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20/03/12
Gli under 18 vorrebbero anche un lavoretto per aiutare in casa, ma dove trovarlo?
Categorie:
lavoro
Pubblicato da
Redazione Frews
A chi di noi ragazzi non è mai capitato di sentirsi dire da suo nonno: “Ah, io alla tua età già lavoravo”. O da suo padre che a quindici anni usciva da scuola ed andava ad aiutare suo padre in officina o in falegnameria?
Quando vidi per la prima volta in un film la tipica scena del ragazzo americano che consegna i giornali in bicicletta ebbi subito l’istinto di inforcare la mia mountain bike ed andare a raggranellare due soldi. Quando però comunicai la mia volenterosa intenzione a mia madre, rimasi male al sentirmi dire: “ Piccolo mi spiace, ma qui nel nostro paese non ti viene offerta questa opportunità”.
Col tempo mi dimenticai di questa delusione ma quando finalmente all’età di quattordici anni ottenni il patentino per il cinquantino mi chiesi: come guadagnare ora i soldi per comprare una moto? La risposta arrivò rapida e precisa. Trovare un piccolo lavoro. Purtroppo anche questa volta la mia amata Italia mi deluse non potendomi offrire questa opportunità, almeno fino ai sedici anni.
Quello di cui voglio parlare è l’opportunità di lavoro per i tanti giovani volenterosi come me, i quali attenzione, non vogliono interrompere gli studi o compiere altre decisioni drastiche ma semplicemente riuscire a sostenere indipendentemente un piccola parte di quei soldi che noi giovani continuamente spendiamo, adattandoci pienamente all’epoca della crisi.
Ora, senza voler fare l’esterofilo e senza voler mitizzare, come spesso vien fatto, l’America, voglio prendere come esempio questo paese dove fin dall’età di dodici anni un ragazzino in gamba può racimolare i suoi primi dollari. Invece nel nostro bel paese questo per un ragazzo è impossibile, ed egli rimane obbligato dallo stato a dipendere economicamente dai suoi genitori. Ma questa dipendenza quanto influisce a fine mese sui conti familiari? A volte può non sembrare ma, i dieci euro per la benzina due volte a settimana, i quindici ogni sabato sera per la discoteca più i dieci del cinema senza contare gelati, merendine e fumetti o peggio ancora, l’incubo dei genitori: le ricariche per il cellulare!
Un ragazzo spende molti soldi anche solo in una settimana ma se neanche una minima parte di queste spese la paga lui grazie ad un piccolo lavoro, come facevano i nostri padri e i loro padri, dove li trovavano quei soldi? Alcuni diranno: io risparmio le mance settimanali, ma chi da quei soldi? I genitori, e quindi si ritorna al punto di partenza. In questo articolo non ho voluto far da portavoce per tutti i ragazzi d’Italia ma per una buona parte che è stufa di dover andare con voce supplicante a chiedere per l’ennesima volta ai genitori dei soldi. Con questo voglio dire che in questo articolo faccio il relata refero di quello che spesso mi sento dire da molti giovani coi quali poi, mi trovo d’accordo e insieme ai quali rivolgo questo appello all’Italia: Dateci maggiori opportunità per diventare indipendenti, aiutare la nostra famiglia e avvicinarci al mondo reale!
Jacopo L'Apo
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E' bello leggere questo senso di responsabilità dalle righe di un giovane ragazzo. Il mio più grosso in bocca al lupo...per tutto.
RispondiEliminaGrazie mille per l'appoggio :D
RispondiEliminaOttimo post Jacopo, considerazioni molto mature, per un ragazzo della tua età...purtroppo in Italia c'è una mentalità differente...il figliuolo è sempre stra-coccolato da papà e soprattuto da mamma! In USA la cultura è molto diversa si punta subito sull'indipendenza e i ragazzi tendono ad andare a vivere da soli molto presto e a sostenersi economicamente in modo autonomo.
RispondiEliminaSono d'accordo con te che questa esagerata dipendenza dai genitori sia deleteria! E di certo la società l'attuale situazione economica e socio-politica di certo non aiutano a cambiare questa situazione, anzi! Per un ragazzo costruirsi una vita indipendente diventa sempre più difficile e complicato...peccato!
Jacopo bellissimo pezzo per una brutta realtà italiana.
RispondiEliminaComplimenti a te!
Sono d'accordo manuel, poi il ragazzo che si vuol far viziare si faccia viziare e son cavoli suoi quando dovrà affrontare la "vita vera" il problema che di ragazzi come me che non vogliono farsi viziare ma vogliono aprirsi al mondo c'è ne sono tanti e siamo tutti bloccati con le mani in mano... Grazie sara
RispondiEliminaJapo, alla carica, dài, organizzati e poi pubblica la continuazione di questo pezzo, intitolata, ne sono certa: "How I did it!"
RispondiEliminaSono fierissima di te!
(la tua vecchia maestra "gnoma")
Grazie mille!!
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