28/04/12

Berlusconi: ben 2610 udienze su di me e sulle mie aziende

“Ho chiesto il calcolo totale dei processi che hanno coinvolto me, le mie aziende, i miei dirigenti dalla mia discesa in campo, nel 1994: questa è la numero 2.610”. Lo afferma Silvio Berlusconi a Panorama, riferendosi all’udienza del processo Ruby del 20 aprile scorso e specificando che si tratta “dell’ultimo episodio dell’aggressione senza pari al personaggio Berlusconi, che si voleva eliminare dalla scena politica non con elezioni democratiche, ma attraverso l’uso politico della giustizia”.
L’ex premier parla a lungo del ‘caso Ruby’ e ricorda che la sera del 27 maggio 2010, quando Karima El-Mahroug fu portata in Questura, “io ero a Parigi e ho chiamato la questura solo per uno scrupolo. Al Capo di Gabinetto Pietro Ostuni chiesi di verificare se effettivamente Ruby fosse quel che sosteneva di essere: una parente di Hosni Mubarak”. Questo perché qualche tempo prima aveva conosciuto la ragazza ad una cena a casa sua e nella quale la giovane “aveva raccontato di avere 24 anni, di essere stata espulsa dalla famiglia per avere voluto abbracciare la religione cattolica. E fece vedere il video di una cantante bella e famosa in Egitto: sosteneva fosse sua madre e appartenesse alla famiglia Mubarak”. E spiega che la sera in cui gli viene data la notizia del fermo di Ruby e del rischio che possa finire in carcere, pensa subito all’incidente diplomatico: “qualcosa di simile a quello che era insorto quando il figlio di Muammar Gheddafi era stato arrestato in Svizzera. Otto giorni esatti prima di quel 27 maggio ero stato a pranzo con Mubarak per un summit Italia-Egitto che si era svolto a Roma. Tra le altre cose avevamo parlato a lungo, per circa quindici minuti, di questa sua parente e della sua triste storia di ragazza cacciata da casa”. Infatti il raìs aveva riconosciuto il nome della presunta madre di Ruby perché corrispondeva a quello di una nota cantante egiziana membro della sua famiglia, ma non sapeva che avesse una figlia di nome Karima.

E così, chiarisce Berlusconi, “quando il 27 maggio mi vene detto che Ruby era in questura e che rischiava di andare a San Vittore, chiesi al mio interlocutore in questura esclusivamente di verificare la sua identità. Temevo un incidente diplomatico. Al tempo stesso domandai a Nicole Minetti di attivarsi per intervenire. Poi Ostuni ci richiamò per dire che Karima era marocchina, non egiziana. Cadeva così il problema: da allora mi sono astenuto da ulteriori interventi”. E, infatti, a conferma di quanto afferma l’ex Premier, nell’udienza dello scorso 20 aprile l’agente Giorgia Iafrate rivela un fatto inedito: Ruby le disse che quella di Mubarak era una favola che lei ripeteva spesso

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