Caro Silvio Berlusconi,
sono una qualsiasi dei milioni dei tuoi elettori.
Ho visto le immagini di stasera: quattro scalmanati cresciuti a odio e Santoro, che non riuscendo mai a vincere le elezioni ( e chi li vota?) si sono ridotti a festeggiare le dimissioni di una persona che invece le ha vinte tante volte. Quattro scalmanati che salutano come salvatore della patria un banchiere mai votato da nessuno (Monti), indicato da un comunista mai pentito di aver sostenuto le peggiori dittature del secolo scorso (Napolitano).
Allora ho deciso di scriverti, per ringraziarti, invece, dei vent’anni di libertà che ci hai regalato.
Ti ringrazio, perché scendendo in campo nel ’94 ci hai salvato dalla “gioiosa macchina da guerra” che avrebbe voluto fare dell’Italia un paese governato da alcune procure. Le stesse che ti hanno perseguitato per vent’anni, e se adesso quei poteri sembrano aver vinto, sappi che non potranno avere la meglio come sarebbe stato vent’anni fa, perché nel frattempo le tue incredibili vicende ci hanno aperto gli occhi. Non praevalebunt.
Ti ringrazio, perché ci hai liberato dagli inciuci della Prima Repubblica, e ci hai fatto vedere che noi cittadini possiamo scegliere il nostro premier, e anche la coalizione che ci governa. E se ci stanno riprovando, le stesse facce di allora, a ripetere la storia – figliocci della “parte oscura” della DC – adesso siamo consapevoli del fatto che quella non è l’unica politica possibile.
Ti ringrazio perché ci hai fatto vedere che quelli del cosiddetto salotto buono del paese – a partire dai direttori del Corriere, di Repubblica, insieme a tanti sussiegosi e vuoti editorialisti, incapaci di costruire alcunché nella loro vita, e insieme a vili servi dei potenti, assoldati come giornalisti “anticasta” (ma la loro è la vera casta) – ecco, quelli del cosiddetto salotto buono sono solo vogliosi di potere, sprezzanti del popolo, e per loro è insopportabile che gente al di fuori della loro cerchia possa avere accesso alle istituzioni.
Per questo non ti hanno mai tollerato: tu non sei mai stato asservito a loro, non sei uno di loro, non sei quello che ha le parole giuste, le amicizie giuste, i vestiti giusti, i modi giusti, insomma, tutto giusto al posto giusto. Tu parli come uno di noi, e, paradossalmente, pur immensamente ricco, sei uno di noi. Per questo non ti tollerano.
Ti ringrazio perché hai cercato di salvare Eluana Englaro, con un coraggio che pure certi illustri prelati se lo sognano. Chi salva una vita, o cerca di salvarla, salva il mondo intero, e Dio te ne renderà merito. Solo tu avresti potuto farlo, quel tentativo disperato, e sta’ certo che comunque in tanti non lo dimenticheremo mai, come non dimenticheremo il vile timore di tanti che sono pronti a riempirsi la bocca di parole in difesa della vita, e che allora, invece, erano atterriti dallo scontro con il compagno Napolitano.
Un grande cardinale ha spiegato che è meglio essere contestati che irrilevanti. Te lo voglio ripetere, in questa sera amara e dura, non per consolarti ma perché questa è la sorte di chi nella storia ci entra con tutti e due i piedi, e ci mette la sua faccia, sbagliando pure, e magari pure sbagliando tanto, ma mettendo in gioco tutto se stesso, come hai fatto tu, che di tanto puoi essere accusato ma non certo di irrilevanza.
In questi tre anni per fermarti hanno fatto di tutto, approfittando certo anche di tuoi errori, ma non è questo il punto: sei stato alla mercè delle procure, ti hanno origliato come neanche in Unione Sovietica, coperto di fango e svillaneggiato, poteri forti e circuiti mediatici e giudiziari che pur di farti fuori hanno messo in seria difficoltà il paese, e adesso, gli stessi, dicono di volere un altro governo per il bene dell’Italia. Quell’Italia che loro, e non tu, hanno gettato nel ridicolo agli occhi del mondo.
Voglio ringraziarti perché ti sei battuto come un leone, fino alla fine.
Abbiamo assistito obtorto collo ad un golpe. Non avresti potuto fare diversamente: saresti stato il capro espiatorio dello spread, dei mercati, e di tutte le altre diavolerie che hanno lanciato contro l’Italia per farti fuori, e farci fuori. Votare adesso, subito, avrebbe significato votare sotto le bombe, col terrorismo mediatico sul paese che sprofondava, e tutta la colpa sarebbe stata tua. La democrazia è stata momentaneamente sospesa.
