08/01/12

Storia di una donna sudamericana di Dounia Ettaib


Sono arrivata in Italia nel 1982.
Prima vivevo in un piccolo villaggio del Sud America, mio marito era un pescatore, io curava la casa, il nostro orticello  e i nostri figli.
Mio marito ha iniziato ad ubriacarsi e a picchiarmi, ho deciso di lasciarlo, un’amica mi ha detto che in Italia si trovava lavoro come colf.
Ho venduto un pezzo di terra mi sono comprata un biglietto aereo e sono atterrata in Italia.
Dopo un breve periodo di ospitalità presso una mia cugina, ho trovato lavoro come donna delle pulizie fissa presso una famiglia numerosa.
Iniziavo a lavorare dalla 7 del mattino fino  a mezzanotte.
Dopo pochi mesi ho imparato a cucinare,a stirare e a fare la spesa per  settecento mila lire al mese.
Lavoravo ed inviavo del denaro a mia madre che curava i miei figli, che avevano lasciato nel mio paese a soli,  2 anni la piccola e 4 il maschietto, sapevo che dovevo lavorare tantissimo per potermi congiungere a loro.
Lavoravo tutti i giorni, non avevo riposo,potevo uscire solo la domenica pomeriggio e dovevo rientrare all’ora di cena. La domenica uscivo per chiamare i miei figli e stare con le mie amiche.
Dopo cinque anni di duro lavoro sono riuscita a portare con me i miei figli, la Signora dove lavoravo mi ha concesso una settimana per trovare un alloggio per me e i miei figli. Sono riuscita ad affittare una stanza con altri miei connazionali, ma io dovevo continuare a lavorare dalle 7 del mattino fino alle 23 30.
I miei figli sono riuscita ad iscriverli a scuola, hanno imparato presto la strada di casa, dovevano andare a scuola tornare a casa farsi da mangiare da soli e fare i compiti, alle volte andavano all’oratorio vicino per essere aiutati nei compiti.
Io lavoravo tanto anche per poter comprare i biglietti aeri e mandargli in vacanza nel mio paese d’estate ed io continuavo a lavorare.
La Signora mi metteva in regola solo quando dovevo rinnovare il permesso di soggiorno, pagavo io i contributi, poi dopo aver ritirato il permesso di soggiorno mi dimettevo, non riuscivo a pagare i contributi, l’affitto e le spese.
I miei figli sono cresciuti hanno finito le scuole, ma mentre erano adolescenti mi davano una mano in casa dei miei padroni, mio figlio si occupava del giardino, mia figlia mi aiutava con i lavori domestici e durante le vacanze estive faceva da badante alla madre della mia signora, mia figlia aveva solo 15 anni e prendeva per due mesi di lavoro solo 800 mila lire.
Quando i miei figli erano diventati maggiorenni la questura mi ha informato che non potevano rimanere a mio carico nel permesso di soggiorno,dovevano trovarsi lavoro o dimostrare di avere un reddito sufficiente per frequentare le scuole.
Mia figlio all’età di 18 anni aveva trovato lavoro come manovale in nero, l’unica possibilità di avere un contratto dovevamo pagare il datore di lavoro e pagare i contributi, avevo da parte cinque milioni di lire, accettammo questa condizione, pagammo e mio figlio ebbe il suo primo permesso di soggiorno di lavoro.
Mio figlio prese la patante e nell’impresa dove lavorava inizio a guidare il furgone del lavoro, sempre pagandosi i contributi e alzandosi alle 4 del mattino e rincasando alle 2200 di sera.
Mia figlia quando raggiunse i suoi 18 anni trovò lavoro come colf in una famiglia di quattro membri, ma riusciva a frequentare un corso serale per finire i suoi studi.
Dopo il 2000 ho deciso di continuare a pagarmi di continuo i contributi per avere la carta soggiorno e per aver un giorno  la pensione.
Mia figlia per un periodo era stata fortunata, aveva finito i suoi studi e aveva trovato lavoro in una grande società, faceva un bellissimo, un lavoro che le permetteva di viaggiare di continuo, ma tutte le volte che subiva un furto e perdeva i documenti  doveva rifare la solita trafila nella questura  prefettura, per avere il duplicato dei suoi documenti pagava il suo permesso di soggiorno come se lo richiedesse per la prima volta.
Mio figlio in mezzo a tanti sacrifici, riuscì a farsi una famiglia e a prendersi casa  con un mutuo.
Entrambi i miei figli in questi due anni sono stati sfortunati hanno perso il lavoro, mio figlio rischia di perdere la sua casa e i suoi figli nati in Italia e parlano solo italiano rischiano di dover ritornare nella patria dei loro genitori che per tutta la loro vita non hanno mai visitato.
Mi a figlia ha perso la sua carta di soggiorno ed ora ha un permesso per ricerca del lavoro, negli anni precedenti aveva inoltrato richiesta per la cittadinanza,  pagando i dovuto versamenti dovuti, richiesta che è stata archiviata nel momento in cui ha perso il lavoro quando la sua azienda ha dichiarato banca rotta.
Vivo in questo paese da 28 anni, come straniera, lavoro onestamente, pago i miei contributi con i miei soldi guadagnati con il sudore, ho sempre lavorato dai medesimi datori di lavoro benestanti, che non hanno mai subito problemi economici, da quando sono arrivata ho visto le loro società crescere, hanno alle loro dipendenze 400 persone, ed io che ho fatto sempre tutto, ho pulito la loro casa, ho cresciuto i loro figli, ho curato i loro genitori per me non c’erano soldi per i miei contributi.
Ho cresciuto i miei figli in questo paese sperando di dar loro una nuova patria e una nuova dignità, ho insegnato a loro a lavorare onestamente e a contribuire nella società che ci ha accolti.
I miei figli sognavano di diventare italiani, io sognavo di invecchiare serenamente, non sognavo il passaporto italiano, ma di vivere nel rispetto del mia persona e del mio lavoro e non avere pensieri.
Oggi vivo nel terrore che i miei figli possano diventare irregolari, vivo nel terrore che i miei figli siano costretti ad essere rimpatriati loro e i miei nipoti nati in Italia, vivo questo terrore e sento molti italiani dire che noi stranieri viviamo alle loro spalle e non paghiamo le tasse.
Pagare un rinnovo è giusto e tutti gli stranieri sono d’accordo nel pagare il giusto prezzo, ma dopo anni di sacrifici continui è giusto secondo voi essere cacciati via come dei cani randaggi?

Storia di una donna sud americana, come tante altre.

Dounia Ettaib

1 commento:

  1. Grazie di aver scelto noi per veicolare la tua testimonianza! La diffonderemo al massimo!

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