07/03/12

Finalissima di Italia’s Got Talent: intervista esclusiva a Federico Soldati


Federico Soldati, 23 anni, è un giovane prestigiatore appassionato di mentalismo, residente in Svizzera e precisamente a Lugano, nel Canton Ticino. Nel corso della settimana studia giurisprudenza all’Università di Lucerna, mentre nei fine settimana è invitato spesso a tenere spettacoli in feste private, matrimoni, cene aziendali...
Dopo essere comparso in vari programmi televisivi ticinesi, nel febbraio 2012 approda a Italia’s Got Talent, il fortunato e seguitissimo show in onda il sabato sera su Canale 5, che vede Maria De Filippi, Gerry Scotti e Rudy Zerbi nei panni dei giudici e alla conduzione Simone Annicchiarico e Belen Rodriguez.

Dalle selezioni iniziali Federico è passato alle semifinali – dove si è esibito con un numero di tutto rispetto – e da qui alla finalissima, che si svolgerà a Roma il prossimo sabato 10 marzo, in diretta su Canale 5, con selezione del vincitore assoluto tramite televoto da parte del pubblico a casa. Sarà chiamato a confrontarsi con altri quindici finalisti, in discipline molto diverse dalla sua, fra cui il bravissimo ventunenne operaio di Trani Stefano Scarpa, che vanta doti atletiche impressionanti e che sa abilmente coniugare la forza di braccia e addominali con l’assoluta pulizia e spettacolarità del gesto ginnico. Per Scarpa buona parte della città di Trani è allertata in vista del televoto, tant’è che già in semifinale ha riscosso il consenso più alto del pubblico casalingo.
Eppure Federico – ne siamo certi – saprà dire ancora una volta la sua…
Simpatico e con la giusta dose di umiltà, faccia pulita, da ragazzo serio e per bene, Federico Soldati lo è davvero. Nel 2011 non si è sottratto a una diatriba con Gianni Golfera, un personaggio che era riuscito ad ottenere molto successo in Italia grazie alla dimostrazione televisiva delle sue presunte incredibili doti mnemoniche. Scopo ultimo di queste dimostrazioni era la promozione dei suoi corsi sull’apprendimento mnemonico volti a sviluppare “una memoria di ferro”. In verità Federico ha potuto dimostrare – anche attraverso un suo breve saggio – che il metodo mnemonico proposto da Golfera non era affatto un sistema rivoluzionario di sua invenzione, come dallo stesso sostenuto, ma si limitava a riproporre tecniche ben conosciute e peraltro e funzionanti, anche se un po’ obsolete. Golfera è così divenuto oggetto delle attenzioni di Striscia la notizia.
Tornando più propriamente alla finalissima di Italia’s Got Talent, Federico ha ormai raggiunto Roma dove fervono i preparativi. Nonostante i “giorni di fuoco” che sta vivendo causati dagli impegni e dalla massima concentrazione per la preparazione della sua esibizione che dovrà, ancor più delle precedenti, stupire il pubblico a casa e i giudici, ha trovato il tempo per rispondere a qualche nostra domanda.
- Federico, ci parli un po’ di te?
«Sono al secondo anno di legge all’Università di Lucerna. Lo studio è molto impegnativo poiché si tratta di una materia astratta e complessa. Inoltre la lingua tedesca rende l’apprendimento ancora più difficoltoso. Non mi ritengo uno studente brillante, ma cerco di passare tutti gli esami al primo colpo per non perdere tempo».
- Quando hai incominciato a praticare il mentalismo?
«Fin da bambino ho sempre amato la magia in quanto già mio padre mi mostrava spesso piccoli giochi di prestigio. Infatti anche lui da ragazzo si era appassionato a quest’arte seppur per un breve periodo e aveva acquistato alcuni libri. All’età di dodici anni, ho ritrovato questi libri nel solaio di mia nonna… La passione si è accesa in un batter d’occhio. All’età di tredici anni mia zia mi ha proposto di intrattenere i suoi ospiti ad una cena di compleanno. Benché non avessi nessuna esperienza ho accettato di esibirmi e così ho fatto il mio primo spettacolo. In seguito si è sparsa la voce che facevo il prestigiatore e sempre più persone hanno cominciato a chiedermi di fare piccoli interventi a feste private e compleanni per bambini. Verso i diciassette anni ho poi scoperto di avere una predisposizione caratteriale per il mentalismo e in breve tempo ho adattato la maggior parte del mio repertorio a questa tipologia di spettacolo. Per riuscire in questa transizione è stato molto utile potersi confrontare con altri prestigiatori all’interno del Club Magico dell’Insubria. Questo club raccoglie diversi appassionati di magia del nord Italia e del Ticino che ogni mese si incontrano per migliorarsi e scambiarsi esperienze. Sono un autodidatta. Da un lato sono felice di non aver mai avuto un maestro in quanto questo mi ha spronato a sviluppare un mio stile personale che si distinguesse da quello degli altri prestigiatori. Dall’altro lato imparare tutto da solo è stato molto faticoso e spesso anche difficoltoso. Ogni giorno dedico almeno un’ora al perfezionamento delle mie abilità. Poter lavorare sempre di più mi ha comunque permesso di perfezionarmi e migliorare costantemente fino ad oggi…e naturalmente c’è ancora molto da imparare!».
