26/07/11

Un minuto di silenzio per il silenzio

Il silenzio sembra essere morto. Da tempo siamo passati dall'era della comunicazione a quella della comunicazione forzata. Ormai pare impossibile che esistano persone in grado di convivere con il silenzio.
In televisione si vedono programmi di ogni genere dove si susseguono schiere di opinionisti pronti a commentare qualsiasi cosa, spesso promettendo grandi rivelazioni come se dovessero svelare un nuovo mistero di Fatima. Il fenomeno negli ultimi anni si è esteso anche a internet: persone munite di telecamenre che si sentono in dovere di dire cosa pensano dei mali del mondo, sono all'ordine del giorno.
Mi sembra che questa smania di comunicare sia arrivata al punto in cui, pur di essere i primi a esprimere in'opinione, si parla senza riflettere, senza informarsi, senza conoscere realmente quello che (spesso) si critica o (raramente) si loda. Ci si ferma sempre meno a pensare, senza rendersi conto che quello che davvero ci arricchisce come individui è l'elaborazione di un'idea e non una risposta immediata per ogni accadimento.
Comunicare è bello, ma siamo sommersi da migliaia di opinionisti dell'ultima ora e inizio a desiderare la riscoperta del silenzio. Vorrei tornare a chiedere consigli e non esserne sommersa senza aver interpellato qualcuno. Ogni tanto vorrei poter rispondere liberamente "non ho nulla da dire" e non essere scambiata per un alieno.

Sara Citterio

2 commenti:

  1. Sara hai ragione. Come si dice "Un bel tacer non fu mai scritto."

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  2. Niente da dire, da leggere, e da scrivere. Penso che dal 30 luglio al 6 agosto chiuderò davvero bocca ed orecchi e mani. Niente da scrivere, niente da leggere, solo moglie, figli, mare. Ci riuscirò?

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