Basta guardare i numeri, vecchi e nuovi, degli aiuti di Stato distribuiti in Europa alle banche (per non parlare delle aziende, in barba alla concorrenza) e non c’è da stupirsi se il tandem Merkel-Sarkozy, tra sorrisi complici e bacchettate all’Italia, tira la volata alla ricapitalizzazione degli istituti di credito.
Da ottobre 2008 a dicembre 2010 l’Unione europea ha erogato la bellezza di 1.240 miliardi di finanziamenti; di questi, 423 miliardi, cioè un buon terzo, se li sono pappati i sistemi creditizi e finanziari della Francia e della Germania. Rispettivamente 141 e 282 miliardi. E alle banche italiane? Quattro, dicasi quattro, miliardi. Che equivalgono per il nostro paese, che è terzo contribuente dell’Unione europea, a meno dello 0,3% delle risorse complessive messe in campo. Insomma, l’Italia spendacciona e inaffidabile diventa (ah, les Italiens!) più presentabile se mette sul piatto europeo un bel gruzzolo per porre in sicurezza le banche “spendaccione” di Parigi e Berlino. Sono dati ufficiali della Commissione europea.
La musica non cambia se diamo uno sguardo al passato. Nel 2008 l’Italia ha concesso 5,5 miliardi di aiuti di Stato, pari allo 0,35% del pil. Nello stesso periodo la Germania ne ha impegnati 15,7 pari allo 0,63 del pil e la Francia 10,3 pari allo 0,53%.
E la musica, a quanto pare, non cambierà anche per il futuro. Il ricco piatto del nuovo fondo europeo per le banche in affanno (si parla di circa 100 miliardi) parlerà in gran parte francese e tedesco, visto che sono i colossi creditizi di Parigi e Berlino a tremare per il fatto di avere in pancia la maggior riserva di asset greci: almeno 55 miliardi il cui valore verrò tagliato grosso modo delle metà.
Il ritornello della Merkel per mettere in riga i paesi “spendaccioni” (nell’ordine Grecia, Irlanda, Portogallo e ora nel mirino c’è l’Italia) è il noto “non potete chiedere ai contribuenti dei paesi virtuosi di pagare per voi”. Ai primi tre, lo ha ricordato recentemente Il Sole 24 Ore, sono stati erogati al prezzo di lacrime e sangue complessivamente 273 miliardi, per le quali la Merkel si è strappata le vesti. Ma sono nove in meno dei fondi europei succhiati dalla Germania per tappare i buchi del suo sistema creditizio e delle sue scorrerie sulle piazze finanziarie mondiali. E come si è visto non basteranno.
Le banche italiane non hanno di questi problemi: “Siamo le più patrimonializzate al mondo - ha ricordato il vicepresidente dell’Abi, Antonio Patuelli - anche più delle americane, possiamo vantare aumenti di capitale anticipati rispetto alle necessità e grazie alla Banca d’Italia abbiamo il sistema prudenziale più rigoroso: siamo in anticipo su Basilea 3”.
Quanto agli “aiuti di Stato”, un’ultima annotazione: i quattro miliardi sono arrivati con l’emissione di Tremonti bond ad una remunerazione talmente elevata che il Tesoro ci sta guadagnando: per l’esattezza 226 milioni a fine marzo. Un “aiuto di Stato” nel quale ci guadagna lo Stato. Non è così a Berlino né a Parigi. E il conto salato lo pagano tutti, anche i cosiddetti reprobi, bacchettati come scolaretti dalla premiata ditta Mercozy. Era questo il motivo di uno sguardo complice e di tanto ridacchiare?
Di Paolo
Si probabilmente ridacchiano perchè noi italiani oltre a prenderlo come sempre in quel posto, sembra pure che siamo pure felici e contenti della cosa!
RispondiEliminaOttimo post, a parte la dichiarazione assolutamente falsa dul fatto che le "banche italiane non hanno problemi"...balle! E lo vedremo presto, primo perchè tutte le banche sono sulla stessa barca (certo alcune messe meglio di altre), secondo ricordiamoci che anche Unicredit è una banca Italiana (perchè spesso sembra che i nostri politici e i nostri banchieri se ne dimentichino)
ho dimenticato di citare la fonte... non mio...provvederò
RispondiEliminaEstamos listos...
RispondiEliminaAnda mal el mundo...