17/02/12

Medio Oriente. una grande e continua guerra, tanti piccoli episodi di pace

"C'e' piena collaborazione tra gli operatori israeliani e palestinesi" commenta un medico israeliano impegnato nel soccorrere le vittime dell'incidente avvenuto ieri nella zona nord di Gerusalemme. Purtroppo dieci bambini palestinesi sono morti e almeno trenta sono i feriti nel rogo causato dallo scontro tra lo scuolabus su cui viaggiavano e un camion israeliano.

La notizia non e' l'incidente e nemmeno le vittime destano attenzione. I media sono attratti dal fatto che i soccorritori, medici israeliani e vigili del fuoco palestinesi, lavorino insieme.
In realtà questo e' solo uno degli episodi in cui si registra collaborazione tra i due popoli eternamente in conflitto. Ricordo di aver letto lo scorso novembre la storia di una dottoressa iraniana di una clinica universitaria che dopo aver contattato il dottor Adì Weissbuch, esperto di gravidanze a rischio del Kaplan Medical Center di Rehovot (in Israele), ha salvato la vita di una giovane donna. Altro episodio divenuto famoso risale agli anni dell'Intifada quando Hamas uccideva civili israeliani a migliaia in attentati cruenti ed efferati la piccola Elham di tre anni, figlia del Ministro degli Interni del governo di Hamas, aveva subito ad Amman (in Palestina) un'operazione fallita al cuore. Portata poi in gravissime condizioni all'ospedale Barzilazi di Ashkelon (in Israele) la bimba e' stata salvata. Sono migliaia gli arabi guariti dalla medicina israeliana che con la ricerca ha identificato un gene difettoso che riguarda solo gli infanti arabi: e' un gene recessivo trovato in tanti gruppi diversi fra cui i beduini del Negev, in Arabia Saudita, nel Kuwait.

Non si può dire pero' che la riconoscenza sia stata altrettanto disinteressata. All'inizio del 2010 un'organizzazione no-profit israeliana si e' fatta carico del caso di una bimba di sei anni con un tumore ad un occhio. Il ricovero nell'ospedale di Hadassah Ein Kerem di Gerusalemme ed un delicato intervento le hanno salvato la vita. Dopo l'attentato con armi automatiche che a giugno dello stesso anno aveva colpito la struttura ospedaliera si e' scoperto che il padre della bimba, affiliato ad una cellula terroristica, nell'assistere la figlia progettava l'attentato. Era stata curata in un ospedale israeliano anche l'aspirante "martire" Wafa Al-Biss. Studentessa di Sociologia era stata ricoverata nel 2005 al Saroka di Beer Sheva con gravissime ustioni dovute all'esplosione accidentale di una bombola di gas nella sua abitazione. Sei mesi più tardi e' stata arrestata per aver cercato di farsi saltare in aria all'ingresso dello stesso ospedale. Questi sono solo due di tanti episodi registrati dalle cronache del Medio Oriente. Peccato. A volte sembrerebbe così facile dire: "grazie!"
Maria Leone

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