22/02/12

Il PDL c'è e guarda al futuro, proprio e dell'Italia


Elezioni amministrative? Siamo sul pezzo. Altro che disimpegno o disincanto. Berlusconi e Alfano ieri a Villa Gernetto in Brianza hanno incontrato i dirigenti nazionali e un buon numero di dirigenti locali. Un confronto a viso aperto sulle strategie da mettere in campo. La scelta emersa è chiara: il simbolo e con esso la storia del Popolo della Libertà non sono messi da parte, quasi che si fosse spaventati dalla furia antipolitica in corso da anni. Non mettiamoci la maschera come a Carnevale, non si sono fatti e si stanno facendo i congressi come se fossero un diversivo: sono il modo per tenere aperto il canale di pensiero e di azione tra la base militante e simpatizzante e i nostri rappresentanti nelle istituzioni. Una maniera anche per selezionare una classe dirigente locale valida per le amministrative e per i prossimi appuntamenti. Questo non significa rinunciare, là dove sia utile per allacciare rapporti con i partiti di centrodestra, appoggiare liste civiche informate agli ideali dei moderati.

Circolava ancora la panzana secondo cui Berlusconi si appresterebbe a mettere in cantina non tanto il nome del partito-movimento (ha sempre detto che lo si può migliorare, renderlo più capace di suscitare emozioni, ciò che la sigla “il” o addirittura “la” Pdl non suscita) quanto il suo senso politico, e cioè l’essere la vera centrale italiana del Partito popolare europeo. Quasi che l’ex Premier volesse attrezzare per la disfida elettorale un manipolo di fidi sotto la sua esclusiva egida. Berlusconi non è uomo di partiti di minoranza…. Oltretutto sarebbe come una secessione da se stesso…

Di Paolo

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