Da sempre, data la sensibilità per la tematica di vari suoi collaboratori, Frews si contraddistingue per una grande premura circa il tema della difesa della vita dal concepimento alla morte naturale; vale dunque la pena di dedicare qualche attenzione a una recentissima notizia proveniente dagli USA.
In una nota diffusa il 21 maggio dalla Conferenza episcopale americana (United States Conference of Catholic Bishops, USCCB), il presidente e arcivescovo di New York, cardinale Timothy Michael Dolan, offre ampio sostegno all'iniziativa promossa dalle arcidiocesi di New York, Washington e di Saint Louis e da una quarantina di altre realtà cattoliche degli Stati Uniti (fra cui: altre diocesi, istituzioni e organizzazioni quali scuole, università, ospedali e agenzie caritative), le quali hanno avviato delle azioni legali contro l'amministrazione riguardo l'applicazione della riforma sanitaria presso dodici tribunali di otto Stati e presso il Distric of Colombia.
Le direttive introdotte dalla riforma prevedono infatti che i piani assicurativi di tutti i datori di lavoro – istituzioni e organizzazioni religiose comprese – coprano sia la prescrizione e la somministrazione di farmaci abortivi, sia gli interventi di sterilizzazione, considerati questi ultimi in particolare come «servizi di prevenzione per la salute delle donne».
I vescovi USA ravvisano opportunamente in tali provvedimenti una gravissima limitazione della libertà religiosa, in quanto il mandato che fissa le nuove linee guida in materia sanitaria costringerebbe le istituzioni e le organizzazioni cattoliche – e anche quelle affiliate ad altre religioni – a violare i propri principi morali e religiosi in tema di tutela della vita.
Ricordando che la Chiesa cattolica da sempre dimostra fattualmente e attivamente la volontà di collaborare con le autorità civili, il card. Dolan afferma: «Abbiamo cercato di negoziare con l'amministrazione e con il Congresso e continueremo in questo, ma non c'è ancora un punto fermo. Il tempo si sta esaurendo e le nostre preziose attività ministeriali e i nostri diritti fondamentali sono in bilico, quindi dobbiamo ricorrere ai tribunali ora: sebbene la Conferenza episcopale non sia coinvolta direttamente nelle cause, plaudiamo a questa coraggiosa iniziativa promossa da così tante singole diocesi, agenzie caritative, ospedali e scuole in tutto il Paese».
Secondo il porporato, inoltre, l’iniziativa rappresenta «[…] una dimostrazione convincente dell'unità della Chiesa in difesa della libertà religiosa e anche di una grande attestazione della diversità dei ministeri della Chiesa che servono al bene comune e che sono messi in pericolo dalle direttive sanitarie: ministeri per i poveri, per i malati, per coloro che devono essere educati, ministeri rivolti alle persone di qualsiasi fede o che non hanno affatto fede».
Andrea Menegotto
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