18/01/12

Tutti contro l'Ungheria perchè in "Costituzione" difende i valori non negoziabili

Cristo ha detto: quando il mondo vi odierà dovrete pensare al fatto che ha odiato me prima di voi (Giovanni 15,18). Queste parole contengono un’attualità del tutto speciale al giorno d’oggi, quando in tutto il mondo molti sparano a zero sull’Ungheria.
Qual è la vera ragione di questo odio? Il vero motivo è che l’Ungheria si è schierata con certi valori umani fondamentali che oggi molti vorrebbero distruggere. Il Parlamento ungherese ha dato al paese una Costituzione che inizia col nome di Dio (nel Preambolo) e che afferma che la vita del feto deve essere tutelata sin dal suo concepimento (Libertà e responsabilità, II), che l’Ungheria difende l’istituzione del matrimonio, inteso come alleanza di vita tra un uomo ed una donna (Fondamenta, L). La Costituzione dichiara inoltre che la famiglia è la base della sopravvivenza della nazione e che la grandezza delle imposte deve essere stabilita con riguardo alle spese dell’educazione dei figli (Libertà e responsabilità, XXX).
Certamente a molte persone nel mondo non piace questa chiara definizione di questi valori umani fondamentali. Inoltre, il Governo ungherese ha imposto una tassa povvisoria sulle banche. Ciò incute angoscia nei signori del mondo delle finanze che l’esempio possa diventare contagioso.
Questo è il vero motivo degli attacchi contro l’Ungheria. Certamente esso non viene nominato e al suo posto vengono elencate accuse di minore peso. Una di tali accuse è quella sulla Legge sulle chiese. Lo scopo di questa legge era togliere lo status di "chiesa" alle cosidette chiese-business. In Ungheria, infatti, non come in molti stati europei, le istituzioni relative all’insegnamento, alla sanità e alla cura sociale, quelle gestite dalle chiese, hanno un finanziamento pari a quelle gestite dallo Stato, in quanto offrono ai cittadini un servizio di insegnamento o di assistenza assolutamente simili. Perciò nell’Ungheria si sono costituite tante pseudo-chiese con lo scopo esclusivo di ottenere il sostegno statale. La nuova legge sulle chiese cambia questa situazione. Circoscrive in maniera più puntuale le condizioni, in base alle quali una comunità può ottenere lo status di chiesa (almeno mille membri, almeno 20 anni di presenza in Ungheria). Le comunità che non ottengono questo status, potranno portare avanti la propria attività tranquillamente, ma non riceveranno un sostegno per le loro istituzioni.
Certamente anche il Parlamento e il Governo dell’Ungheria hanno commesso degli errori nel corso della loro attività. Così per esempio è avvenuto per alcuni punti della legge sui mass media (più tardi cambiata), o nel caso della legge sulla Banca Nazionale: alcune modifiche, probabilmente inutili e non importanti, hanno comunque prestato il fianco ad attacchi. Allo stesso modo sarebbe stato più opportuno stipulare un accordo con le banche ancora prima di concedere ai cittadini la possibilità di liberarsi dai debiti a prezzi scontati.
Il motivo dell’attacco all’Ungheria non è però questo, ma i valori fondamentali che quali vengono rappresentati dal paese. Il Parlamento attuale deve far valere, in maniera responsabile, la maggioranza di due terzi con cui gli elettori lo hanno incaricato ad agire. Questa responsabilità ed opportunità devono essere messe in atto con umiltà e perspicacia. Gli attacchi esterni conviene respingerli tranquillamente, a volte con abilità. Il deposito in valute della Banca Nazionale ammonta a quasi la metà del debito estero ed esso potrà essere utilizzato qualorsa si renda necessario finanziare il pagamento di tali debiti. Ciò significa anche che il paese potrà resistere per un certo tempo anche in forte vento contrario.
Avviene spesso nella storia che quando appare la luce, si manifesta anche, contrapposta ad essa, l’oscurità. Auguro a tutti noi di essere i figli della vera Luce, i costruttori di un mondo più vero e più umano.
János Székely, vescovo ausiliare di Esztergom-Budapest
Magyar Kurír

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