Il risultato del primo turno delle elezioni francesi, sfavorevole al presidente uscente Sarkozy, contiene alcune indicazioni su cui riflettere. In primo luogo, viene sconfitto l’asse preferenziale con la Germania, che ha spinto il cancelliere tedesco Merkel a sostenere personalmente la campagna elettorale di Sarkozy.
Soltanto nelle ultime settimane, l’Eliseo ha annunciato timidamente di voler modificare la posizione assunta in Europa nel campo delle politiche economiche per correggere l’impostazione eccessivamente rigorista a favore di misure per la crescita.Troppo tardi, perché nel frattempo Hollande aveva annunciato la sua volontà di voler rimettere in discussione gli accordi raggiunti in Europa, soprattutto riguardo al rigore fiscale e al ruolo della Bce. In secondo luogo, il dato più rilevante dal punto di vista politico è rappresentato dai consensi ottenuti dal movimento nazionalista di Marine Le Pen, che sfiora il 20%. Sarkozy è stato incapace di stabilire un rapporto con questo movimento, giungendo ad abbracciarne strumentalmente alcune posizioni durante la campagna elettorale. Si può dire però che la sconfitta di Sarkozy deriva in gran parte dalla sua immagine pubblica e dalla sua persona. Sarkozy è apparso molto spesso quasi un giocatore spregiudicato, al punto che un esponente moderato come il vecchio presidente Chirac ha annunciato nel corso della campagna elettorale che avrebbe votato per Hollande proprio a causa del comportamento personale dell’ex ministro dell’Interno. Se al secondo turno il successo di Hollande verrà confermato, il Partito Popolare Europeo dovrà riflettere sulla propria identità e sui propri programmi nel pieno di una crisi che mette in discussione il modello sociale al quale socialdemocratici e moderati popolari hanno contribuito a dare vita nel corso degli ultimi decenni.
Di Paolo
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