20/01/12

Tempi moderni. L'etica del mare e l'etica della vita





Avevo deciso di inaugurare i miei nuovi articoli del 2012, scrivendo un pezzo di bioetica sulla genetica così detta democratica o "low cost".
Ma il susseguirsi dei terribili fatti della nave "Concordia" hanno fatto cambiare la mia rotta iniziale perchè credo che un cenno a questo episodio va fatto doverosamente anche se non si tratta di un tema bioetico tout court ma che comunque lo rigurada indirettamente.
Da giorni leggo fedelmente ogni riga pubblicata sull'argomento dal corriere della sera e da altre testate giornalistiche e ciò che più di tutto mi ha colpito è l'intestazione di un articoletto che riporta le seguenti parole: IL RITORNO TRIONFALE DI SCHETTINO AL PAESE!!!!
Sulle prime avevo pensato di avere capito male ma poi ho dovuto prendere atto del contrario. Avevo capito benissimo: i compaesani del comandante "pagliaccio" hanno osato confermare l'assurdità invocata a sua discolpa dal fantomatico Schettino, il quale sarebbe addirittura un eroe per avere salvato dalla morte ben 4.000 persone.
Ma di fronte a quale Italia ci troviamo??? Di quella che si compiace di un inchino quanto meno "incosciente"? di un allarme dato in ritardo?? di una fuga irriverente e vergongosa verso la terra ferma? di un boia mascherato da comandante allergo e simpatico stile "checco zalone"?? Perchè se così è allora stiamo assistendo non solo al naufragio della concordia ma della nostra amata patria.
Mi chiedo cosa ci sia da compiacersi quando è stato accertato che sono trascorsi ben 68 minuti di intervallo tra l'avviso di un problema a bordo e il momento effettivo dell'evacuazione dei passeggeri.
Mi chiedo ancora cosa direbbero, se potessero parlare, quei cadaveri fluttuanti nelle acque interne della nave con addosso il vestito della serata di gala e un salvagente di fortuna e che prima di morire aspettavano fiduciosi che qualcuno li salvasse...magari proprio il loro il caro comandante!!
Stiamo parlando di morti veri e non come accenna Pierluigi Battista nel suo commento sul corriere della sera, delle scene della commedia all'italiana, interpretata da un comandante vile e fellone e da un ufficiale invece serio e ligio al proprio dovere.
Stiamo parlando di un uomo che "dopo aver abbandonato la nave rimase fermo sulla scogliera dell'isola del Giglio e la guardava affondare"...incredulo o compiaciuto della sua bravata??!!!
Il problema in questa epoca fondamentalmente frivola e priva di punti di riferimento saldi e veri, di valori oggettivi è che dovremmo riappropriarci da bravi italiani dell'etica del mare affinchè trionfi l'etica della responsabilità affinchè per una volta il coraggio possa convertire in positività "anche i vizi" e "la viltà".
In fondo cos'è la responsabilità personale se non come continua l'editoriale di Aldo Grasso "quell'insieme di competenza e di senso del dovere, di cura e di coscienza civica" che "dovrebbe essere condizione necessaria per ogni forma di comando, in terra come in mare"......


dott.ssa Silvia Bosio
Dottore di ricerca in Bioetica
U.C.S.C. Roma

3 commenti:

  1. Silvia, complimenti. Ottimi analisi che è anche un'ottima risposta a giusta conclusione a tutto quello che abbiamo detto in questi giorni sulla Costa Concordia.

    RispondiElimina
  2. Grazie..sono molto fiera di ricevere i tuoi complimenti!

    RispondiElimina
  3. Figurati Silvia. Il ringraziamento maggiore sono gli ormai 2000 lettori che abbiamo ogni giorno!

    RispondiElimina