24/05/12

L'astensione è inutile. Serve un cambiamento dal basso

Leggendo l'intervento odierno di Marco Petrelli su Frews, mi vengono in mente alcune considerazioni dalle quali non posso prescindere. Ho letto attentamente il suo articolo e l'impressione principale è quella che le sue valutazioni non possono essere sottovalutate, vista la difficile carica che ricopre e che lo 'obbliga' a stare vicino alla gente, ascoltando bisogni, preoccupazioni e lamentele.


Ovviamente, ci sono punti che ritengo discordanti rispetto alla mia indole e ai valori che ho sempre cercato di portare avanti come cittadino della Repubblica Italiana e strenuo difensore della democrazia. Il primo è quello che riguarda l'astensionismo, sicuramente la peggiore forma di protesta a questo mondo. 

Il diritto al voto, infatti, è un bene prezioso conquistato dopo secoli di lotte e proteste, spesso represse anche in maniera sanguinosa. Quando per strada, nei bar, in metro, sento gente affermare che non andrà a votare perché delusa da questa politica, non posso che dissentire totalmente da intenzioni così avvilenti. Perché se abbandoniamo i nostri diritti, prima o poi qualcuno avrà la sfrontatezza di levarceli, facendoci rivivere l'incubo di una società poco democratica e per nulla incline al rispetto dei diritti. E' per questo che affermo con convinzione che il centrodestra debba urlare la propria rabbia in maniera diversa rispetto a quella scelta in occasione delle amministrative. Oltretutto, votare non è solo un diritto, ma anche un dovere.

Come pensiamo di cambiare la società se noi per primi non adempiamo ai nostri doveri? Che esempio daremo ai giovani? E' vero, l'attuale classe dirigente è pessima. Compresa quella del centrodestra, quella che noi stessi abbiamo votato con convinzione alle ultime politiche del 2008. Molti degli elettori che avevano tracciato il segno sul simbolo del Pdl sono rimasti delusi dalla sordità dei nostri rappresentanti rispetto ai bisogni del popolo. Ma il non voto è l'ultimo degli strumenti che dobbiamo usare per cercare di rilanciare l'area politica dei moderati.

Non servono proteste, ma idee, proposte e progetti per il futuro. Dobbiamo spingere per un cambiamento radicale del modo di concepire la politica, anzi la buona politica. Dobbiamo lavorare non per noi, ma per i nostri figli, per i nostri nipoti, per consegnare loro una società migliore. Protestare, soprattutto in questo modo, non serve a nulla. Piuttosto serve una forte spinta rinnovatrice capace di cambiare le carte in tavola. E chi, meglio di noi elettori, può darla? Lo Stato e il partito siamo noi!


0 commenti:

Posta un commento