08/05/12

Il Centrodestra diviso perde in Francia: avviso ai naviganti

Due settimane fa, al primo turno delle presidenziali, la Francia si espresse in maggioranza per i candidati di centrodestra. Sommando i voti ottenuti da Sarkozy e da Marine Le Pen, infatti, si raggiungeva il 46,5% contro il 39,7 di Hollande e di Melenchon, candidato della sinistra radicale. Se poi si considera che gli elettori di Bayrou sono tradizionalmente più vicini alle posizioni moderate che non ai socialisti, il quadro è completo.
Ma, nonostante la maggioranza degli elettori francesi sia di centrodestra, all'Eliseo salirà Hollande, diciassette anni dopo Mitterrand. Un apparente paradosso, ma l'aritmetica politica non sempre coincide con la somma delle effettive volontà del corpo elettorale. È una lezione molto semplice, quella di Parigi, che dovrebbe insegnare molto anche a Roma in vista delle prossime politiche, ossia che il centrodestra diviso, anche se maggioritario, è perdente. C'è un precedente, a questo proposito, che fa scuola: nel 1996 se Forza Italia, An, Ccd, Cdu e Lega avessero corso insieme, avrebbero raccolto il 52% dei voti e vinto le elezioni che invece videro il successo dell'Ulivo (minoritario) di Prodi. Erano i tempi in cui la Lega aveva scelto la corsa solitaria, e il suo 10% fu determinante per far pendere a sinistra il piatto della bilancia elettorale.

Oggi la situazione è, se possibile, ancora più complessa, visto che a queste amministrative la Lega ha ripudiato l'alleanza col Pdl e l'Udc, invece, si è riavvicinato in alcuni importanti comuni in cui si vota. Ma Casini non sembra intenzionato ad accettare il rilancio dell'alleanza dei moderati anche a livello nazionale, e questo rischia di rivelarsi un errore strategico in vista del 2013. L'elettorato dell'Udc, pur abituato dal 2008 a una scelta di equidistanza tra i due poli principali, guarda soprattutto al centrodestra, come attestano tutti i sondaggi secondo i quali, se Casini si alleasse con Bersani, vedrebbe dimezzati i suoi consensi. Una tendenza che del resto si è già manifestata alle ultime elezioni regionali. Molto dipenderà, anche, dalla legge elettorale con cui si voterà per le politiche.

Se prevarrà un sistema teso a mantenere l'attuale assetto bipolare, come è auspicabile, le divisioni nel centrodestra avranno lo stesso effetto delle presidenziali francesi: un effetto boomerang che penalizzerà il popolo dei moderati, che non ha alcuna intenzione di cambiare bandiera ma che si aspetta una proposta politica unitaria dalle forze che lo rappresentano. È l'unica strada plausibile, ed è quella che indicò Alfano nel suo discorso di insediamento alla segreteria del Pdl.
Di Paolo

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