Ieri pomeriggio, mentre ero fuori a fare due passi in città, Roma, mi è venuto il guizzo di fare una capatina a Santa Caterina da Siena. Dapprima mi son infilato nel teatro santa Chiara: dopo lo spazio buffet, si apre una piccola ma sontuosa cappella interna là dove Caterina visse il suo “transito”, il suo passaggio, la sua morte. E poi sono entrato in Santa Maria in Minerva, dove sotto l’altare maggiore c’è il sarcofago col suo corpo.
Mi è corso ...
...un vero brivido lungo la schiena: il pensiero di trovarsi davanti ad una figura che fu capace di uno slancio d’amore assoluto verso il suo Signore e al tempo stesso così immersa nelle pieghe delle vicende tribolate e ambigue della storia del suo tempo, il Trecento, cercando di essere pacificatrice nei conflitti europei e italiani. A motivo di quel suo impegno generoso e illuminato, è stata eletta co-patrona d’Europa e di Roma: figura alla quale poter guardare ieri, oggi e sempre!
Era semplicemente la 25° figlia di un tintore senese. Illetterata, esile e piccola, ma capace di parlare e persuadere quei potenti, papi e signori, troppo impegnati a pensare a se stessi che a vivere il servizio alla pace; con un cuore ardente e una passione altissima per la Chiesa e la società, che allora erano davvero un tutt’uno. Morì a 33 anni. Giovanissima. Eppure, già così decisiva.
Mi ha colpito soprattutto il dettaglio dell’età a cui morì: gli stessi anni di Gesù Cristo, che oggi la Chiesa Cattolica celebra col titolo di Re dell’Universo. Mi ha colpito perché certamente sulla morte di Caterina, come per il suo Amato Cristo, influì il modo in cui visse: spendendosi senza riserve, desiderosa di andare fino in fondo nell’affermare quella giustizia e verità di cui sentiva così fortemente l’urgenza. Non raggiunse dei risultati con la violenza, né con i soldi, né con la politica, né con gli apparati: mise a disposizione la sua vita, in quel misto di limiti e amore. Cosa la rese così capace, così determinata, così appassionata, così retta?
Nella pagina spirituale che accompagna questa giornata dedicata a Cristo Re, un sacerdote dell’antichità, Origene, disse : “Dio regna nell'anima dei santi ed essi obbediscono alle leggi spirituali di Dio che in lui abita. Così l'anima del santo diventa proprio come una città ben governata”.
Che la riuscita della vita scaturisca dall’avere in sé un’anima ben governata?! E che l’anima ben governata venga dalla frequentazione amicale col Dio fonte della vita?! Caterina morì a 33 anni: non la vide mai la pensione, non si preoccupò di poter avere in tasca i due soldi necessari per comprare l’I-pad2 e nemmeno s’informò sulla Spa più vicina per andare a tonificare il suo corpo nel ponte lavorativo; non incendiò le banche né le chiese e non tirò i sanpietrini contro i servi del potere; non lottò contro nessuno ma amò tutti. Consumò la vita propria, per amore di Dio e degli uomini e visse poco…qui. Di là, Quei Tre le han dato l’Eternità, e scusate se è poco!
Don Alberto
Certamente un grande esempio per tutti noi, sempre pronti a puntare il dito contro il politico di turno e troppo spesso non ci rendiamo conto che il problema, per prima cosa, siamo noi! Grazie di averci ricordato la storia di Santa Caterina.
RispondiEliminaGrazie per averci ricordato, attualizzandola, la vita di questa Santa.
RispondiEliminaE'bello quando ci raccontiamo qui su Frews,è bello ricordare certe cose....
RispondiEliminaFra