08/11/11

Inferno: andata e ritorno! Da Genova la storia vera di un padre corso a prendere suo figlio a scuola

Sono passati 4 giorni dalla tragica alluvione avvenuta a Genova.
Un caro amico mi ha scritto la tremenda avventura vissuta sulla propria pelle. L'angoscia di riuscire a portare in salvo il proprio figlio, dovendo attraversare un vero inferno. Credo che una testimonianza diretta come questa dica molto di più tante sterili polemiche che stiamo leggendo in questi giorni. Per ragioni di privacy ho cambiato i nomi, tutto il resto è originale e tremendamente vero.

Manuel, le immagini non dicono niente, rispetto a quello che hanno visto gli occhi, ai rumori, alle ambulanze, alla paura che cresce e diventa terrore, ai pianti e alle contestazioni. Ho rischiato veramente tanto.
Ha iniziato a piovere verso le 10. Poi a scrosci che si alternavano a momenti di quiete, poi a secchiate, ma come non avevo mai visto! L'allerta 2 era stata decretata dal sindaco, ma come sai io sono un meteofilo e lo sapevo chiaramente da almeno 5 giorni che la configurazione che si andava delineando era una delle più pericolose, tant'è vero che ho inviato 3 giorni prima una mail di avviso ad alcuni miei colleghi: PERICOLO!
Il danno lo ha fatto il sindaco Marta Vincenzi, nell'emanare l'allerta 2 (gravi danni ed esondazioni), derubricandolo poi di importanza, mandando i figli a scuola è stato un errore gravissimo che è costato la vita a diverse persone!

Alle 12 avevo capito che le cose si mettevano davvero male, ho guardato i sensori igrometrici che rilevano la portata del Bisagno, ovviamente quelli in località La Presa, che è posta all'imbocco della valle avevano subito una crescita esponenziale, praticamente da livello 0 a livello di guardia in un'ora. Mi sono vestito anti-pioggia e sono partito alle 12 e mezza per prendere Luca che usciva all'una; le cose non quadravano per niente, tombini che saltavano, strade come fiumi, traffico che cominciava ad impazzire....con chi faceva marcia indietro, chi rimaneva imbottigliato, chi imprecava.....intanto mi prendeva un senso di fretta inquietante, qualcosa o qualcuno mi diceva "CORRI!" Mio figlio si trova a scuola, sul versante opposto al mio, aldilà del torrente e della zona di allagamento; avrei dovuto raggiungerlo, prenderlo, e poi ripercorrere la strada per ritornare a casa. Ho attraversato C.so Torino guardando fuori dal parabrezza, impossibile vedere al di là di 10-20 metri: un muro d'acqua che mi sembrava di berla! Sapevo che stava facendo danni, si vedevano già, ma pensavo solo a mio figlio e a raggiungerlo il più in fretta possibile, perché qualcosa mi gravava sulla testa, qualcosa di incombente e funesto. Ho raggiunto la scuola alle 12:45 sotto un diluvio incessante non aveva senso cercare di farlo scendere prima, c'erano decine di padri e madri marce d'acqua e con la paura negli occhi, alcune avevano attraversato a piedi l'impossibile per raggiungere i figli. Quei quindici minuti sembravano eterni, non passavano mai! Il cortile era un lago ininterrotto sino al cancello e i genitori raccontavano di strade già chiuse, di piazze allagate e interdette al traffico, di sottopassi allagati sino al soffitto, ecc. Ognuno raccontava la sua piccola grande avventura, ma non come chi l'aveva scampata, ma come chi sapeva di dovervi rientrare...e l'ansia aumentava!

Finalmente suona la campanella della fine delle lezioni, attendo Luca, lo cerco con gli occhi, i ragazzi sono già un po' agitati perché arrivavano loro notizie via cellulare. Cerco di mantenere un minimo di calma, gli butto addosso la mantella e intanto gli dico: Luca, dobbiamo far presto, le cose si mettono male...ma male male!!
Saltiamo in moto e ci mettiamo sulla via del ritorno. Il traffico è diventato un nodo, le lamiere delle auto sono come tamburi per una pioggia assordante, sirene dei Vigili del Fuoco corrono verso zone imprecisate, poi ambulanze, polizia, municipale: un caos!
Devo stare attento in primis a non cadere, sarebbe la fine!
Scendo verso il basso, fretta fretta fretta, maledettamente fretta....so che è questione di poco...spero non sia tardi.... nonstante questo cerco di rispettare una precedenza, poi impreco a chi mi taglia la strada, maledico il sindaco che non ha chiuso le scuole e prego...attendo comunque sotto il diluvio che penetra dal collo nella camicia e poi sino alla pancia, attendo che scatti quello stramaledetto semaforo...odio tutto quello che mi consuma i minuti i secondi, che mi frena....arriviamo superando colonne di auto bloccate sino a C.so Torino....solo che...NON C'E' PIU'!! Adesso è un fiume color terra ampio 40 metri e profondo 30 ! Non ci sono strisce o segni convenzionali a indicarti la via.....guardo verso destra: il tunnel è completamente inondato e i nastri della Polizia Municipale ne bloccano l'accesso "risalire non possiamo"...ma guardo anche oltre il tunnel, per quel che posso, vedo C.so Sardegna...e poi...poi ...(è in line diretta con Via Fereggiano!!!) ...vedo qualcosa di indistinto nella pioggia...vedo l'acqua aumentare, i primi detriti portati dalla corrente che aumenta.....è un attimo..decido per me e per mio figlio.

