24/11/11

In Germania nessuno compra più i mitici "bund tedeschi"


Dopo il fiasco di ieri dell’asta di Bund decennali tedeschi (piazzati solo per il 60% dell’offerta e grazie ai massicci acquisti della Bundesbank), e con le istituzioni europee sempre più in disaccordo su come salvare in extremis la moneta comune, tutti scoprono le due ricette del governo di centrodestra italiano: gli Eurobond (che la Commissione Ue ha fatto propri, sempre ieri, nel proprio Libro verde, ribattezzandoli Stability Bond), e soprattutto la trasformazione della Bce in “banca prestatrice di ultima istanza”. In altri termini, di garante vero dell’euro come lo sono tutte le altre banche centrali del mondo per le rispettive valute.
Sul Corriere della Sera di oggi si esprime in questo senso l’editoriale firmato da Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, dal titolo significativo: “C’è una sola via d’uscita”. Scrivono i due economisti: “A questo punto c’è un solo modo per salvare l’euro, un intervento forte della Bce”. Non mancano alcuni distinguo – la Federal reserve americana non compra i titoli dei singoli stati Usa – ma la ricetta è inequivocabilmente quella. Misura del resto richiesta con sempre maggiore insistenza dagli Usa, Inghilterra e da quasi tutti i paesi dell’Eurozona e della Ue. E finora strenuamente avversata da Angela Merkel. Eppure ieri la Bundesbank, la banca centrale tedesca, ha agito nell’asta dei Bund esattamente come non si vuole che faccia la Bce: comprando a mani basse e in fase d’asta i titoli invenduti. Ha cioè acquistato direttamente dal Tesoro tedesco, cosa illegale dal 1981 in Italia.
Sul Sole 24 Ore scrive, sotto il titolo “Il re è nudo”, Guido Tabellini, rettore della Bocconi e già candidato ad entrare nel governo Monti: “Paradossalmente questo evento potrebbe aiutare a sboccare la situazione per due ragioni. Primo, perché ha reso evidente a tutti che, nonostante la sua retorica, la Bundesbank di fatto continua ad agire come prestatore di ultima istanza nei confronti del governo tedesco. Secondo, perché potrebbe anticipare il momento in cui anche la Bce si convince che la stabilità finanziaria, e non solo la stabilità dei prezzi, è la sfida su cui si gioca la sopravvivenza della moneta unica”.
Esattamente le parole di Berlusconi, ripetute nel suo discorso di commiato. Allora la sinistra preferiva insistere sulle “colpe” e sulla “credibilità” del governo di centrodestra. Sono passati solo dieci giorni: ma il tempo è galantuomo, soprattutto rispetto alla propaganda. Oggi Monti incontra la Merkel e Sarkozy: c’è da aspettarsi da lui la difesa di queste giuste ricette.
Di Paolo

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