on. Paolo Voltaggio - UDC |
Il Comune di Roma ha preso a cuore la questione dei 350 dipendenti della Milano90 licenziati da Scarpellini: basterà un ordine del giorno per fermare questo licenziamento di massa?
Ho paura di no, anche se altre volte alzare la voce e manifestare ha portato a riconsiderare situazioni che sembravano irrimediabili. In ogni caso l'ordine del giorno approvato all'unanimità dall'Assemblea Capitolina è un segnale molto significativo ed un atto dovuto nei confronti dei dipendenti della Milano 90 che ogni giorno e ad ogni ora negli Uffici di Largo Loria, dove ha sede il Gruppo Consiliare UDC, ci accolgono sempre con cordialità e simpatia.
La solidarietà manifestata da tutti i Consiglieri e dai dipendenti comunali è stata unanime a dimostrazione dell'elevata qualità del servizio reso dai dipendenti della Milano 90.
Lei ha detto su Twitter che non possono essere i lavoratori a pagare i tagli alla politica, che intende?
Non entro nel merito dei motivi che hanno portato alla riduzione dei contratti tra Camera dei Deputati e Milano 90 ma non è possibile che le conseguenze dei tagli degli sperperi della politica ricadano sui lavoratori. Sono altri gli sperperi sui quali intervenire: benefit, privilegi, vitalizi sproporzionati, doppi incarichi, opere pubbliche inutili: questi sono i tagli da operare.
Forse è anche il caso di cominciare a pensare che si deve tener conto delle ricadute sociali dei tagli che si operano per evitare che il rimedio sia peggiore del male.
Aumentare la disoccupazione per risparmiare rischia di essere infatti assai più oneroso dei tagli stessi sia in termini sociali che economici.
Forse più che accusare la politica non è il caso di chiamare Scarpellini alle proprie responsabilità visto che in tutti questi anni ci ha guadagnato abbastanza con affitti spropositati allo Stato?
Non vorrei evocare un noto slogan un pò volgare in voga ai tempi del '68 nel quale si evidenziava lo stato di soggezione dell'operaio alle decisioni dure e pesanti del datore di lavoro ma senz'altro anche il mondo dell'imprenditoria deve farsi un esame di coscienza e porre l'etica tra le materie prima della produzione.
Scegliere il licenziamento come conseguenza prima della riduzione di commesse ed immobili senza che vengano studiate soluzioni alternative di salvaguardia dei lavoratori o di assegnazione ad altri siti o mansioni è una soluzione troppo facile, la più immediata, ma la più deleteria.
E' singolare e clamoroso che per rimediare agli sperperi di affitti troppo alti e mal controllati di cui si è avvantaggiato Scarpellini vengano affamate famiglie e giovani che hanno contribuito negli anni precedenti a garantire efficienza ad un servizio che gli ha prodotto consistenti utili e guadagni.
Mi auguro che si trovi con urgenza una soluzione alternativa al licenziamento per far sì che i ragazzi e le ragazze sorridenti e cordiali della Milano 90 e le loro famiglie possano trascorrere un Natale sereno e privo di ansie.
Ho paura di no, anche se altre volte alzare la voce e manifestare ha portato a riconsiderare situazioni che sembravano irrimediabili. In ogni caso l'ordine del giorno approvato all'unanimità dall'Assemblea Capitolina è un segnale molto significativo ed un atto dovuto nei confronti dei dipendenti della Milano 90 che ogni giorno e ad ogni ora negli Uffici di Largo Loria, dove ha sede il Gruppo Consiliare UDC, ci accolgono sempre con cordialità e simpatia.
La solidarietà manifestata da tutti i Consiglieri e dai dipendenti comunali è stata unanime a dimostrazione dell'elevata qualità del servizio reso dai dipendenti della Milano 90.
Lei ha detto su Twitter che non possono essere i lavoratori a pagare i tagli alla politica, che intende?
Non entro nel merito dei motivi che hanno portato alla riduzione dei contratti tra Camera dei Deputati e Milano 90 ma non è possibile che le conseguenze dei tagli degli sperperi della politica ricadano sui lavoratori. Sono altri gli sperperi sui quali intervenire: benefit, privilegi, vitalizi sproporzionati, doppi incarichi, opere pubbliche inutili: questi sono i tagli da operare.
Forse è anche il caso di cominciare a pensare che si deve tener conto delle ricadute sociali dei tagli che si operano per evitare che il rimedio sia peggiore del male.
Aumentare la disoccupazione per risparmiare rischia di essere infatti assai più oneroso dei tagli stessi sia in termini sociali che economici.
Forse più che accusare la politica non è il caso di chiamare Scarpellini alle proprie responsabilità visto che in tutti questi anni ci ha guadagnato abbastanza con affitti spropositati allo Stato?
Non vorrei evocare un noto slogan un pò volgare in voga ai tempi del '68 nel quale si evidenziava lo stato di soggezione dell'operaio alle decisioni dure e pesanti del datore di lavoro ma senz'altro anche il mondo dell'imprenditoria deve farsi un esame di coscienza e porre l'etica tra le materie prima della produzione.
Scegliere il licenziamento come conseguenza prima della riduzione di commesse ed immobili senza che vengano studiate soluzioni alternative di salvaguardia dei lavoratori o di assegnazione ad altri siti o mansioni è una soluzione troppo facile, la più immediata, ma la più deleteria.
E' singolare e clamoroso che per rimediare agli sperperi di affitti troppo alti e mal controllati di cui si è avvantaggiato Scarpellini vengano affamate famiglie e giovani che hanno contribuito negli anni precedenti a garantire efficienza ad un servizio che gli ha prodotto consistenti utili e guadagni.
Mi auguro che si trovi con urgenza una soluzione alternativa al licenziamento per far sì che i ragazzi e le ragazze sorridenti e cordiali della Milano 90 e le loro famiglie possano trascorrere un Natale sereno e privo di ansie.
Giorgio Gibertini Jolly
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