Oh cazzo che paura: "Luca dobbiamo scappare! Si mette male male...dobbiamo andar via...salire in alto...superare il fiume o non ce la facciamo: o adesso o mai più!" Decido di buttarmi e tentare, spero in Dio e in tutto ciò che finora mi ha mandato. Mi lancio in C.soTorino trasversalmente, gambe fuori e gas per impedire che entri acqua nel catalizzatore: "se il motore si spegne Luca, saltiamo giù e corriamo a piedi, ok ? OK LUCA?" ..."ok, ok papà...ma pensi che..."
sono già partito...lo scroscio di una pioggia pazzesca si porta via le parole...e i pensieri...non sento più niente, so solo quello che voglio e Devo fare! La moto sembra un motoscafo, solleviamo onde che si spandono a mare, e si arrestano a monte per la corrente...che ora raggiunge le pedane...e le supera anche! Sono determinato come un automa, non rispetto più niente e nessuno, passo col rosso e col giallo (ovviamente guardando se è libero), attraverso diagonalmente i parcheggi e le basse siepi che mi separano da P.zza Paolo da Novi....non c'è altra strada possibile...come in un film mi stanno chiudendo le vie davanti alla mia meta. Ma oggi non mi fermano nemmeno con le pistole!....ma oggi pistole non ce ne sono...oggi è il CAOS!

E' pazzesco Manuel, come tutte le regole si infrangano nella paura, come tutto crolli in un attimo, e la cultura, la buona educazione, la legge e il rispetto...quando OGNUNO PENSA SOLO A SE STESSO E ALLE SUE COSE!

C'è acqua sopra e sotto, mai vista una cosa simile contromano raggiungo la piazza, ancora contromano la aggiro in senso inverso, nessuno ti suona o ti redarguisce.....è l'uomo che pensa solo a sè stesso...e non giudica più l'operato degli altri...saltano i canoni come i tombini! E' l'anarchia totale! Ma conservo il cervello, perchè se c'è qualcuno che non lo fa ti passa sopra e prosegue! Arrivo in Viale Brigata Bisagno, qui c'è un palmo d'acqua...ma ciò che mi spaventa è un migliaio di auto che annodate come barche all'ormeggio, mi separano dalla Staz. Brignole... ognuno nelle proprie scatolette di latta, bombardate dalla pioggia....si sente in trappola...ed è in trappola! E noi con loro!
Questa è la direttrice del Bisagno, anzi, è la copertura asfaltata in cui hanno intubato quel mostro di fango e sassi sul quale siamo seduti! Ruggisce e si ribella, trema la tana corazzata nella quale lo hanno obbligato, ma lui non uscirà lì...io so che se lo fa, lo fa prima, a S.Agata, prima di quel ponte ...e noi è lì che dobbiamo andare, risalire controcorrente, andare verso il punto d'esondazione possibile, e poi su, fuori dal caos a casa... "Luca coraggio, stringiti a me, non fare movimenti bruschi, seguimi sempre,...dai che ti porto fuori...a tutti i costi ti porto fuori prima che esca...dobbiamo!"
Faccio l'impossibile e l'incredibile, marciapiedi e corsie preferenziali, gincane che sembrano ricami, alle volte rimaniamo bloccati, arretro nella visibilità zero, marcio fino alle mutande, non sento niente, niente...e nemmeno lo ricordo.... sento la fretta...e so che sono minuti, forse meno.... ricami che dall'alto sarebbero sembrati assurdi...raggiungo l'incrocio...adesso lo vedo...oltre il tunnel nero e allagato...il mostro ruggisce ed esce: un torrente di lava nera come grafite! Alberi e tronchi: sposta auto e cose!...quando decide non lo ferma nessuno: è incontenibile!
Parto a stecca, schizzo verso sinistra, taglio un semaforo e un altro....e ancora arrivo alla Staz. Brignole con la gente che inizia a cadere per l'onda...vedo una donna che scivola...qualcuno l'aiuta...forse...spero...ma non ci penso già più...ho dietro qualcosa di più prezioso della mia stessa vita....è troppo in confronto a chiunque...troppo......sono un pazzo determinato!

Un altro semaforo ...uno ancora ...e siamo fuori......

