!!! Si deve anche dimostrare l'effettiva violenza, purtroppo è anche capitato che donne disoneste dichiarassero anche cose false solo per estorcere soldi o togliere affido al genitore, occore tempo affinchè i carabinieri svolgano le indagini, affinchè il giudice riesca a valutare la situazioni (magari tempo anche per perizie psichiatriche) e affinchè i due ex-coniugi riescano a trovare un'intesa (per quanto possibile) su alcuni punti! Ricordiamoci che molto spesso ci sono dei bimbi di mezzo e quindi prendere delle decisioni di quanto il bimbo debba stare con un genitore o l'altro non sono uno scherzo, soprattutto in caso di violenze, come può essere deleterio per un bimbo stare con un genitore violento, può essere analogamente negativo dover rinunciare ad un padre o ad una madre per accuse infondate o inadeguate!! La gatta frettolosa fa i gattini storpi!! Se anche i genitori debbono "soffrire" perchè non possono subito "risposarsi" ma devono aspettare qualche anno, chissefrega!!! Io metto sempre davanti per prima cosa il bene dei bimbi! Cosa che RARISSIMAMENTE vedo fare invece dai genitori che si separano! Tutte le esperienze che ho visto, ho colto del grande egoismo da parte dei genitori, dove i loro problemi venivano sempre troppo spesso messi davanti a quelli dei bimbi!! Quante volte ho visto USARE I BIMBI come arma per ricattare l'altro PARTENER durante il DIVORZIO! CHE SCHIFO, CHE VERGOGNA!!!
RispondiEliminaScusate lo sfogo, ma per me prima vengono i bimbi, poi i genitori che si separano, le loro motivazioni e le loro violenze (fisiche o verbali che siano)...se entrambi i genitori avessero fin dall'inizio messo davanti i bimbi a sè stessi, non sarebbero MAI arrivati a violenze e al divorzio! E questo discorso prescinde da eventuale Sacramento, vale anche per due che convivono e non si sono nemmeno sposati in comune!
Con te su tutto Manuel.Conosco persone picchiate dai mariti che gli hanno tolto i figli,poi è venuto fuori che queste vittime da tempo andavano a letto con altri.CONDANNO IN OGNI CASO le percosse,ripudio ogni forma di violenza fisica ai danni di chiunque,ma se quei padri hanno sbagliato e tanto sono stati puniti,che madri sono quelle che invece di dedicarsi alla famiglia,vanno a divertirsi sessualmente con chi gli pare??????In Italia la legge è lenta e talvolta danneggia le donne ma altre è a senso unico e dei padri citati sopra posso dire che si fanno in quattro per i figli mentre le madri pensano all'amico e basta.Come ci sono uomini che,come ci insegna la cronaca,arrivano ad uccidere per non dover passare mantenimenti e stare con la nuova fiamma,illudendosi di farla franca.Gli avvocati intanto,fanno sciacallaggio,pompano il tutto da una parte e dall'altra,mentre dovrebbero nascere strutture di assistenza PRO-FAMIGLIA.Le coppie scoppiano dopo la nascita dei figli,scoppiano per non venirsi incontro sulle stronzate.....Io non sono sposata perciò nell'eventualità non dovrei nemmeno passare tale prassi,ma in ogni caso,credo che bisognerebbe fare l'impossibile per salvare una famiglia.E lo Stato dovrebbe aiutare in questo,perché spesso,nella rabbia,nello stress,nell'ira,nel rancore,i due(ex)partner non sono lucidi nello scegliere.
RispondiEliminaFra, concordo con te, tranne che sul discorso Stato! Non credo proprio in un aiuto da parte dello Stato! Credo nelle persone, non nelle istituzioni! Dovremmo intanto cominciare ad aiutarci noi, l'un l'altro! Non aspettare che qualcuno (Stato o qualche altra istituzione) venga ad aiutarci! Cominciamo ad aiutare le nostre figlie a scegliere e soprattutto a discernere!! Perchè i genitori non li si può scegliere e se ti capita un padre violento non hai proprio alcuna colpa! Ma il marito sì! E se sposi un uomo violento...significa che anche tu un errore lo hai commesso, nel scegliere e/o nel valutare quell'uomo che non era certamente quello che appariva! Ovviamente con questa dura affermazione non voglio certo giustificare gli uomini violenti...ma se scegli di entrare nella tana del lupo, il lupo è animale cattivo e va ucciso (in base alla storiella non nella realtà, visto che i lupi non sono "animali cattivi")...ma anche tu un errore lo hai commesso cara capuccetto rosso!
RispondiEliminaManuel non commento perchè mi hai lasciata senza parole! Mi sento offesa! Questo si!
RispondiEliminaChe brutta cosa che hai scritto!
RispondiEliminaFrancesca , conosco tante donne che non hanno più il coraggio e la forza per andare a letto con un altro uomo! Altro che storie...ma ve le lascio raccontare...beati voi che non aprite gli occhi. E con questo chiudo. Onestamente me l' aspettavo...tranne l' offesa...quella no! Raccontala ai figli che hanno un padre assassino e una madre in paradiso la storia di Capuccetto Rosso. Non a me!
