03/03/12

IL GIORNO PRIMO E L’OTTAVO/14. “Ma perché diamine non fanno la comunione??”


Ho chiuso l’ultima volta con un accenno all’esclusione di alcune persone dal fare la comunione eucaristica a Messa. Volevo aggiungere qualcosa al riguardo, ma da un diverso punto di vista.

Che è anzitutto il mio di prete che per diversi anni ha vissuto il suo ministero in una comunità cristiana e si è trovato a fare i conti con un fenomeno: il fatto che...
solo una percentuale ridotta di partecipanti alla messa festiva si recasse poi anche a comunicarsi. Come vive un prete questa cosa?

Vi dico una situazione tipo, di una parrocchia media italiana. Messa delle ore 7 e delle ore nove della domenica mattina: la presenza è fatta per lo più di pensionati e di mamme di famiglia, che “si portano avanti” rispetto alle faccende della domenica e si recano prima a messa, per santificare il giorno. Cantano, partecipano, rispondono: e circa l’80% di loro si comunica pure.

Messa del sabato sera o della domenica sera: assemblea composta per lo più da giovani tra i 15 e i 35 anni ed adulti con figli giovani. L’assemblea è abbastanza muta, parla tra i denti, ognuno sembra preoccupato di non dar fastidio a chi ha vicino. Al momento della comunione, solo un 20/30% si accosta all’altare. Perché?

Tu, prete, sei sull’altare e non sai cosa pensare. Ovviamente alle tue pecorelle non viene affatto in mente di venirsi a confrontare con te su questo argomento: sanno andare dal medico di base e dallo specialista, dallo psicologo, dal consulente finanziario, ma con te, che sei quello che gli può fare meno male di tutti, da te non ci vengono, neanche avessi la scabbia. E poi si lamentano delle cose che dici, perchè da un lato si aspettano che tu sia come la Maga di Endor che vede nella sfera di cristallo cosa succede nelle loro vite, ma ovviamente non puoi; e pure si aspettano che tu dica a loro qualcosa che gli serve per la vita, anche se con te non la condividono mai, negando a te la possibilità di condividere parte della tua. Allora devi andare per tentativi. Purtroppo, siccome sei stato un po' in confessionale, ti vien facile dire: “Molto probabilmente, questi cristiani vivono in condizione di peccato grave che li esclude dal potersi accostare all’eucarestia”. Ti vien un po’ rabbia, perché sai che magari tante e tante volte hai dato la possibilità di confessarsi, ma sembra che i battezzati i loro peccati se li vogliano tenere stretti stretti addosso, più e meglio che portarsi Gesù dentro.

Oppure ti rifugi in qualcosa che ricada sulla tua responsabilità: “È colpa mia che non sottolineo abbastanza l’importanza di vivere questo sacramento”. Allora scegli di intervenire e dici qualcosa, a volte con pacatezza, a volte come uno che visibilmente non ne può più.

Ma alla fine, te ne vai con la netta sensazione di una sconfitta: sconfitta tua, perché ti sembra che si sia rotto il meccanismo di semina-raccolto o fiducia-comunicazione; sconfitta dei fedeli, che vivono una fede per lo più a metà, la loro, e non lasciano molto spazio al Signore; sconfitta di Gesù, che sembra ancora fermo a quel pomeriggio in cui non sapeva che pesci pigliare e, dopo aver visto allontanarsi da lui migliaia di persone, si rivolse sconsolato ai Dodici e chiese: “Volete andarvene anche voi?”

Poi ti ricordi che Simon Pietro, Pietro il rinnegatore e peccatore, gli disse una cosa bellissima: “Dove vuoi che andiamo, Signore? Tu solo hai parole di vita eterna!” e pensi che Gesù, a quel punto, si disse che su quelle parole avrebbe potuto costruirci addirittura la Chiesa, Lui che era capace di trasformare grani di sabbia in cherubini.

Allora, come prete, cristiano, uomo, ti rimetti in ginocchio e ti basta presentare a Dio la tua sofferenza e preoccupazione, anche se l’80% non ha fatto la comunione, e pensi che Dio troverà modo di farsi strada nei cuori in modi che solo Lui sa. Anche se, di per sè, non è certo così che Gli va bene che si faccia!

Don Alberto

4 commenti:

  1. Splendide parole Don Alberto....ero qui ad attenderle con trepidazione! Io sono stato per tanti anni tra quei 15-35 enni che ben descrivi! Ad un certo punto ho persino smesso di andare a Messa la Domenica (o sabato che fosse)... non ho mai smesso di credere nell'esistenza del Signore (almeno così mi volevo auto-convincere) ma l'ho messo in un bell'angolino e me lo sono completamente dimenticato....ogni giorno sempre di più!
    Beh, oggi (a 40 anni, meglio tardi che mai) ti posso dire, che, per lo meno per quanto riguarda la mia storia, Egli ha davvero trovato un modo per farsi strada nel mio cuore (è accaduto 4 anni fa circa) e se lo ha fatto con me, lo fa certamente con tutti! Io sono quello di sempre con i miei limiti, i miei difetti, le mie debolezze, non sono certamente diventato un Santo. Ma sento qualche cosa che non sentivo più e ho una "fame" che prima non avevo! Adesso sento proprio il bisogno e l'esigenza che arrivi presto la Domenica, di andare a Messa e di fare la Comunione e come te desiderei che tutti partecipassero a questa cosa...non mi sento di aver alcun merito, è Lui che mi ha cercato, è Lui che mi ha chiamato, io ho solo risposto "sì"...ma non si risponde una volta sola, si deve rispondere ogni giorno e sono tanti i giorni in cui, ancora oggi, gli giro le spalle e non lo ascolto...ma Lui non si stanca mai di ri-chiamarmi...incomprensibile la sua pazienza, un vero Mistero, una Amore così Infinito e Paziente da sconvolgerti totalmente...

    Grazie Don Alberto per la pazienza e per la speranza che hai verso noi "pseudo-fedeli", non preoccuparti delle percentuali e continua così!

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  2. Io passo perché la Comunione è comunione.Quasi mai mi sento di ricevere il Corpo di Cristo.La Messa è come.....non lo so nemmeno io,non mi so spiegare ma è tutto collegato....
    Io sono molto irascibile,però,sento che Dio mi è accanto,quindi ascoltare la Messa è come un nutrimento,mi rasserena,ma al momento di andare a prendere l'Ostia,non mi sento pulita perché non riesco ad amare le creature del Signore come si dovrebbe:"Ama il prossimo tuo come te stesso"....Ma il prossimo spesso è troppo diverso dalla mia Gisutizia!Quando mi confesso,poi sto peggio perché duro nei propositi troppo poco.
    Grazie don Alberto per questo appuntamento!

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  3. Questo post mi fa pensare a quando andavo a scuola dai gesuiti e ci portavano a messa. Ricordo che si andava diffondendo la " moda" di non prendere l`ostia se non ti eri prima confessato in modo approfondito. Ricordo che un prete mi disse che se non ti confessi il tuo cuore diventa come un rovo pieno di spine che quando accoglie il corpo di Cristo provoca Lui dolore e sofferenza. Mi rimasero impresse nella mente queste parole e per lungo tempo non presi l`ostia per paura di far male a Gesu`. Credo che quel prete abbia sbagliato di grosso perche` la logica di Gesu e` proprio quella di entrare nei cuori dei peccatori. Credo che i piu` anziani siano enormemente legati al rito, sia sacro che profano, e che molti di loro vadano a messa per prenotarsi un posto in paradiso. I piu` giovani non prendono l`ostia perche` in un certo senso la loro fede e` piu` vera, conservano dubbi, paure ma anche tantissima speranza in Dio, soprattutto se sono seduti li` ad ascoltare le parole del Signore di Sabato sera o domenica sera!
    Credo che la missione di un prete sia proprio quella di parlare a coloro che devono ascoltare 1000 volte prima di capire. Il prete non va di moda tra i giovanissimi. Confessarsi al prete e` visto come un gesto di debolezza ( aborrita da questa societa`), partecipare con fervore alla messa e` "da sfigati", da "frocetti". Fare la comunione... Beh se non è obbligatoria si puo' saltare, tanto gesu mi ama lo stesso, lo dice pure il prete.
    Caro Don Alberto, è molto bello il tuo struggerti per quest'apparente mancanza di fede ma ti assicuro che tante volte ( quando ero giovanissimo) di fronte ad una messa per paura e per dimostrare agli altri la mia simpatia e il mio sfacciato " coraggio" non solo non ho fatto la comunione ma ho preso in giro il prete e fatto il buffone. Il prete avrà sicuramente pensato che le sue parole erano state vane ed inutili, ma nel profondo del cuore, quando si è finalmente soli e non si deve fingere nè dimostrare nulla ecco che riaffiorano alla mente e a volte, inaspettatamente, gli diamo ascolto e le mettiamo in pratica. La cosa importante è seminare, dove e quando nascono i frutti è mistero che solo Dio conosce. Grazie

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  4. Vorrei ringraziare voi che avete voluto esprimere un commento o delle considerazioni dopo la lettura di questo post. Vi ringrazio perchè avete messo in evidenza degli aspetti che fanno effettivamente parte della gesto della comunione con l'Eucarestia, anche se partendo da presupposti o espressioni magari molto diverse. Come dite voi, non ci si può effettivamente accostare a un sacramento solo per tradizione o obbedienza formale: deve esserci effettivamente qualcosa di più, e spesso, specie in chi è un po' a digiuno di conoscenza vera di Cristo, anche l'astenersi dal comunicarsi può essere un segno di rispetto per la divinità e, quindi, un atto di fede.
    Comunque, quando pensate a Gesù Cristo, ricordatevi tutte le sue parole, comprese quelle che dissero: "Prendete e mangiate... Prendete e bevete... Chi non mangia non avrà parte con me".
    Ciao!

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