"Ok Luca, ce l'abbiamo fatta. Grazie a Dio ce l'abbiamo fatta!"

Pensa che mia figlia, con la saggezza delle donne e dei suoi dicotto anni, mi ha disubbidito, è uscita alle 11 perchè la situazione non gli piaceva ed è arrivata a casa prima dell'inferno

Così è la vita caro Manuel

Arrivi a casa, apri la televisione, mentre Primocanale manda in diretta le immagini dell'apocalisse, e sono le strade che tu hai appena attraversato: auto capovolte, autobus spostati, cadaveri nel fango. Tu sei ora in salvo...così è la vita e fa riflettere...

9 commenti:

  1. Grazie Manuel che ci hai riportato questa straordinaria testimonianza che merita che diffondiamo tutti. Io, Manuel, avrei fatto lo stesso!

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  2. Credo che ogni padre l'avrebbe fatto! Ma qui non si parla al condizionale, lo ha fatto! Leggere la sua mail mi ha fatto venire veramente i brividi, ancora di più conoscendo direttamente la persona. Per questo ho deciso di condividere la cosa con tutti i lettori.

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  3. Io avrei fatto di meglio:non avrei mandato mia figlia a scuola.
    E'vero che se anche tutti i genitori avessero preso tale risoluzione,il personale scolastico avrebbe dovuto lo stesso presentarsi al lavoro e quindi rischiare e perfino morire.
    Ma come Marta Vincenzi ce ne sono tanti.
    Il 16 dicembre 2010 il mio relatore di tesi,mi ha forzata ad andare all'università e col mio compagno abbiamo fatto 80 km di terrore,su strade piene di ghiaccio e neve e un tratto in piena bufera.
    Marta Vincenzi ha delle colpe ma allora facciamo prevenzione e cominciamo ad elencare strade e situazioni ad alto rischio che vediamo e viviamo nel quotidiano e delle quali i nostri sindaci si disinteressano.
    Solo che il mio paese manco ce l'ha il sindaco adesso.....
    Francesca

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  4. Francesca, spesso ci si fida delle istituzioni e poi subentra anche il senso del dovere. Se le scuole sono aperte io non me la sentirei di fare stare a casa i miei figli di mia iniziativa, ci si deve fidare delle istituzioni e delle decisioni che prendono! Altrimenti è l'anarchia più totale! E' un dovere andare a scuola e se la scuola è aperta ci si Deve andare!
    Con questo sono il primo a difendere il sindaco perchè è facile fare i processi a posteriore. Se avesse chiuso le scuole e non succedeva nulla, l'avrebbero criticata per questo! Inoltre è vero che la maggiorparte dei genitori che lavorano avrebbero dovuto portare i figli da una nonna (o altro parente) e quindi problemi analoghi ci sarebbero comunque stati! Ma per pulirci la coscienza dobbiamo sempre identificare un colpevole, un capro espiatorio: tutta colpa del Sindaco, tutta colpa del pervertito Berlusconi (fa niente se poi siamo tutti pervertiti, la colpa è comunque sua, mai nostra!)

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  5. Le tue prime righe mi confermano quello che ho scritto ieri sotto l'articolo di Giorgio:noi italiani abbiamo un senso differente delle cose a seconda della nostra provenienza geografica.
    E mi viene in mente quel comico che dice:-Il lavoro al nord è lavoro,al centro è la fatica,al sud è u travagghiu".
    Siamo diversi soprattutto nel senso del dovere.
    Qui da me perlopiù non diamo retta alle istituzioni,o meglio,gliela diamo se sono del nostro stesso avviso.
    Certo,bisogna dare ascolto a chi è investito di taluni ruoli,l'anarchia è pericolosa ma bisogna anche dare ascolto a se stessi,come ha fatto la figlia maggiore del tuo amico.
    Francesca

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  6. E' bello avere punti di vista differenti, in questo modo si impara l'uno dall'altro e ci si completa! Sarebbe triste se fossimo tutti uniformati! Concordo sul fatto che comunque la propria testa va sempre usata! E comunque pensa che io scrivo così e poi mi definisco seriamente un anarchico, ma nel vero senso della parola! hahaha

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  7. non era meglio restare a scuola tutti, ragazzi e genitori, finchè fosse passato il peggio?

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  8. Anonimo, probabilmente hai proprio ragione! Ma in caso di pericolo l'istinto ti dice: "torna nella tana, rifugiati lì che è un posto sicuro"...e la nostra tana è casa nostra, quindi viene di istinto di correre a casa!

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  9. è vero Manuel... e un buon programma di protezione civile dovrebbe allenarci a non agire d'istinto nelle emergenze e ad adottare comportamenti che possono salvarci la vita. Lo facciamo con le esercitazioni antincendio, andrebbe esteso alle alluvioni. Poi magari vai lo stesso nel panico come penso succederebbe a me ma in molti casi funzionerebbe.

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