Un italiano che ha vinto la Champions League c'è ed è Roberto Di Matteo, allenatore subentrato a metà stagione a Villas Boas alla guida del Chelsea che da allora, con un gioco all'italiana, ha vinto Coppa del Re e la prestigiosissima Champions.
Potremmo dire: se avesse allenato tutto l'anno dove sarebbe arrivato?
Non giudico il gioco del Chelsea, guardo ai risultati. Come sempre, non vince solo chi gioca meglio e domina il campionato o la partita secca: nel calcio vince chi fa un goal più dell'altro, anche su rigore, anche in fuorigioco, anche per un colpo di fortuna.
Abramovich, il magnate russo che da un decennio investe su questa squadra cercando questa vittoria anche con gli specialisti Mourinho ed Ancelotti, ieri sera ballava come un ragazzino nello stadio di Monaco di Baviera, stracolmo di tifosi tedeschi pronti a realizzare il proprio sogno in casa propria.
Così non è stato. Robben, un fenomeno, dicono, sbaglia un calcio di rigore a pochi minuti dalla fine e la Dea Bendata ancora premia non chi gioca meglio ma chi è più fortunato.
Tutto questo sarà presto dimenticato e negli annali rimarrà solo il Chelsea e solo Roberto Di Matteo.
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