29/08/11

Il ritorno degli angeli (seconda parte)


di Andrea Menegotto
29 agosto 2011
[La prima parte dell’articolo è stata pubblicata lunedì 22 agosto]
L’angelologia alternativa alla tradizione cristiana non ha origini recentissime; essa getta le sue radici nello zoroastrismo, l’antica religione di Zarathushtra (chiamato in Occidente Zoroastro), il quale vive e insegna, probabilmente intorno all’anno 1000 a.C., nell’attuale Iran. Lo zoroastrismo si presenta infatti più ricco di riferimenti angelici rispetto alla tradizione ebraico-cristiana, all’interno della quale anche il Nuovo Testamento appare piuttosto sobrio, mentre libri apocrifi (cioè non accolti fra i libri della Bibbia) come il Libro di Enoch contengono maggiori riferimenti.
In epoca moderna lo sviluppo dell’angelologia alternativa deve senza dubbio molto all’apporto del visionario svedese Emanuel Swedenborg (1688-1772), per il quale gli angeli sono ex-uomini che hanno percorso un certo itinerario. I mormoni subiscono l’influenza di Swedenborg, infatti nel loro testo sacro Dottrina e Alleanze (130,5) si afferma che gli angeli con cui abbiamo a che fare sono stati tutti uomini e donne. In seguito, la Società Teosofica (fondata nel 1875 a New York dall’esoterista russa Helena Petrovna Blavatsky [1831-1891], e dall’avvocato spiritista americano colonnello Henry Steel Olcott, [1832-1907]) identifica i devas, gli spiriti della natura, con gli angeli. Questa interpretazione viene colta e si diffonde al vasto pubblico grazie al New Age, un fenomeno - vivo ancor oggi, con molteplici sfaccettature - che porta le credenze tipiche di ristretti ambienti esoterici a livello più generalizzato e popolare. Per esempio, i fondatori della comunità-giardino di Findhorn che - fondata nel 1962 – sta all’origine del New Age, affermano di parlare con i devas, ma pubblicano libri in cui appare evidente l’identificazione degli spiriti della natura con gli angeli. Oggi, nel New Age o in ciò che di esso rimane, l’attenzione per la tematica angelica è presente in maniera decisamente consistente grazie soprattutto al channeling, la forma moderna dello spiritismo dove si afferma di poter parlare con una serie di entità fra cui, saggi vissuti migliaia di anni fa, gnomi, folletti, fate e - appunto - gli angeli. Appare piuttosto evidente come ci si trovi molto lontani dalla visione degli angeli insegnata dalla Chiesa cattolica.
Il rinnovato interesse per la tematica angelica può quindi condurre a diversi esiti: in alcuni casi può sfociare, come mostra il channeling, nel magico e nello spiritico; ambiti che la Chiesa cattolica ha ripetutamente condannato come incompatibili con un autentico atteggiamento di fede. In altri casi l’angelologia alternativa, seppure spesso in contrasto con la dottrina cattolica, può condurre l’uomo del nostro tempo a riflettere su valori e temi fondamentali per l’esistenza e l’agire umano. Ancora, il revival angelico può portare all’interesse per una riscoperta della seria angelologia e può suscitare espressioni artistiche di indubbio valore, necessariamente da distinguersi rispetto alla vera e propria paccottiglia. È questo il caso del film Così lontano, così vicino (1993) ─ sequel de Il cielo sopra Berlino (1987) ─ di Win Wenders che è valso al regista tedesco una laurea honoris causa in teologia all’Università di Friburgo. Già dal titolo è possibile cogliere il senso della realtà angelica che emerge dal film: la realtà trascendente è per sua stessa natura «lontana» dall’uomo, ma al contempo Dio è «vicino» attraverso quelle espressioni del suo amore che sono gli angeli.
In ogni caso, una seria interpretazione della realtà angelica è quella che ci offre la Chiesa cattolica, la quale concepisce gli angeli non come espressioni di una realtà dubbia e aventi una valenza carica di ambiguità (come nel caso dell’angelologia alternativa), ma come parte di un più ampio disegno, che è la Storia della Salvezza. Questa visione ben emerge, in sintesi, dal Compendio al Catechismo della Chiesa cattolica, che al numero 60 così enuncia: «Gli angeli sono creature puramente spirituali, incorporee, invisibili, e immortali, esseri personali dotati di intelligenza e di volontà. Essi, contemplando incessantemente Dio faccia a faccia, Lo glorificano, Lo servono e sono suoi messaggeri nel compimento della missione di salvezza per tutti gli uomini» o, ancora, dal Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 350: «Gli angeli sono creature spirituali che incessantemente glorificano Dio e servono i suoi disegni salvifici nei confronti delle altre creature: “Ad omnia bona cooperantur angeli - Gli angeli cooperano ad ogni nostro bene”».

1 commento:

  1. Ottimo articolo, personalmente non condivido molto la conclusione, ho parecchi dubbi su certe definizioni troppo nette e proclmata con assoluta certezza. Mi da un po' fastidio quando la Chiesa cattolica si assume il diretto di essere lei e solo lei la detentrice della Verità Assoluta e colei che sa esattamente come stanno le cose. Quando si pone in questo modo mi ricorda molto l'atteggiamento dei Faresei di 2'000 anni fa. Leggo: "Gli angeli sono creature puramente spirituali, incorporee, invisibili, e immortali, esseri personali dotati di intelligenza e di volontà."
    Colgo una certa contraddizione anche con ciò che leggiamo nei Vangeli, in molti passi importanti e fondamentali appare (ben visibile) uno o più Angeli, pertanto non me la sentirei proprio di definirli "incorporei" e "invisibili".

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