25/07/11

La «giustizia templare» su Oslo


Note sull’ideologia dell’autore della duplice strage in Norvegia 
Se da un lato, le inquietanti notizie riguardanti il duplice attacco messo a segno lo scorso venerdì pomeriggio in Norvegia e costato la vita, secondo un bilancio ufficiale a 76 persone, ci lasciano sgomenti e ci distolgono dal clima vacanziero di questo fine luglio, dall’altro ci interrogano sulle reali motivazioni che hanno condotto Anders Behring Breivik, il trentaduenne accusato di essere l’unico autore della strage, a compiere un simile atto.
Massimo Introvigne, sociologo torinese, direttore del CESNUR, nonché Rappresentante dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) per la lotta contro il razzismo, la xenofobia e la discriminazione, con un’attenzione particolare alla discriminazione contro i cristiani e i membri di altre religioni ─ che ringrazio di cuore per avere condiviso in anteprima e avere messo a diposizione del sottoscritto i risultati dei suoi studi ─, a poche ore dalle stragi e dall’arresto di Breivik si è prodigato in un’attenta analisi del contesto e della figura dell’attentatore e ─ allo stato attuale ─ è riuscito ad inquadrarne l’ideologia evidenziando appunto gli aspetti cruciali che hanno costituito in qualche modo le fondamenta perché il giovane uomo passasse dalla pura teorizzazione alla tragica pratica.

Innanzitutto, mentre nell’opinione pubblica mondiale ─ scartata l’ipotesi del terrorismo di matrice ultra-fondamentalista islamica ─ si faceva largo una stigmatizzazione del fondamentalismo cristiano come ambiente ideologico che avrebbe dato origine al pensiero di Breivik, proprio in veste di Rappresentante dell’OSCE, già nella giornata di sabato 23 luglio il sociologo affermava, con dichiarazione ampiamente riprese da agenzie e media: «Il fondamentalismo, lontanissimo dalla mia cultura e dalle mie idee, è una componente del protestantesimo del Nord Europa, e non solo, che è vasta, importante e nella stragrande maggioranza delle sue espressioni, pacifica. Non deve essere stigmatizzata e criminalizzata, per quanto molti – e io con loro – dissentano dalla sua teologia e da molte sue idee». Introvigne, autore fra l’altro di diverse opere accademiche sulla massoneria di cui la più recente è Il simbolo ritrovato. Massoneria e società segrete: la verità oltre i miti (Piemme, Milano 2010), così proseguiva: «Quanto a Breivik, mi colpisce la sua fotografia che lo rappresenta con tanto di grembiulino massonico come un membro di una loggia di San Giovanni, cioè di una delle logge che amministrano i primi tre gradi nell’Ordine Norvegese dei Massoni, la massoneria regolare della Norvegia. Secondo la stampa norvegese Breivik farebbe parte della Sǿilene, una delle logge di San Giovanni di Oslo di questo Ordine, che naturalmente sarebbe altrettanto assurdo collegare all’attentato. Queste logge praticano il cosiddetto rito svedese, che richiede ai membri la fede cristiana. Ma nessun fondamentalista protestante diffonderebbe sue fotografie in tenuta massonica: il fondamentalismo, al contrario, è fortemente ostile alla massoneria». 


A poche ore dalla duplice strage, proprio venerdì 22 luglio, a una serie di amici e di giornali e poi tramite Internet il 23 luglio mediante Kevin Slaughter ─ un ministro ordinato nella Chiesa di Satana fondata in California da Anton Szandor LaVey (1930-1997), che ha oggi nel mondo il numero maggiore di adepti in Scandinavia e con cui l’attentatore risulta dunque in contatto ─ sono state diffuse le motivazioni dell’attentatore, esposte dettagliatamente in uno scritto in lingua inglese in formato elettronico: 2083. A European Declaration of Indipendence (2083. Una dichiarazione d’indipendenza europea), composto da 1516 pagine formato A4, scritto e datato “Londra 2011”, fatto appunto oggetto di un’ampia e attenta disamina da parte di Massimo Introvigne. L’autenticità del testo pare confermata dal fatto che include dettagli che solo il terrorista poteva conoscere e foto sulla vita privata e familiare di Breivik, nonché sulla preparazione dell’attentato, il cui obiettivo peraltro non è mai menzionato; inoltre si rivela coerente con altri scritti che certamente sono di Breivik. 