Ma non finisce qua. Adesso comincia. Noi, intanto, teniamo gli occhi ben aperti, su Monti & C..
Per ora, un grande, grandissimo e affettuoso abbraccio: siamo in piedi sulle sedie, in tanti, a salutarti “o capitano mio capitano”, ma a questo film, stavolta, un seguito ci sarà.
Assuntina Morresi
Ieri sera ero a cena in un centro commerciale e i due maxischermi del self-service davano le immagini dell'evento del giorno.
RispondiEliminaI presenti nella sala commentavano,erano tutti sollevati dalle dimissioni di Belusconi.
In questo momento lui non sarebbe stato il nostro problema più grande,ma comunque un problema.
Ha dato libertà a chi è ricco,non quanto lui ma pur sempre ricco.
Non che se avessimo avuto un altro governo le cose sarebbero cambiate.
Però,meglio cambiare governo ad oltranza che mantenerne uno come quello Prodi o come questo di Berlusconi che poco si interessano al popolo.
(Ma quando mai qualcuno si è interessato di combattere il lavoro in nero?O di abbassare il costo della vita?O di tassare di più il ricco e meno il povero?)
Signora Assunta,chi voteremo adesso?
La pretenziosa spocchia intellettuale del centro-sinistra o la studiata ad hoc espressività linguistica del centro-destra?
Francesca
Un esplicito caso di persona il cui pensiero è riassumibile con il discorso di Silvio del 1994. Persone cresciute a pane e propaganda.
RispondiEliminaDomanda: chi voteremo ora? La mafietta personale di cui l'ex premier amava circondarsi o questi "comunisti" la cui figura sembra essere circondata da un terrore figlio degli anni '60?
Entrambi gli schieramenti si sono rivelati incapaci di guidare il Paese, compreso il suo tanto amato Berlusconi.
Le dimissioni del vostro martire(se così si può chiamare) mi auguro siano solo le prime di una lunga serie. Solo con un ricambio totale della nostra spazzatura politica potremo forse ambire a un risanamento del sistema, marcio fin dalle sue fondamenta e di cui il suo tanto amato Berlusconi faceva parte e di cui era un fiero esponente.
E.
Concordo con Emanuele...ma non credo ci sarà il ricambio...come si può pretendere che la cata molli la gallina dalle uova d'oro?
RispondiElimina@ Francesca
Mi risulta (indipendente dai governi che abbiamo avuto) che in Italia esistano aliquote irpef che aumentano in base al reddito. Pertanto i più ricchi pagano di più, qui sotto elenco le attuali aliquote: si passa da un 23% per i più "poveri" ad un 43% per i più ricchi, sinceramente mi sembra una bella distinzione pagare il 20% in più! Considerando che in valore assoluto quel 20% pesa molto perchè calcolato su una base imponibile molto più alta! Cosa dobbiamo fare ai "ricchi"? Scuoiarli vivi?
Comunque stai certa che adesso i "ricchi" (metto tra virgolette perchè quelli che pagano sempre non sono i veri ricchi, perchè i veri ricchi i soldi ce li hanno alle Cayman) pagheranno ancora, visto che la patrimoniale diventa sempre più una certezza!
da 0 a 15.000 euro = aliquota Irpef 2011 al 23%;
da 15.001 a 28.000 euro = aliquota Irpef al 27% (ossia 3.450 euro + 27% sul reddito eccedente i 15mila euro);
da 28.001 a 55.000 euro = aliquota Irpef al 38% (ossia 6.960 + 38% sulla parte eccedente i 28mila euro);
da 55.000,01 a 75.000 euro = aliquota Irpef al 41% (ossia 17.220 + 41% sulla parte eccedente i 55mila euro);
oltre 75.000 euro = aliquota Irpef al 43% (ossia 25.420 + 43% sulla parte eccedente i 75mila euro).
errata corrige: all'inizio del commento ho scritto "cata" ma intendevo "Casta"
RispondiElimina@manuel: infatti non credo che ci sarà un ricambio, ma il ricambio stesso rimane l'unico modo per sanare il Paese.
RispondiEliminaE.
Manuel leggo ora la tua risposta e sappiamo bene entrambi che di modi per far campare bene il ricco evitandogli di pagare quello che dovrebbe ne esistono a bizzeffe.
RispondiEliminaPotri fare esempi su esempi con tanto di nomi e cognomi ma non è il caso.
Per quel che riguarda i dati,hai ragione ma l'obiezione dovevo farla,a onor del vero.
Fra