Ad Albenga, "se sei paralizzato, invalido parziale o, tetraplegico, ci sono tante cose che non puoi fare - aveva denunciato Caterina, qualche anno fa, in manifesto-appello pubblico all’Amministrazione Tabbò - Non puoi andare alla piscina comunale d’estate. Non puoi passeggiare per i marciapiedi della città con la carrozzella elettronica. Non puoi salire su un autobus o su un treno per andare all’Unità Spinale del vicino Ospedale Santa Corona. E se poi vuoi lamentarti della tua situazione, non puoi nemmeno andare a protestare dal Sindaco. Non c’è modo che tu possa arrivare al suo ufficio…Troppe scale, ascensori e porte strette, nessuno scivolo". Da allora, grazie al suo impegno instancabile, alcune cose sono cambiate. In piscina comunale, stando alla nuova convenzione, libero accesso ai disabili e ai loro accompagnatori. A Palazzo Civico rimozione di molte barriere architettoniche già all’ingresso di Piazza San Michele.
Caterina amava girare in carrozzella, accompagnata da chi le proprie gambe può usarle per camminare, e spiegava quali difficoltà un invalido diversamente abile incontra in giro per le vie di Albenga. "Chi cammina in carrozzella spinto da una badante, come nel mio caso, raccontava Caterina, va sul marciapiedi, arriva in prossimità delle strisce pedonali e, strano ma vero, capita ancora che…non ci sia la rampa di accompagnamento alla discesa o alla salita in prossimità delle strisce pedonali".
Combattiva come pochi, pur senza appartenere ad alcuna associazione, aveva accettato di realizzare un filmato-denuncia, poi proiettato sul lungomare di Albenga e andato in onda su tutti i TG regionali. Protagonista assoluta fu proprio lei, Caterina, la quale, seguita da un operatore, aveva percorso con la sua carrozzina la città, e, in particolar modo, Via Genova e i suoi vecchi marciapiedi (che, dopo quel filmato, furono appaltati per il rifacimento), evidenziando le tante barriere architettoniche e i molti disagi che un disabile è costretto ad affrontare alla Stazione ferroviaria, come all'ufficio postale, come al CUPA, dove nessuna corsia preferenziale viene riservata a chi vive costretto su una sedia a rotelle.
Entrata improvvisamente in coma sabato sera, Caterina se n'è andata ieri pomeriggio, lasciando un grande testamento per tutti noi, la capacità di sorridere e di donare se stessa e persino i propri organi agli altri, anche se paralizzata su una sedia a rotelle.
Eraldo Ciangherotti
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