Si tratta per almeno un terzo di un’antologia di scritti contro l’islam e l’immigrazione di altri autori, (peraltro alcune volte rispettabilissimi, ma utilizzati in chiave anti-immigrazionista e razzista), tra cui il blogger norvegese «Fjordman», «padre spirituale» del terrorista, di cui si riporta uno scritto secondo cui dopo il Medioevo il cristianesimo ─ i cui unici aspetti positivi erano, in verità, di origine pagana ─ è diventato per l’Europa «una minaccia peggiore del marxismo». Per un altro terzo, oltre al materiale autobiografico su Breivik, vi si trovano dettagli molto minuziosi su armi, tattiche militari, esplosivi e un diario sulla preparazione dell’attentato. Tuttavia, la parte più interessante è quella ideologica, che spiega le motivazioni dell’attentato e le idee di Breivik, il quale nel 2002 avrebbe fondato con altri a Londra un ordine neo-templare, i Poveri Commilitoni di Cristo del Tempio di Salomone (PCCTS), ispirato ai gradi templari della massoneria (un’organizzazione di cui Breivik fa parte e di cui loda il «ruolo essenziale», pur considerandola incapace di passare alla necessaria azione militare) e aperto a «cristiani, cristiani agnostici e atei cristiani», cioè «a tutti coloro che riconoscono l’importanza delle radici culturali cristiane, ma anche di quelle ebraiche e illuministe, nordiche e pagane», per opporsi ai veri nemici, che sono l’islam e l’immigrazione. Da qui la sua assoluta inimicizia nei confronti del governo norvegese, percepito come favorevole a un’indiscriminata immigrazione islamica.


Dunque, «ben lungi dall’essere un fondamentalista cristiano – ancora secondo il sociologo italiano – Breivik, battezzato nella Chiesa Luterana Norvegese, si definisce un “cristiano culturale”, il cui appello all’eredità cristiana ha una funzione strumentale anti-islamica». Le Chiese, secondo l’attentatore, non sono disposte a combattere l’islam: egli propone quindi un «Grande Congresso Cristiano Europeo da cui nasca una nuova Chiesa Europea identitaria e anti-islamica. E minaccia direttamente il Papa Benedetto XVI di cui scrive che “ha abbandonato il cristianesimo e i cristiani europei e dev’essere considerato un Papa codardo, incompetente, corrotto e illegittimo”.


I «giustizieri templari» di Breivik dovrebbero operare in tre fasi di «guerra civile europea»: «Nella prima (1999-2030) ─ evidenzia Introvigne ─ dovrebbero risvegliare la coscienza addormentata degli europei mediante attacchi shock di cellule clandestine, scatenando gruppi di individui che usano il terrore: gruppi piccoli, anche di una o due persone. Nella seconda (2030-2070) si dovrebbe passare alla guerriglia armata e ai colpi di Stato. Nella terza (2070-2083) alla vera guerra contro gli immigrati musulmani». Breivik risulta consapevole del fatto che gli attacchi della prima fase trasformeranno coloro che li compiranno in terroristi odiati da tutti: ma questa è la forma di «martirio templare» che lui cerca: Obiettivi degli «attacchi shock» sono i partiti politici: i laburisti norvegesi anzitutto, ma sono segnalati anche quattro partiti italiani (PDL, PD, IDV, UDC) che boicotterebbero in modo diverso la guerra all’islam. In Italia ci sarebbero sessantamila «traditori» da colpire, anche attraverso attacchi alle raffinerie per sconvolgere l’assetto energetico italiano. Sedici raffinerie italiane, da Trecate (Novara) a Milazzo, sono indicate come obiettivi strategici. Secondo il libro 2083, anche il numero di potenziali simpatizzanti italiani sarebbe di sessantamila, tuttavia questi non si troverebbero né nella Lega Nord né ne La Destra, che Breivik ha esaminato, ritenendo le loro critiche anti-immigrazione troppo timide e dunque alla fine «controproducenti».


Ma anche su Papa Benedetto XVI ci sono frasi minacciose; Breivik infatti lo accusa di avere abbandonato il cristianesimo ed i cristiani europei e lo considera «un papa codardo, incompetente, corrotto e illegittimo». L’attentatore ribadisce di non essere un nazista («se c’è una figura che odio è Adolf Hiter»), infatti la sua ideologia politico-religiosa è filo-semita e filo-israeliana, riservando un culto vero e proprio per lo Stato d’Israele e per le sue forze militari, e sogna una grande alleanza di popoli nordici ed ebrei per combattere il nemico da cui è ossessionato: l’islam. «Resta da vedere – conclude Introvigne – se l’affermazione secondo cui l’ordine neo-templare di Breivik non si riduce a lui stesso ma comprende altre persone (che, secondo il testo, sarebbero state addestrate in Africa e altrove da criminali di guerra serbi, che il terrorista considera degli eroi) è una pura farneticazione o è vera. Se fosse vera, le minacce all’Italia e al Papa sarebbero da prendere sul serio». Ciò comporta senza dubbio un’attenzione e un’opera di vigilanza in più da parte dell’intelligence a livello nazionale e internazionale, che si affianchi al grande impegno quotidianamente profuso per la sorveglianza riguardante il fronte del terrorismo di matrice islamica, a ormai dieci anni dall’11 settembre 2001.  Accanto a questo, quanto mai appropriato si rivela l’invito di Papa Benedetto XVI nel discorso dopo l’Angelus del 24 luglio 2011 a Castel Gandolfo: «Ancora una volta purtroppo giungono notizie di morte e di violenza. Proviamo tutti un profondo dolore per i gravi atti terroristici accaduti venerdì scorso in Norvegia. Preghiamo per le vittime, per i feriti e per i loro cari. A tutti voglio ancora ripetere l’accorato appello ad abbandonare per sempre la via dell’odio e a fuggire dalle logiche del male».

Andrea Menegotto
25 luglio 2011

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