RispondiEliminaManuel, io non mi sentirei di dire di conoscere una persona neppure dopo 30 anni. Possiamo poi aggiungere che le persone stesse a volte cambiano. Quindi può capitare benissimo che anche la persona più accorta e perspicace del mondo si trovi sposata con un violento. A quel punto io non solo legittimo ma anche appoggio l'idea di un divorzio rapido. E, da cattolico, mi piacerebbe che anche la Sacra Rota concedesse un annullamento velocissimamente nel caso vi fossero violenze comprovate. Non credo che sia rispettoso degli insegnamenti del Vangelo chiedere ad una donna di rischiare la propria integrità fisica o addirittura la vita per rispettare una promessa che non è stata lei ad infrangere ma la controparte.
RispondiEliminaCon questo non dico, tuttavia, che il divorzio o il matrimonio debbano essere una burletta. Ci sono molti casi in cui due persone semplicemente "si stufano" e mandano a monte il rapporto. In quel caso è bene che ci pensino bene, soprattutto se ci sono figli.
Marcello
Sarah la Donna che si è tenuta il marito che ha fatto il figlio con un'altra e la picchiava è mia zia.Ha aspettato che i figli diventassero adulti per lasciare il marito e non si è mai rifatta una vita,ne è uscita con un uomo.Tuttora soffre tanto.Io non penso che zia abbia sbagliato a scegliere.Penso che lui sia stato prima un eccellente attore poi un eccellente burattinaio che l'ha manovrata infine un demone distruttore.C'è caso e caso.E singolarmente bisogna valutare.
RispondiEliminaSpero che un giorno possa essere felice, le sono vicina ...come a tante altre.
RispondiEliminaMa per tutte le altre io spero in una grande nuova vita!
Tornare ad avere una possibilità, ricominciare, ritrovare se stessi... quando si tocca il fondo risalire è come rinascere! E per farlo occorre voltare pagina, respirare aria nuova e guardare avanti con speranza e ottimismo.
RispondiEliminaLe decisioni importanti a volte sono faticose ma indispensabili.Il giorno arriva solo dopo la notte.
Condivido quello che hai scritto Sarah, buona fortuna a te e a tutte le Sally che camminano per la strada senza più guardare per terra ....
Cristina
Ho letto la discussione che, come al solito, ha il limite di non prevedere uno scambio de visu e la possibilità di raccontare con pacatezza o argomentare in modo equilibrato.
RispondiEliminaIl punto da cui è partita Sarah mi sembra difficilmente discutibile: là dove ci sono violenze familiari, trovare il modo di facilitarne una presa di coscienza più serena e i passi per porvi rimedio. E' nell'interesse di donna e figli? Della prima credo proprio di sì, ma pure nei confronti dei secondi.
La questione separazione-divorzio si sa che deve essere diversamente posta in ambito civile o ecclesiale, dato che nei due ambiti il matrimonio significa due cose radicalmente diverse.
Quello che tu dici, Sarah, è assolutamente grave e io credo che, effettivamente, chi ha subìto violenze debba potersi trovare nella condizione di decidere che fare. Tu fai riferimento a una prassi che ben conosci, che dici essere alquanto contorta e poco tutelante. Io questo non lo so: credo che si debba tenere in considerazione anche la necessità di voler arginare fenomeni di segno opposto, ma ciò non toglie che a situazioni diverse non si possano prevedere risposte diverse.
Piuttosto vorrei dire tre cose. La prima: non esiste, per quel che so, un solo modo di rifarsi una vita. Non si possono mettere regole, ma inviterei la donna a valutare se, specie in presenza di figli, non ci possano essere modi diversi di affrontare la vita che non solo il risposarsi.
La seconda: Giovanni Paolo II, nel 2000, davanti a 2.000.000 di giovani disse che anche il matrimonio più riuscito è ancora una pallida realizzazione del vero amore cui aspira l'uomo. Anche su questo si dovrebbe tornare a riflettere, senza con ciò mettere in nessuna cattiva luce l'istituto del matrimonio.
La terza: le considerazioni di Sarah non sarebbero necessarie, almeno in questa forma, se ci fosse una autentica cultura del valore della vita e dell'istituto del matrimonio tradizionale, uomo e donna. Per cui ancora una volta, a motivo di una giusta esasperazione, si rischia di seguire ancor più il crinale della disfatta totale, anzichè cercare con fatica di risalire la china, per quanto più faticoso.
don Alberto
Sarah, mi dispiace che tu l'abbia presa sul personale! La mia non era assolutamente una critica o una considerazione su di te! Anche perchè io non conosco minimamente né te né la tua storia (che intuisco ci possa essere stata) e pertanto non posso assolutamente permettermi di esprimere il benchè minimo giudizio! Come dice giustamente Francesca ogni caso è un caso a sè! Il mio era un discorso generico (che lascia quindi un po' il tempo che trova), proprio per far capire che ogni caso va valutato singolarmente e per valutarlo bene, che sia un giudice, la Sacra Rota, o chi volete voi, occorre tempo per capire bene come stanno le cose e cercare di trovare la soluzione migliore (o la meno peggio)! Ecco perchè non sono assolutamente d'accordo su un divorzio veloce! Perchè divorzio non significa semplicemnte "separazione tra i due cognugi" ma significa, se ci sono figli di mezzo, decidere anche il modo in cui questi verranno affidati! Non è una decisione questa che può essere presa in 5 minuti! Si richia di far soffrire e di creare problemi futuri molto molto seri, che possono essere persino più seri e più gravi di una violenza fisica: per me la violenza psicologica può essere persino peggiore!
