In uno dei miei viaggi pro life per l’Italia giunsi tanti anni fa a L’Aquila dove visitai, e porto ancora nel cuore quei momenti, il Monumento ai bambini non nati curato in una zona del cimitero cittadino chiamata “il giardino dei bambini”. Il monumento raffigura una bianca Madonna senza volto con le braccia larghe e che accoglie tantissime testoline di bambini, anche loro senza volta. Dietro campeggia la scritta: ai 50 milioni di bambini ogni anno vittime dell’aborto. Una associazione per la vita locale, d’accordo col Comune, in convenzione assicura sepoltura e degne esequie ai bambini abortiti, o naturalmente o volontariamente.
Ricordo ancora i brividi e la commozione di tutto il gruppo nel sostare davanti a tantissime piccole croci ai piedi della Madonna, come piccoli bambini che tendevano le braccia verso quelle mamme che non sono state capaci di accoglierli.
Leggere oggi sui giornali che in un ospedale della capitale d’Italia sono stati ritrovati “feti malformati e resti umani” in un locale seminterrato, e completamente abbandonato, mi ha fatto riprendere nella memoria quei giorni e decidere di richiedere, ancora con più forza, che anche a Roma vi sia un monumento ai bambini non nati ed un luogo dove raccogliere le loro spoglie e dar loro giusta sepoltura.
La pessima realtà purtroppo supera l’immaginazione e nello scorrere la rassegna stampa su questo caso si legge dovunque la dichiarazione scioccante del direttore del Policlinico Umberto I di Roma: “Sono solo materiale didattico”.
Mi è rimasto il brivido per tutta la giornata a pensare a questa catalogazione che mi suona tanto negazionista dell’olocausto dell’aborto che ogni giorno si consuma nella nostra Italia e, nella nostra Capitale, per almeno 11 mila volte l’anno.
Materiale didattico? Mentre aspettavo i miei due figli non ho mai pensato a mia moglie come un contenitore di materiale didattico. E’ possibile usare ancora questi termini?
Prego per questi figli uccisi tre volte: dall’aborto, dall’oblio di quasi trenta anni in quel sottoscala e dall’antilingua che, per mistificare la verità, non ha neanche il coraggio di chiamarli per nome e di guardarli in faccia.
Quest’anno il Centro di cui sono presidente festeggia i suoi dieci anni e nell’invitare tutte le mamme a scegliere per la vita voglio anche invitare chi di voi, scultore, benefattore, volontario per la vita, voglia intraprendere con me il progetto di realizzare un Monumento ai bambini non nati in un cimitero di Roma. Chiedo al Sindaco di Roma la sua collaborazione nel far si che ogni bambino non strappato all’aborto nella nostra città possa trovare un piccolo lembo di terra dove essere accolto.
Giorgio Gibertini il 13 febbraio 2009
0 commenti:
Posta un commento