Paradossi quotidiani. Sono
abbastanza avvezzo alle critiche in maniera inversamente proporzionale al
numero di editoriali che scrivo ogni anno. Questo perché, opinione mia
personale, ho sempre inteso il buon giornalismo come cronaca terza di un
avvenimento e non come campo di battaglia dove sfogare considerazioni personali
e attaccare nemici. Sul mio conto, su ciò scrivo, su ciò che dico ho ricevuto
migliaia di critiche, centinaia di confutazioni e, spesse volte, anche molti
insulti.
E se nei primi due ho sempre cercato di trarre spunto per un’evoluzione del mio pensiero, sugli ultimi ho sempre sorvolato, infischiandomene altamente di coloro che non hanno altri mezzi per smentire qualcosa che rispecchia la realtà. Fino a ieri, quando, dopo un commento sul carisma di Beppe Grillo, a mio avviso decisamente simile a quello di Silvio Berlusconi (tant’è che l’ex Premier ha chiesto ai suoi di studiare il fenomeno Grillo), ho ricevuto da un anonimo un insulto che mai nella vita avrei potuto immaginare.
E se nei primi due ho sempre cercato di trarre spunto per un’evoluzione del mio pensiero, sugli ultimi ho sempre sorvolato, infischiandomene altamente di coloro che non hanno altri mezzi per smentire qualcosa che rispecchia la realtà. Fino a ieri, quando, dopo un commento sul carisma di Beppe Grillo, a mio avviso decisamente simile a quello di Silvio Berlusconi (tant’è che l’ex Premier ha chiesto ai suoi di studiare il fenomeno Grillo), ho ricevuto da un anonimo un insulto che mai nella vita avrei potuto immaginare.
Ve lo ripropongo:”Ah Cipolla, ma
non hai nient altro da fare pur di scrivere ste stronzate su Beppe???? Mi sa
che anche tu sei uno della P4”.
Ora che io scriva stronzate può
essere determinato esclusivamente da un punto di vista soggettivo che varia d’individuo
in individuo. Durante la mia carriera ho ricevuto molti complimenti, così come
molte critiche, molti biasimi, molti rimproveri. Mi dissero addirittura che la
pensavo come un nazista perché osteggiavo l’eutanasia e difendevo la vita. Passi.
Non mi fece impressione sentirmelo dire perché sapevo di difendere dei valori
secondo la mia coscienza e la mia educazione. Ma darmi del piduista, o
piquattrista chiamateli un po’ come vi pare, per aver messo a paragone due
individui che politicamente si muovono con lo stesso stile, mi sembra
esagerato.
Non è un’opinione, ma una tesi
basata su fatti che sono sotto gli occhi di tutti. Berlusconi e Grillo, anche
se in tempi completamente diversi, son cresciuti perché rappresentavano il
nuovo, la novità e non di certo son stati premiati per i contenuti. Così come
Forza Italia e il M5S consideravano fondamentale il radicamento sul territorio
e il contatto diretto con gli elettori. Non mi sembrano eresie, francamente. Che
poi vi siano profonde differenze di contenuti questo è un altro discorso, ma
anche questo è vero. Berlusconi ha sempre promosso la cultura liberale-
riformista, Grillo quella del ‘tutti fanno schifo e tutti sono ladri’.
E purtroppo, al contrario di
quello che s’inizia a dire per le strade, i suoi sodali lo seguono con quel
tono arrogante e presuntuoso che rende antipatico il comico genovese e tutto il
M5S. La democrazia? A che serve, buttiamola nel secchio. E il libero pensiero? Pure
quello, tanto chi lo usa più? E la confutazione delle tese altrui con valide
argomentazioni? E cos’è? Boh.
Sta di fatto che il metodo
prevaricatore della stragrande maggioranza degli elettori di Grillo – spero che
ve ne siano di ponderati – è simile a quello dei bulletti di scuola elementare.
‘Se non la pensi come me non parlare’, è il loro ragionamento. Spiace. Spiace perché
l’idea del M5S c’era. Peccato che non sia attuata a dovere. Peccato che la
democrazia e il libero pensiero non vengano rispettati.
E per questo che io non ci sto. Se
questa è la vostra democrazia, fate pure. E se il mio libero pensiero è
considerato roba da massoni e piduisti, allora, non so che dire. Lo sarò anch’io?
Con tutto il rispetto per le altrui opinioni e la premessa che non mi vedo rappresentato dai signori seguaci del signor B e tantomeno mi sentirò rappresentato dai signori seguaci del comico G, credo che il comportamento del bulletto di scuola elementare è entrato nella politica (quella con la lettera "p" rigorosamente minuscola) con l'avvento di personaggi a dir poco discutibili al termine di quella che tutti comunemente chiamiamo prima Repubblica. Ora la politica è il regno di chi urla più forte e chi crede che i problemi debbano essere solo degli altri..... per questo dico che tra B e G non vedo differenze...... arroganti entrambi nei modi e nelle parole, populisti entrambi e persone che mi fanno venire in mente solo una canzone " Parole parole parole" magistralmente interpretata da Mina e Alberto Lupo.
RispondiEliminaScusate il disturbo e buona serata
Nessun disturbo Paolo. Le critiche costruttive e cortesi son sempre le benvenute.
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