foto di Giorgio Gibertini |
Hanno un megafono, qualche padella e mestolo (strumento molto usato in famiglia e che li ha seguiti anche oggi), si siedono per terra ed attendono pazienti che qualcuno passi e qualcun altro meglio non si faccia vedere.
Presente tutto il tempo e fedele alla sua linea Gianluigi De Palo, assessore alla famiglia del Comune di Roma, padre di tre figli che incuriositi chiedono al papà "ma poi le togli stasera le catene" e che si presta ai fotografi ed alle critiche che gli piombano addosso in real time.
Chiedono queste cose semplici e molto di più ed hanno anche le soluzioni da suggerire a chi li vuole ascoltare, a Buttiglione che si fa carico di molte proposte ed a Di Pietro che si presenta e dice: "Il primo problema è mandare a casa Berlusconi" (originale no?) ed una mamma gli risponde: "Sono vent'anni che ci provate, i miei figli dove sarebbero se aspettavo voi?".
Al termine della giornata i responsabili di Famiglie numerose sono contenti e mentre sono già sul treno che li riporta dalle loro famiglie, scrivono che hanno strappato qualche seria promessa.
Un padre di famiglia è abituato a ben altre lotte.
Un padre di famiglia sa che ogni giorno è una lotta ma la deve compiere perchè non si può rinunciare mai alla paternità dei tuoi figli, di quelli che verranno e di tutti i figli d'Italia.
Sì, tutti i figli d'Italia.
Perchè questa gente ieri era in piazza non per difendere la propria categoria o per umiliare chi figli non ne ha ma per tutti noi, per il futuro della nazione, di chi ha figli e di chi sceglie di rimanere solo.
Non c'è d'aver paura di un padre e di una madre.
Mi convinco sempre di più: date a loro le chiavi di questo Paese.
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