Capita anche questo, in un Cav, e quando le volontarie me lo raccontano sono in assoluto i momenti più belli. Durante le riunioni dei nostri direttivi siamo anche soliti parlare di pannolini, dei litigi con le compagnie telefoniche che promettono ottimi sconti per le onlus e poi… è sempre un pagare pagare e pagare. Ma al centro ci sono sempre le mamme, coi loro bambini, nei racconti delle quattro volontarie ed un volontario che si occupano dei colloqui.
Ogni volontaria porta uno o più casi, ha una piccola relazione scritta, tutti condividiamo ed integriamo l’analisi della nostra operatrice e poi si cerca una soluzione per venire incontro alla mamma, per darle quella “carezza”, a volte anche economica, che la aiuta a ritirare fuori la voglia di vita che in quel momento è sopita per portarla a scegliere per la vita, sua e di suo figlio. E’ la mamma che sceglie, liberamente, seguita dalle nostre operatrici che nei giorni diventano per lei madre, padre, fratello o sorella.
E quando poi decidiamo all’unanimità per la forma di aiuto… parte un sospiro di sollievo perché siamo certi che a quella mamma stiamo dando una speranza di vita.
Poi il direttivo prosegue e vi sono le comunicazioni sui bambini nati, le loro foto da recapitare agli adottanti, le lettere da scrivere insieme alle parrocchie: momenti di gioia che ci danno molta forza e stimolo a proseguire su questa strada.
Sono venti anni che sono volontario per la vita e spesso, negli incontri in giro per l’Italia, mi sento chiedere: ma come si può aiutare una mamma a scegliere per la vita? La risposta è sempre difficile perché non vi è un manuale che dica… se la mamma si trova in questa o quella situazione andare a pag.21 e leggere la metodologia di approccio. Sicuramente alla base vi deve essere la convinzione vera e testimoniabile che la vita è la scelta che non si rimpiange mai, sempre e comunque. Poi l’esperienza e la sensibilità umana fanno il resto. Da oggi però tutti noi abbiamo la soluzione della “sveglia” regalataci da questa ragazza romana che, invitando l’amica a casa sua la sera prima dell’appuntamento in ospedale per l’aborto e, non riuscendo a convincerla a parole, ha usato dei piccoli amorevoli stratagemmi: spostare indietro le lancette della sveglia fino a farle perdere l’appuntamento con la morte.
La giovane mamma ha apprezzato il gesto ed ora prosegue con la sua gravidanza guardando quella sveglia con occhi d’amore e contando solo le ore che la separano dalla nascita di suo figlio.
Giorgio Gibertini Jolly
Quando abortiscono hanno il rimorso a vita e vorrebbero tornare indietro,quando vorrebbero farlo ma poi li mettono al mondo,per niente al mondo tornerebbero indietro!
RispondiEliminaPensa che su Fb una mi ha attaccato dicendo che questa è una vera e propria violazione della libertà di abortire di quella madre! Speriamo non mi denunci il comitato Sveglie d'Italia!
RispondiEliminacerto che è una violazione! Io ti avrei denunciato finché non finivi in galera e mi pagavi gli alimenti a vita!
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