09/03/12

Italiane donne soldato, afgane donne negate:ricostruiamo il paese

Tra i sinonimi di “donna” nel vocabolario italiano troviamo termini come femmina e sesso debole, nel pensiero comune la donna è la moglie, la maestra, la mamma, l’infermiera… Sono concetti che sembra abbiano poco a che fare con le 150 donne soldato dell’Esercito Italiano di istanza ad Herat, provincia dell’Afghanistan. La maggioranza di loro ha incarichi operativi, come i colleghi maschi comandano plotoni, pilotano elicotteri da combattimento, sono fucilieri e sminano gli esplosivi. Tra queste donne soldato si sono scelte i componenti del Female Engagement Team FET. La squadra del FET ha studiato la comunicazione, la religione, gli usi, i costumi, la cultura e le tradizioni locali. Il loro compito è quello di incontrare le donne afghane per ascoltare le loro esigenze e proporre la realizzazione di progetti per il miglioramento della condizione femminile a livello locale, nonché, aiutarle nei contatti con le istituzioni governative. Questo programma testimonia come il ruolo della donna sia fondamentale per lo sviluppo di un Paese.

In Afghanistan territorio devastato da quasi 40 anni di conflitti, dalla follia dell’estremismo talebano, dalla guerra e dalla consuetudine di una società arcaica e conservatrice, le donne hanno patito sofferenze e privazioni spesso indicibili. In questo contesto le donne soldato italiane hanno saputo vincere la diffidenza e sono riuscite a stabilire un solido ed efficace dialogo con la realtà femminile locale. E’ sorprendente come l’essere donna dia la forza ed il coraggio di non arrendersi nemmeno agli attentati, alla violenza, all’oppio e al banditismo.

Maria Leone

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