Buona Fotografia a tutti!
L'audiovisivo secondo et (*)
Accetto volentieri l'invito a pubblicare qualche lavoro, che non ha ambizioni di sorta, ma che mi offre la possibilità di fare uscire dalla ristretta cerchia di amici, il mio umile pensiero in proposito.
L'argomento, per sua natura, è di una vastità disarmante. Gli spunti che ne derivano, le parentesi che si aprono, le soggettività inevitabili fanno si che diventi difficile, praticamente impossibile, restringere il tutto entro confini oggettivi e/o condivisibili . Lungi dal voler trasmettere una parola definitiva ed esaustiva in merito, l'intento è di un personale invito, uno dei tanti, ad una attenzione riflessiva e consapevole al mondo FOTOGRAFIA così come oggi ci invade. Spero di avere qualche occasione anche in seguito per poterci confrontare sul tema che in queste prime righe accenneremo appena.
Dalle mie scarne note biografiche si evince che, secondo il mio modo di concepire "lo scrivere con la luce" , l'espressione "invasione della fotografia" è da considerarsi un eufemismo riduttivo rispetto alla reale invadenza dell'odierno fenomeno. Ne riparleremo certo. Questo per dire che la fotografia "tradizionale" e le sue "leggi" espressive si sono evolute, meglio forse dire trasformate, a tal punto che a volte si fatica a riconoscerle. E questo sia nella direzione della banalizzazione del messaggio, sia nella "sofisticazione ermetica" fino a sconfinare nell'incomunicabilità. Ma in questa "storia", l'espressione fotografica è certamente in buona compagnia. Anche se con le dovute distanze, sembra seguire l'irrefrenabile tendenza dell'arte moderna all'autoreferenzialità. Anche di questo ne riparleremo.
Parliamo di presentazioni fotografiche.
Sono certo che ognuno di noi abbia memoria di almeno una "proiezione amica di diapositive" da far invidia alla famosissima corazzata Potionkin di fantozziana memoria. Tuttavia ,esclusi casi patologici reali, non erano espressioni di sado-masochismo. Una volta, anche se molto "una volta", fra i comuni mortali si usava così. "Absit iniura verbis". Viaggio, cena con gli amici, poltrona, album di nozze (optional), wisketto e abbiocco totale di fronte alla sfilata di parenti e amici davanti a tutti i monumenti e chiese di tutte le città, paesi e frazioni visitate. Naturalmente il sonoro era la voce dal vivo del padrone di casa o del "fotografo". "Beati i defilati perché di essi non era richiesto l'assenso". Non escludo che ancora oggi esistano forme simili di tortura, ma "sic stantibus rebus", sia la programmazione sia la partecipazione responsabile, per fortuna, sono diventati interessanti casi di studio della moderna psicanalisi.
Abbandonando la scherzosa ironia, occorre dire che lo strumento tecnologico era comunque limitato e solo in casi abbastanza rari la sola fotografia riusciva a rubare la scena e ad emozionare in senso lato.
Passo intermedio, ma solo per iniziati, e con impegno importante, sono state le proiezioni a "dissolvenze incrociate" e la "multivisione". Proprio per la poca familiarità e diffusione, garantivano in un certo modo, la professionalità della proposta, sia in termini di contenuto che di presentazione. Veri ed impegnati amatori, circoli fotografici, associazioni, enti culturali, fiere, ecc. Comunque una nicchia. Troppo impegnativi: per tempi, impegno e attrezzature. Non era raro trovare presentazioni realizzate con una dozzina di proiettori e oltre. Pensate ai costi, all'organizzazione, alle sincronizzazioni ma, non ultimo e molto più banalmente, al fatto che qualche caricatore potesse finire per terra al momento giusto !
Ed eccoci al più democratico digitale dei nostri giorni.
Molto in generale può essere definito audiovisivo una divulgazione condivisa di una sequenza di fotografie, una proiezione di immagini, con un commento sonoro. Requisiti indispensabili sono : delle immagini in formato elettronico, della musica digitalizzata, un computer dotato di uno dei tanti programmi di montaggio e certamente creatività e capacità espressiva quanto basta. Prossimamente tratteremo nel dettaglio questi componenti.
In questo momento, a conclusione di queste note introduttive, possiamo dire che l'audiovisivo, grazie alll'elettronica diffusa a tutti i livelli, ha offerto la possibilità a tanti di creare, con un impegno non esagerato, prodotti validi senza investire ingenti capitali economici e senza dedicare tutto il tempo libero a disposizione.
Per certi versi, il rischio "corazzata Potionkin" non è certo scongiurato, anzi..., ma, per i concetti sopra espressi, essendo più abbordabile la produzione di materiale valido, è più facile trovare offerte di audiovisivi meritevoli di apprezzamento. Basta saper scegliere.
In altre parole, la tecnica dell'audiovisivo ha avvicinato ai più l'ottenimento di presentazioni accattivanti, quasi certamente meno noiose e più vicine a prodotti prima riservati ad una elite. Ha effettuato una democratizzazione nel senso stretto del termine, con tanti lati positivi, ma, come sempre, anche con il suo rovescio della medaglia.
Prossimamente parleremo dei concetti generali che stanno alla base di un audiovisivo, di fotografie, di musiche e del loro connubio attraverso un progetto di audiovisione.
MILANO BICI
(continua...)
(*) et
Appassionato storico di fotografia.
Prima reflex CANON FTb, ultima reflex NIKON D200
Dalla camera oscura (cucina) con sviluppo e stampa in bn, all'audiovisivo digitale attraverso quasi tutti i percorsi di tecnica di ripresa e presentazione a disposizione di un semplice e puro appassionato.
Libero interprete, mai schierato, sempre critico, mai retribuito.
Wow spettacolo di post. Grazie Mirko grazie Edoardo!
RispondiEliminaSpettacolarmente natalizio il tutto! Grazie Edoardo e ben ritrovato!
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