15/11/11

L'impegno civile di un medico onesto: Sebastiano Bosio


Ci sono voluti 30 anni per accertare la prima verità, la più importante per i familiari e per tutti coloro che lo hanno conosciuto: Bosio è una vittima della mafia e ha pagato con la vita, come altri professionisti, la fedeltà ad un suo codice morale e alla professione che esercitava.
Ha sempre apertamente manifestato disprezzo nei confronti non solo dei soggetti malavitosi che pretendevano di trasformare il reparto da lui diretto all'ospedale Civico in una succursale di un Grand Hotel ma di tutti coloro, colleghi medici e non, che supinamente si piegavano ai voleri degli stessi.
Per molti ha fatto la fine del " fesso ".
Fesso perché ha sempre apertamente chiamato mafiosi i criminali e non uomini d'onore.
Fesso perché, come molti altri uomini perbene, ha denunciato e rifiutato il sopruso e l'arroganza dei suoi assassini.
Fesso per avere scelto la via più difficile e solitaria in una città prona ai voleri di pochi ma l'unica percorribile per un uomo giusto 
Era un medico e agli inizi degli anni ‘60 fu protagonista di contestazioni e proteste contro l’inefficienza della pubblica amministrazione e contribuì ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica allestendo, con altri colleghi, una sala operatoria in un casello ferroviario abbandonato della linea Palermo – Messina. Nel 1974 divenne primario in coincidenza con l’istituzione del reparto autonomo di chirurgia vascolare, staccato da cardiochirurgia. Poche settimane prima di essere ucciso aveva invitato a Palermo il noto professor Courbier, direttore dell’unità cardiovascolare dell’ospedale S.Joseph di Marsiglia, e insieme a lui aveva effettuato un intervento particolarmente difficile su una ragazza di 19 anni. Il 6 novembre del 1981, all’età di cinquantadue anni, fu ucciso da due killer di Cosa nostra, in via Simone Cuccia.




6 commenti:

  1. Sono diverse le persone che credono e si battono per certi Valori e purtroppo, molto spesso chi crede fermamente in certi Valori va incontro alla morte. Purtroppo pochi vengono ricordati, onorati e resi famosi, i più rimangono sconosciuti e solo i familiari conoscono e ricordano la Verità. Grazie Giorgio per aver ricordato e condiviso con tutti i lettori di Frews questa notizia. Silvia, deve essere proprio un grande onore per te essere figlia di un uomo così grande! E per me è un onore sapere di collaborare con una persona che porta un così importante cognome. Non esiste gesto più grande per un padre che trasmettere ai propri figli (e conoscenti) certi Valori con i fatti e non a parole! Complimenti ancora!

    RispondiElimina
  2. Purtroppo in Italia chi fa le cose bene, chi è onesto e chi ha il coraggio di andare controcorrente è visto come un fesso. Invece di elogiare queste persone, le si scherniscono e solo dopo la morte - nemmeno sempre - viene riconosciuto il loro vero valore.

    Come Manuel, anche io mi sento onorato a collaborare con la figlia di un uomo valoroso.

    RispondiElimina
  3. Purtroppo in questo Paese coloro i quali si sforzano di mantenere un comportamento onesto, lavorativo e familiare, la prendono sempre, perdonate la volgarità, nel culo.
    Non bisogna però dimenticarsi di questi esempi, in quanto dimostrano che l'onestà non solo è un buon modo per vivere, ma anche un arma che può essere usata contro coloro che vivono al di fuori di ogni regola morale.
    Forse le cose non cambieranno mai, ma è giusto combattere per un mondo migliore.

    E.

    RispondiElimina
  4. Grazie per questo post e grazie a Silvia che l'ha scritto. E l'ha fatto con una rara sensibilità. A tal proposito mi viene in mente questa frase "Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola". Grazie ancora Silvia.

    RispondiElimina
  5. Ragazzi voglio proprio complimentarmi io con voi....sono io veramente commossa...sul serio...per la vostra sensibilità e aggiungo affetto. avete ragione nel dire che oggi certi valori sono del tutto "fuori moda" quasi "demodè". ma stando ai vostri commenti, evidentemente ancora qualcosa continua a muoversi. in silenzio, senza clamore nelle persone "per bene" batte sempre un cuore sincero e onesto. mio padre era fiero di considerarsi il classico borghese, di solidi principi morali che mandava le proprie figlie a studiare dalle suore (malgrado nn avesse fede in Dio) per evitare i pericoli dell'italia degli anni '70, travolta dagli scioperi e dalla droga pesante. Lui si vantava anche nel dire in pubblico che le sue figlie nn avevano il permesso di frequentare le discoteche prima dei 18 anni compiuti. E si vantava anche di nn avere mai firmato una giustificazione scolastica falsa per simulare una nostra malattia. Ogni mattina si alzava prestissimo per iniziare il suo lavoro nel suo reparto. Proprio perchè era il capo...diceva che doveva dare l'esempio della puntualità. Però pur avendo lasciato ai suoi collaboratori anche un alto esempio di civiltà (termine a me molto caro) nn è riuscito a far nascere in loro il vero attaccamento al dovere morale...infatti a tutt'oggi nessuno ha ancora testimoniato per rivelare agli inquirenti il motivo che ha condannato alla sua fine un uomo perbene e onesto. il processo contro il suo killer è appena iniziato..e noi siamo all'inizio di un lungo e sofferente cammino. ma penso che ne varrà la pena, cmq vada a finire, almeno per lasciare un segno di civiltà nei giovani della mia palermo, in mio miglio e nei miei nipoti. forse nn è moltissimo ma sicuramente per noi sarà un tributo molto alto da pagare alla società. speriamo che frutti qualcosa.
    grazie ancora ragazzi, sono onorata di collaborare con voi!

    RispondiElimina
  6. grazie Silvia, a te, a Sebastiano che ora sentiamo anche.... nostro!

    RispondiElimina