Nonostante cinque lunghi anni di crisi mondiale, grazie anche alle politiche messe in atto da Regione Lombardia, le imprese industriali lombarde hanno raggiunto, nel corso del 2011, il record di esportazioni per un valore di oltre 104 miliardi di Euro. Il livello più alto mai raggiunto. I significativi interventi a sostegno del sistema agroalimentare lombardo lo hanno fatto diventare il più importante d’ Italia e fra i più rilevanti a livello europeo.
La Lombardia rappresenta il 20,7% del Pil nazionale, il 36% dell’import nazionale, il 29% dell’export, il 25,2% di tutte le società di capitale italiane, il 21% della spesa totale in ricerca e sviluppo. Il Pil per abitante supera i 32 mila euro (28,3% in più della media nazionale).
L’ osservatorio dei diritti dei minori ha recentemente riconosciuto il merito, al Governatore Formigoni, di aver portato la Lombardia al primo posto in Europa, grazie alle leggi sulle politiche familiari in tema di tutela dell’ infanzia in tutte le sue fasi. L’ elevato livello qualitativo dei reparti pediatrici, disseminati sull’ intero territorio regionale e la quantità e qualità dei micronidi, nidi e asili, operanti sul territorio, conferiscono alla Regione Lombardia il compito di salvaguardia degli standard italiani rispetto agli altri Paesi dell’ Unione. Una realtà fatta di numeri che illustra chiaramente che le priorità del governo Formigoni, sono state, negli anni del suo mandato, le famiglie e i lavoratori.
I risultati della Regione Lombardia sono straordinari, soprattutto se si considera che sono stati raggiunti con il minor impiego di personale. La Corte dei Conti nel giudizio di parificazione per l’ anno 2010 ha scritto: “La Regione Lombardia, a fine 2010, contava 223 dirigenti. I dipendenti del comparto, alla stessa data, erano 3.123. In Sicilia, i dirigenti regionali sono all’ incirca dieci volte di più della Regione Lombardia, mentre i dipendenti, sono quasi il sestuplo e ciò non può essere giustificato soltanto con riferimento alle maggiori competenze legate all’ autonomia della Regione Sicilia”. La Regione Sardegna, con una popolazione di appena 1.672.000 abitanti ha in servizio ben 4.548 dipendenti ben 1.424 in più di Regione Lombardia
In Lombardia, la media è di 34 impiegati ogni 100mila abitanti, per lo stesso numero di abitanti il Molise ne ha 291, ovvero 8 volte e mezzo di più rispetto alla Lombardia, il Piemonte ne ha 70, l'Umbria 159 e la Toscana 74 ogni centomila abitanti.
Essere i primi con un costo per abitante di 21 euro pro capite, quando la media nazionale è di 44 euro è davvero straordinario, soprattutto se si osserva che, sempre la Regione Sicilia, costa 349 euro per abitante; una cifra spaventosa che mette una seria ipoteca su ogni prospettiva di sviluppo del nostro Paese.
Com’è possibile, di fronte a questi dati, che la Lombardia sia additata come la Regione del malaffare e si continua a chiedere le dimissioni del suo Presidente? Le altre Regioni? Le sciogliamo tutte d’ ufficio? Se poi si va ad analizzare quanto costa ai cittadini il Comune di Napoli, da anni in mano alla sinistra, c’è da rimanere senza parole, pensate, ben 1.630 euro pro capite. Una cifra enorme che non paga solo il cittadino napoletano perché ogni anno gli Italiani, versano al comune di Napoli ben 600.000.000 di euro!
Ce la farà la sinistra a portare il sistema Napoli anche in Regione Lombardia e nel resto d’ Italia? C’è da sperare nella saggezza degli elettori che abbiamo il dovere di informare per evitare un disastro irreversibile.
L’ esempio di sobrietà nell’ amministrare la cosa pubblica dimostrata dalla Regione Lombardia, deve coinvolgere tutte le forze politiche, senza strumentalizzazioni di parte perché nessuno può essere favorevole agli sprechi e al malaffare. Tutti sentono il bisogno di tagliare i costi della politica e tra questi non dobbiamo trascurare i costi determinati dalla ingerenza dei partiti nelle società partecipate. L’ abolizione dell’ IRI e le partecipazioni pubbliche ha segnato un cambiamento storico nella vita politica del nostro Paese. La proliferazione delle società partecipate nelle Regioni, Province e Comuni rappresenta un pesante vincolo allo sviluppo e alla riduzione della spesa pubblica. Anche su questo fronte la Regione Lombardia è avanti anni luce di fronte alle altre regioni. A fronte di 69 partecipazioni del Governo Formigoni, l’ Emilia Romagna ne conta ben 193, per non parlare del comune di Torino che ha 623 partecipazioni. Le società partecipate consentono agli enti locali di assegnare ben 38.000 poltrone e sarebbe opportuno che la classe politica prendesse coscienza della necessità di liberare queste risorse dai controlli dei partiti, evitando di proporre ai cittadini referendum ingannevoli che paventano l’ aggressione dei privati al bene pubblico.