RispondiEliminaPer il discorso di "cappuccetto rosso"...era ovviamente una provocazione...e ribadisco non assolutamente rivolta a te...ma io credo bisogna avere il coraggio di dire certe cose, perchè ho visto tante tante donne, che si mettono assieme ad uomini palesemente violenti, tutti lo capiscono, tranne loro!!! ...non sono psicologo e non voglio cercare di capire il perchè, se è perchè sono accecate dall'innamoramento e hanno la speranza che lui cambi (quando si sa che non cambia mai!) o se è una sorta di "auto-lesionismo"...ma questi fatti esistono, non facciamo finta che non esistano!! Anche donne che hanno subito una violenza, spesso e volentieri tendono a giustificarlo a trovargli mille giustificazioni e volersi convincere che è stato solo un caso e che cambierà! Dai non facciamo finta, Sarah, che queste cose non esistano!
Ci ho riflettuto da stamattina e credo do non essermi spiegata bene,dato il tema caldo e il mio vizio di scrivere di getto.Io,da donna che non ha mai vissuto situazioni di violenza dal partner,mi sono sempre rivolta delle domande su quelle a cui capita e il post di Sarah me ne ha fatte sorgere delle altre.Su tutti queste:quando un marito è violento,se la legge riconosce ciò,smette di frequentare i figli da solo o continua?Perché se capitasse a me,lasciandolo mi sentirei(relativamente)salva io ma mi angoscerebbe ancora di più doverlo fare stare coi bambini senza di me.Quindi,la mia principale preoccupazione,sarebbe trovare il modo,ad ogni costo,di farlo curare.Sono consapevole che è difficilissimo questo.Poi,divorziare tiene più al sicuro la donna dall'ex violento rispetto al separarsi?Non credo.Allora una che,come me convive e non ha bisogno di divorziare è più a rischio?Mi pare un controsenso.Un ex pericoloso lo resta da separato,da divorziato,da ex convivente,da ex fidanzato.Non è l'atto del divorziare a cambiarlo e quindi a rendere la donna più protetta ma sempre eventuali cure.Di getto,divorziando,si può avere la sensazione di cancellare meglio una pagina dolorosa della propria vita,ma non è una soluzione definitiva.Nei casi in cui non c'è violenza,secondo me si divorzia per orgoglio,per irresponsabilità,per facilità.Purtroppo,non esistono scuole che ci insegnano a fare i compagni o i coniugi o i genitori.E'un cammino su un sentiero che può essere bellissimo ma pieno di zone d'ombra.Il cui passaggio più tortuoso ma più grandioso è quello di rinunciare ad un pronome così pieno come"io",in favore di uno più grande e tecnicamente più corposo da assimilare come"noi".L'amore è bello ma non facile!E vale di più proprio per questo!
RispondiEliminaPenso che le ultime considerazioni siano assolutamente lodevoli e iene di buono spirito. Però, forse, il caso espresso dai Sarah faceva riferimento a qualcosa andato già al di là di ogni ragionevole possibilità e tentativo.
RispondiEliminaNella realtà,purtroppo, quelle situazioni succedono. Casi limite in cui non c'è più la possibilità di un ragionevole cambiamento o dove non si vede più nessuna, nessuna positività. Non è a caso che qui, a volte, qualcuno o qualcuna sceglie la via dell'immolazione: la quale però non può essere imposta come regola a tutte le donne in difficoltà. Sarah invocava anche l'esistenza di norme che offrissero maggiori tutele: su questo si può discutere se la velocizzazione di pratiche divorziste sia meglio o peggio. Purtroppo, ancora una volta, viviamo in contesti in cui le istituzioni sono sempre molto distanti dalle persone e dove spesso, una volta fatta la legge o il proclama, si ritiene di aver fatto già tutto. Non è così.
Io non sono favorevole a percorsi sociali standardizzati che, per andare incontro a casi estremi, generino un male ancor più grande, come ciò che paventava giustamente Manuel. Però sarei per l'esistenza di una rete di istituzioni-persona che siano più vicine ai casi drammatici,con la facoltà di fare molto.
Sarah, ma ci sei ancora?!
Carissimo Don Alberto, spero di poter avere la possibilità di conoscerla di persona.
RispondiEliminaIo mi auguro che qualcuno abbia compreso la provocazione e la verità del mio articolo.
Auguro a tutti, dal profondo del cuore, una famiglia felice!