Genitori seri ed ottimi professionisti oggi si incatenano. Perchè?
"Perché vogliamo dire, anche con i gesti, che la famiglia è stata fermata in Italia. Che non abbiamo futuro, speranza. Ecco, c’è bisogno di liberare le catene della famiglia, che è la cellula fondamentale della società. E invece"
Sento al telefono Mario Sberna, fondatore dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose, che per oggi ha organizzato un pacifico incatenamento davanti a Montecitorio, popolo viola e lancio di monetine permettendo. Mario è un carissimo amico, coraggioso, e mi chiede se parteciperò anche io oggi a questa manifestazione. Gli dico scherzoso che ho "solo" tre figli e quindi non posso far parte delle Famiglie Numerose ma lui mi stoppa subito: non sei aggiornato, mi dice, abbiamo cambiato statuto ed ora della nostra associazione possono far parte anche quelli con "solo" tre figli.
Finisce un incubo per me o ne inizia un altro, non lo so. C'è però gioia: chiamo mia moglie e le comunico entusiasta: siamo una famiglia numerosa!
Nel 1961 le famiglie numerose erano 13 milioni, oggi siamo solo 185 mila e manteniamo in piedi lo Stato stando a quanto dice Sberna, ovvero che per ogni famiglia numerosa questa manovra finanziaria costerà almeno quattro mila euro l'anno! "E non ce li abbiamo" mi urla lui, e non ce li ho davvero mi faccio rimbombare nella testa io!
Che cosa può portare un pacifico e pacioccone padre di famiglia a decidere di partire da Brescia ed incatenarsi davanti ai suoi figli non è la disperazione ma, oserei dire, se ben conosco "i miei polli incatenati", è la speranza ultima che un gesto così eclatante possa davvero svegliare chi ci Governa.
Di famiglia parlano tutti al momento delle elezioni, soprattutto i ministri che non hanno neanche un figlio!
Di famiglia si parla in ogni convegno, lo stesso Giovanardi minaccia ogni settimana le dimissioni perchè la famiglia non è tutelata e poi è sempre lì anche lui.
Alla famiglia ci tengono tutti, sia al modo di Bossi e Di Pietro coi loro figli, sia di tanti piccoli e semisconosciuti deputati che hanno sistemato mogli, figli, cognate in tutti gli uffici possibili ed immaginabili e che se non hai quel cognome a Roma non ti mettono neppure in lista.
Alla famiglia tutti fanno riferimenti ma poi se ne fregano veramente.
Dice Sberna rispondendo ad Avvenire:
L’art. 31 prevede la tutela della famiglia, con «particolare riguardo alle famiglie numerose». In pratica?
Lo dice l’Istat: alla nascita del terzo figlio aumenta esponenzialmente il rischio di povertà. Dunque, noi famiglie numerose siamo a tutte gli effetti una categoria vulnerabile. E come tale chiediamo che nelle leggi di salvaguardia del lavoro tra le categorie protette sia inserito anche chi ha più di tre figli. E poi vogliamo che alle mamme-lavoratrici siano riconosciuti tre anni di contributi figurativi ai fini pensionistici per ogni figlio messo al mondo.
Tutte richieste legittime, ma con che soldi si finanziano?
Facile. Secondo l’istituto di ricerca Sipri, il bilancio della Difesa nel 2010 in Italia è stato pari a 27 miliardi. Basta comprare un cacciabombardiere in meno e il governo può avere soldi per la famiglia. Poi c’è il 10% degli italiani che detiene il 48% della ricchezza del Paese: questi 6 milioni di persone possono e devono pagare di più. E quello che sta cercando di fare Obama negli Usa. Perché in Italia no?.
Idee belle e concrete del classico padre di famiglia che sa gestire la casa ed i suoi fili e che sa che se entrano tremila euro al mese se ne possono spendere al massimo 2900.
Bravo Mario, bravi tutti.
Oggi passerò, non mi incateno con voi Mario, anche se condivido in toto l'iniziativa, solo perché lavoro in proprio e non posso permettermi un giorno di assenza, ma passo a salutarti.
Che triste una società che costringe padri, madri e figli ad incatenarsi.
Spero solo che i tuoi figli ti apprezzino ancora di più oggi ed attenti, amico mio, a quelli del popolo viola che saranno di fianco a voi a rubarvi la scena con un inutile lancio di monetine da cinque centesimi: fosse stato più alto il conio vi avrei slegato e ci saremmo messi a raccoglierle assieme.
Giorgio Gibertini Jolly
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