La strategia vincente della Giunta Formigoni è stata invece quella di porre in competizione pubblico e privato e, attraverso il meccanismo dell’ accreditamento, ha garantito un controllo qualitativo sui livelli di prestazione.
In ambito sanitario, la Regione Lombardia, grazie a queste scelte politiche, ha raggiunto livelli di eccellenza che la pongono, anche qui, al primo posto in Europa.
Sullo spinoso problema delle liste di attesa, la Lombardia (così dichiara l’ osservatorio Nazionale sulla Salute), è la Regione in cui si riscontra la massima trasparenza, oltre che offrire le prestazioni in tempi rapidi, considerato che una mammografia si ottiene in 3 giorni e una risonanza magnetica nucleare in 5 giorni. E i costi? Anche qui la Regione Lombardia stupisce per i suoi primati. Rispetto alla media nazionale, la sanità lombarda costa il 9,3% in meno.
Prima dell’ amministrazione Formigoni la sanità lombarda costava il 3% in più della media nazionale. Emilia Romagna e Toscana sono virtuose, ma non come la Lombardia, mentre le Regioni Lazio, Campania, Sicilia, Liguria, Bolzano e Valle d’ Aosta sono molto al di sopra della media nazionale.
L’ affermazione di alcuni esponenti della sinistra lombarda che la sanità in Lombardia è sempre stata efficiente è falsa e contraddetta dai dati forniti dal CERM nel 2012, in cui si può osservare il progressivo miglioramento degli indici da quando Formigoni si è insediato in Regione Lombardia nel 1995. Lo studio citato, pone in evidenza, senza possibilità di equivoco alcuno, la distanza abissale fra la sanità lombarda e quella delle altre regioni: “ Il Mezzogiorno è staccato dal resto d’Italia di ordini di grandezza che dimostrano l’urgenza delle riforme.
Sono cinque le Regioni per le quali il gap di efficienza e di qualità risulta particolarmente acuto: Campania, Sicilia, Puglia, Calabria e Lazio.
Per raggiungere i livelli Lombardi, dopo aver colmato il gap di qualità, la Campania dovrebbe liberare risorse per oltre 3,4 miliardi di Euro l’anno, la Sicilia oltre 2,1 miliardi, la Puglia quasi 1,8 miliardi, la Calabria 560 milioni e il Lazio quasi 1,5 miliardi che sommato al risparmio delle altre Regioni si ottiene una riduzione di costi per un importo di oltre 12 miliardi, equivalenti a circa lo 0,8% del Pil.”
La sanità lombarda, oltre ad eccellere nelle prestazioni è anche quella che costa meno di tutte le altre Regioni d’ Italia. Nel 2010 con un costo pari al 5,3% del Pil, la Lombardia precede tutte le altre regioni, sei delle quali superano il 10% del Pil. In Lombardia bastano 41,3 dipendenti per mille abitanti mentre le altre regioni, escludendo le Regioni a Statuto speciale, per funzionare hanno bisogno di più di 60 dipendenti della sanità ogni 1000 abitanti.
Se la sanità di queste Regioni fosse stata in linea con quella Lombarda non sarebbe stato necessario il taglio delle pensioni, l’ aumento dell’ iva e della benzina e non sarebbe stato necessario reintrodurre l’ ici sulla prima casa. Se in Italia ci fossero 20 Formigoni, uno per ogni Regione, non avremmo bisogno di strozzare con le imposte i cittadini, non avremmo il terrore dello spread e i giovani e le famiglie potrebbero guardare al futuro con maggiore fiducia. L’ alternativa ai 20 Formigoni è l’ approvazione dei decreti legislativi varati in attuazione della legge delega sul federalismo. La determinazione del fabbisogno standard è la migliore spending review che si possa fare. Il vero progetto di risanamento dell’ Italia sta proprio nel passaggio graduale dalla spesa storica alla spesa determinata sulla base dei costi standard.
Questi sono dati certi e inconfutabili, che testimoniano l’ alta qualità del “prodotto” Regione Lombardia. Questi sono i fatti, il resto è solo fumo che viene soffiato sulla nostra Regione nel tentativo di nascondere la più bella esperienza amministrativa dal dopoguerra ad oggi.
Cari Consiglieri respingiamo con fermezza questa mozione perché è faziosa e ha il solo scopo di coprire di fango la Regione più virtuosa d’ Italia nel timore che questa possa essere presa a modello da tante altre amministrate dalla sinistra che al confronto hanno solo il dovere di arrossire dalla vergogna.
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