- Cosa significa per te essere un mentalista e ci puoi spiegare cos’è il mentalismo?
«Il mentalismo è la branca della magia mentale. Si tratta di effetti che cercano di dare l’illusione di un sesto senso usando in realtà i cinque che si possiedono veramente. Il mio scopo è quello di portare gli spettatori in una sorta di limbo fra realtà e finzione. Realtà intesa come abilità scientifiche quali induzione, linguaggio del corpo, statistica e psicologia, mentre la parte di finzione vista come classici espedienti da prestigiatore. In questo limbo spetta poi agli spettatori delineare i confini tra realtà e finzione. Gli effetti di mentalismo diventano efficaci solo quando si adattano alla propria personalità. Per questo motivo è difficile ispirarsi esclusivamente ad altri mentalisti. Buona parte del mio spettacolo è basata quindi su numeri di mentalismo, ma nel mio repertorio includo però anche molti effetti con le carte, con il cubo di Rubik, tecniche di memorizzazione rapida e numeri da giocoliere. Di solito riesco a risolvere il cubo di Rubik in meno di 25 secondi e utilizzo il metodo Fridrich, che è la stessa tecnica utilizzata dal campione del mondo. Per i miei spettatori più coraggiosi che desiderano imparare a risolvere il cubo di Rubik ho spiegato il metodo Fridrich sul mio sito Internet: www.federicosoldati.com. Tornando in generale alle mie esibizioni, penso che in questo campo la caratteristica migliore sia la varietà, cioè sviluppare tecniche diverse, sperimentare numeri nuovi e prendere ispirazione dagli artisti che più si avvicinano alla propria personalità. Perché un'esibizione, per risultare credibile ed efficace, deve raccontare qualcosa del protagonista».
- La tua esperienza a Italia Got's Talent…
Mi è stato proposto dalla produzione che aveva visto alcuni miei video su YouTube. Inizialmente ero un po' indeciso se partecipare perché mi era stato spiegato che qualunque fosse l’esito dell’esibizione, essa sarebbe comunque andata in onda. Perché evidentemente non è possibile chiedere ai produttori di non mandare in onda la performance in caso di esito negativo (ce l’hanno pure fatto firmare) in quanto lo scopo del programma è anche quello di mostrare le esibizioni che non sono andate a buon fine. Questo mi spaventava molto, perché essendomi costruito in questi anni una certa reputazione avevo il terrore che qualcosa potesse andare storto, finendo ridicolizzato davanti a tutta Italia. Un pensiero che mi spaventa tutt’ora, dato che sono passato alla finalissima, che sarà in diretta come le semifinali. Alla fine mi sono fatto coraggio è ho accettato di andare ai provini a Roma... È un’esperienza elettrizzante. In questi anni ho avuto la fortuna di calcare numerosi palchi e col tempo esibirsi davanti ad un pubblico numeroso è diventata un’abitudine. Ciò nonostante trovarsi davanti a 500 spettatori, consapevole del fatto che le riprese sarebbero state mostrate a 8 milioni di spettatori indipendentemente dal risultato dell’esibizione, è il fattore che più mi spaventava. L’aspetto più problematico per il mio numero è che avremo a disposizione solo due minuti di tempo. Il mentalismo, la mia specialità, richiede tempi di spettacolo molto lunghi in quanto il coinvolgimento degli spettatori avviene sul piano mentale con una comunicazione in gran parte verbale. Proporre degli effetti che risultino efficaci in soli due minuti diventa quindi molto difficile. È un fattore della competizione che mi spaventa molto.
- Progetti per il futuro?
Recentemente ho deciso di diventare prestigiatore professionista. Prima però desidero concludere i miei studi universitari. Avere un titolo di studio è sempre una garanzia, anche se il mio desiderio è quello di continuare con le mie esibizioni e continuare a meravigliare il pubblico con numeri sempre più originali. Lavorare nel campo dell’intrattenimento è un lavoro tanto affascinante quando imprevedibile. Per questo prima di diventare prestigiatore professionista desidero avere una laurea che mi permetta di tornare nel mondo del lavoro “convenzionale” senza troppe difficoltà nel caso la strada intrapresa nel mondo dello spettacolo dovesse rivelarsi troppo altalenante.
Per quanto riguarda il futuro (molto) immediato Federico aggiunge: «Fondamentale sarà il sostegno del pubblico che seguirà la trasmissione da casa, dato che la classifica verrà stilata in base al televoto. Spero che tutti quelli che apprezzeranno i miei numeri mi diano una mano votandomi».
Ringraziandolo per la disponibilità, benché di solito non sia fra coloro che “televotano”, questa volta con la mia famiglia farò un’eccezione e mi auguro che anche per molti lettori di Frews possano sostenere Federico Soldati nella finalissima di Italia’s Got Talent in onda su Canale 5 sabato 10 marzo, alle ore 21.
In ogni caso e comunque vada, insieme ad un grosso in bocca al lupo, Federico ne stia certo: non solo sarà, ma è già un grande successo!
Andrea Menegotto

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