LA PROPAGANDA ANTIEBRAICA E L' OPINIONE PUBBLICA. Il razzismo fascista penetrò in Italia prima che fosse emanata una specifica legislazione, attraverso la satira , la letteratura per l' infanzia e i fumetti, la stampa quotidiana , i programmi radiofonici e teatrali che diffusero progressivamente immagini stereotipate del negro mentalmente sottosviluppato , animalesco, a volte addirittura cannibale , nonchè il subdolo mercante ebreo collegato con la cospirazione ebraica internazionale. C'erano cartelli sui " negozi ariani" e c'era lo stillicidio delle barzellette, delle caricature che grondavano del più banale antisemitismo.
L' italia non fu carente nella costruzione di una propria e autonoma visione razziale del mondo e della società.
Nel mondo culturale fascista e cattolico conservatore furono precoci le espressioni di antisemitismo, delle quali si fece interprete , in primo luogo, Papini. Papini fu il rappresentante più colto ed efficace della letteratura che si diffuse negli anni trenta , spaziando dai romanzi storici a quelli polizieschi e preparando progressivamente l' opinione pubblica ad accogliere i provvedimenti razziali. Di rinforzo si muoveva una stampa aggressiva e precocemente diffamatoria nei confronti dell' ebraismo , ritenuto il fulcro della cospirazione internazionale. I rappresentanti più feroci di tale stampa erano il "Tevere" di Roma e "La
vita italiana" . Il direttore del giornale il "Tevere", Telesio Interlandi , a meno di un mese dalla pubblicazione del Manifesto del razzismo, fece uscire il primo numero del periodico " La difesa della razza". Secondo gli studiosi si sono potuti individuare tre filoni di pensiero razzista presenti negli anni trenta e quaranta in Italia , così chiamati: il RAZZISMO BIOLOGICO ; il NAZIONAL RAZZISMO; il RAZZISMO ESOTERICO
TRADIZIONALISTA. Il razzismo biologico fu dominante nell' imporre l' originaria intolleranza nei confronti dei" diversi"per origini, atteggiamenti e culture, verso un intervento mirato a escluderli dalla comunità nazionale. Venne appoggiato da Mussolini , da Landra e Cipriani che sostenevano un criterio puramente biologico nel determinare la razza di appartenenza della popolazione italiana , bianca e ariana, dalla quale venivano esclusi gli ebrei in quanto appartenenti a un " gruppo razziale non europeo". Il nazional razzismo sosteneva l' idea di una nazione compatta e gerarchizzata da salvaguardare , nei suoi valori tradizionali, da ogni forma di contaminazione sia biologica che culturale. Tale posizione era sostenuta da ambienti medici e da ambienti dell' integralismo cattolico. La tesi esoterica tradizionalista attraverso la stampa e la radio fece in modo di attribuire agli ebrei e alle loro organizzazioni internazionali le principali responsabilità della guerra mondiale.
L' EPOCA TRAGICA
Al momento dell' ingresso dell' Italia in guerra ( 10 giugno 1940) venne deciso l'internamento degli ebrei italiani giudicati pericolosi, successivamente venne istituito il lavoro obbligatorio per alcune categorie di ebrei italiani; venne deciso di istituire veri e propri campi d'internamento e lavoro obbligatorio per tutti gli ebrei abili. Con l 'entrata in guerra anche gli ebrei italiani vennero considerati politicamente e socialmente pericolosi in quanto appartenenti a un corpo estraneo alla nazione e pertanto, in guerra, automaticamente nemici. Il periodo della maggior persecuzione degli ebrei si ebbe nelle regioni rimaste sotto l' occupazione tedesca e sotto il governo della Repubblica Sociale Italiana, costituito a Salò da Mussolini. Nell' Italia centrale e settentrionale furono 43000 le persone soggette alla persecuzione. I nazisti estesero la loro politica di " arresto, concentramento, deportazione, eliminazione" e la spogliazione dei beni. I provvedimenti contro gli ebrei furono determinati sia dalla volontà di accontentare i tedeschi e sia dalle precarie condizioni economiche -finanziarie della RSI , che venne così in possesso di miliardi di lire. La soluzione finale era ormai estesa anche all' Italia . Le autorità fasciste si macchiarono di una complicità di fatto dalla quale non potranno mai essere assolte. I tedeschi pagavano un premio per ogni ebreo catturato e coloro che partecipavano all' arresto si appropriavano dei beni rinvenuti. Molti italiani diedero agli ebrei aiuti anche a rischio della vita. Ma ci furono anche quelli che diedero la caccia agli ebrei e aiutarono i tedeschi nei
loro piani di sterminio.Dopo l' ottobre 1943 tutti gli arresti di ebrei furono effettuati non dai tedeschi ma dagli italiani.
a cura di Sarah Myliz
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