28/01/12

“Semplificare il fisco” non significa di fatto aumentare le tasse

Liberalizzazioni, mercato del lavoro, semplificazioni: non passa giorno senza che il governo faccia annunci e promesse. Di certo finora c’è la dura manovra di dicembre, con la reintroduzione dell’Ici e l’aumento delle tasse.
In questa strategia comunicativa si inserisce oggi un nuovo fronte che riprendiamo dal Corriere della Sera:
“Un decreto per semplificare il fisco”. In realtà si tratta della legge delega varata dal governo Berlusconi che prevede di ridurre e semplificare l’attuale mole di 720 deduzioni e detrazioni (spesso ingiustificate) per finanziare, con il ricavato, il taglio delle aliquote Irpef. Secondo il principio di “lasciare i soldi in tasca ai contribuenti anziché darli ai gruppi d’interesse che spesso sono dietro alle agevolazioni”.
Tutto chiaro? Si potrebbe dire che in questo il governo Monti agisce in continuità con ciò che abbiamo fatto noi, come spesso riconosce (anche ieri). Sennonché nelle dichiarazioni rese dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera, e rilanciate dal governo ai giornali, c’è qualcosa che non quadra. “Il risparmio – scrive il Corriere - servirà a ridurre il deficit e, nella misura in cui Monti vorrà affondare la lama alla riduzione delle aliquote sui redditi”.
Eh no. Non c’è nessuna “misura in cui”. Per ridurre il deficit ci sono la stangata di dicembre e l’aumento dell’Iva (attuato e previsto). Dopodiché il governo tecnico si è solennemente impegnato a non fare altre manovre. Il disboscamento delle agevolazioni dalla denuncia dei redditi è stato concepito dal nostro governo, quello del Popolo della Libertà, espressamente per tagliare le aliquote Irpef.
Se ha necessità di ulteriori coperture, Monti tagli caso mai alcune spese e privilegi, come abbiamo fatto noi. Ma non metta di nuovo le stesse mani nelle tasche dei cittadini: dopo dicembre la pressione fiscale ha superato il 45% del Pil. Basta e avanza.
Se “semplificare il fisco” significa di fatto dare un po’ di fumo negli occhi e aumentare di nuovo le tasse, non ci stiamo. Vigileremo: i conti li sappiamo fare anche noi.
Di Paolo

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