24/05/12

Vescovi USA: difesa della vita e libertà religiosa

Da sempre, data la sensibilità per la tematica di vari suoi collaboratori, Frews si contraddistingue per una grande premura circa il tema della difesa della vita dal concepimento alla morte naturale; vale dunque la pena di dedicare qualche attenzione a una recentissima notizia proveniente dagli USA.

In una nota diffusa il 21 maggio dalla Conferenza episcopale americana (United States Conference of Catholic Bishops, USCCB), il presidente e arcivescovo di New York, cardinale Timothy Michael Dolan, offre ampio sostegno all'iniziativa promossa dalle arcidiocesi di New York, Washington e di Saint Louis e da una quarantina di altre realtà cattoliche degli Stati Uniti (fra cui: altre diocesi, istituzioni e organizzazioni quali scuole, università, ospedali e agenzie caritative), le quali hanno avviato delle azioni legali contro l'amministrazione riguardo l'applicazione della riforma sanitaria presso dodici tribunali di otto Stati e presso il Distric of Colombia.

Le direttive introdotte dalla riforma prevedono infatti che i piani assicurativi di tutti i datori di lavoro – istituzioni e organizzazioni religiose comprese – coprano sia la prescrizione e la somministrazione di farmaci abortivi, sia gli interventi di sterilizzazione, considerati questi ultimi in particolare come «servizi di prevenzione per la salute delle donne».

I vescovi USA ravvisano opportunamente in tali provvedimenti una gravissima limitazione della libertà religiosa, in quanto il mandato che fissa le nuove linee guida in materia sanitaria costringerebbe le istituzioni e le organizzazioni cattoliche – e anche quelle affiliate ad altre religioni – a violare i propri principi morali e religiosi in tema di tutela della vita.

Ricordando che la Chiesa cattolica da sempre dimostra fattualmente e attivamente la volontà di collaborare con le autorità civili, il card. Dolan afferma: «Abbiamo cercato di negoziare con l'amministrazione e con il Congresso e continueremo in questo, ma non c'è ancora un punto fermo. Il tempo si sta esaurendo e le nostre preziose attività ministeriali e i nostri diritti fondamentali sono in bilico, quindi dobbiamo ricorrere ai tribunali ora: sebbene la Conferenza episcopale non sia coinvolta direttamente nelle cause, plaudiamo a questa coraggiosa iniziativa promossa da così tante singole diocesi, agenzie caritative, ospedali e scuole in tutto il Paese». 

Secondo il porporato, inoltre, l’iniziativa rappresenta «[…] una dimostrazione convincente dell'unità della Chiesa in difesa della libertà religiosa e anche di una grande attestazione della diversità dei ministeri della Chiesa che servono al bene comune e che sono messi in pericolo dalle direttive sanitarie: ministeri per i poveri, per i malati, per coloro che devono essere educati, ministeri rivolti alle persone di qualsiasi fede o che non hanno affatto fede». 

Andrea Menegotto

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