
Nel racconto autobiografico di Nirenstein si comprende come vivere a Gerusalemme, non solo negli anni tristi dell'Intifada, sia sempre una continua scelta fra il rannicchiarsi nella prudenza e l'aprire le braccia alla vita. "Affacciarsi sul futuro e' molto difficile - spiega - ormai la questione di Gerusalemme e' una delle più irrisolvibili del mondo, e lo dimostrano molti episodi degli anni recenti: ogni processo di pace discute la questione solo per trovarla impossibile".
In una tale situazione i sentimenti sono autentici, le apparenze e la formalità vengono meno. Il legame con Israele e' un rapporto d'amore, una necessita', un attaccamento a volte disperato ma sempre ricco di speranza. Il ricordo della liberazione del giovane Gilad Shalit (il soldato che dopo cinque anni di prigionia passati in una botola sotto terra nelle mani di Hamas e' stato scambiato con 1027 detenuti giudicati colpevoli di efferati crimini) ci insegna come "la vita vale tutto, e deve condurre alla vita, di nuovo". E' questo messaggio di gioia il senso del diario intimo e pubblico che Nirenstein ha scritto con i frammenti delle sue emozioni che vibrano nuovamente nell'animo di chi legge.
Per chi desidera confrontarsi con l'autrice lunedì 13 febbraio alle 18,00 sarà possibile partecipare alla presentazione del libro presso la Libreria Arion Esposizioni (Viam Milano 15/17, Roma). Se ne discute con Franco Frattini, Walter Veltroni, Elisabetta Rasy.
Maria Leone
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