08/05/12

Ha vinto la politica

Se c'è una considerazione imprescindibile da fare dopo questa tornata di amministrative e' che, al contrario di quanto si dice, la politica ha vinto. Ed e' anche piuttosto viva e arzilla. No, non sono i vaneggiamenti di qualcuno che, aggrappato alla poltrona, cerca di giustificare fino all'ultimo l'incapacità di una classe dirigente ad'alleviare una crisi economica tutta europea.
Al contrario di quanto possano dire un Grillo qualsiasi ("la politica e' morta, i partiti si stanno liquefacendo") o un saccente Napolitano ("basta marcio nei partiti, serve una riforma"), infatti, la situazione e' molto meno grave di quanto non sembri effettivamente.

E' vero, i maggiori partiti hanno perso consensi. Pd, Pdl, Udc, molti di più rispetto agli altri. La loro motivazione, escluso il partito dei centristi, è tutta in una frase: "paghiamo un dazio alto per aver appoggiato il Governo Monti", il Governo delle misure impopolari, il Governo delle tasse che sta strozzando famiglie e imprese. E ieri, guardando le varie conferenze stampa dei maggiori leader di partito, si poteva notare come nessuno tra questi abbia avuto il coraggio di dire che in realtà loro avevano sbagliato, che il loro modo di far politica non era adeguato ai tempi e alle situazione che corrono. Hanno tutti provato a spiegare: chi, appunto, dando la colpa a Monti, chi puntando il dito contro la Magistratura. A riprova che non è la politica ad aver perso o a esser morta, ma la cattiva politica ad aver fallito. Che è un concetto diverso, più veritiero e meno generalista. La corruzione, la poca trasparenza, la mancanza di dialogo con l'elettorato rappresentano, come tanti altri fattori, una 'non' politica fatta di sordità e cecità di fronte al grido di aiuto lanciato dal popolo. 

Troppo azzardato come ragionamento? Niente affatto se pensiamo che il numero delle liste civiche questa volta è stato sproporzionato rispetto alle precedenti tornate elettorali. Aspetto che fa emergere automaticamente da parte degli italiani una gran voglia di tornare alla democrazia attiva, di partecipare alle scelte delle Istituzioni, di rendersi utili per la società in un crescendo di solidarietà verso coloro che faticano a sbarcare il lunario. Ed è ancora più importante sottolineare come molte di queste siano riuscite a conquistare il consenso della gente senza 'vaffanculi', senza programmi demagogici, senza false promesse (tipiche della 'cattiva' politica) senza Twitter, senza Facebook, senza dire che la Mafia è peggio dello Stato. E' questa, dunque, la politica che vuole l'Italia. La buona politica. Nulla a che vedere con le brutte copie in circolazione.

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