Che ci crediate o no il palazzo
del potere è in fibrillazione. E nulla hanno a che fare le varie vicissitudini
degli ultimi giorni, la ricerca spasmodica di un collegio sicuro per la
prossima tornata elettorale e il protagonismo mediatico che sta contagiando
praticamente tutti gli onorevoli rappresentanti del popolo italiano. Il pomo
della discordia, in questo caso, riguarda un tasto dolente per la politica
italiana e per il suo popolo, stufo di privilegi e sprechi: il finanziamento
pubblico ai partiti.
Nei corridoi di Montecitorio, infatti, c’è molto malumore. A guidarlo un asse trasversale che, al contrario di quanto si possa pensare, sostiene che il finanziamento ai partiti debba essere cancellato del tutto e non ridotto, in modo da dare agli italiani un segnale forte in un momento difficile.
Nei corridoi di Montecitorio, infatti, c’è molto malumore. A guidarlo un asse trasversale che, al contrario di quanto si possa pensare, sostiene che il finanziamento ai partiti debba essere cancellato del tutto e non ridotto, in modo da dare agli italiani un segnale forte in un momento difficile.
“Se abbiamo chiesto loro di
tirare la cinghia, perché non lo devono fare anche i partiti? In che modo
possiamo recuperare credibilità se continuiamo a limare le tranche dei
rimborsi? Oltretutto il testo messo a punto è scritto male e rischia di
alimentare l’antipolitica dei grillini”. Il ragionamento che prevale tra i “frondisti
del finanziamento” è questo. L’intenzione, secondo questo nutrito gruppo di
Parlamentari, che come numero supera di molto l’immaginazione di qualsiasi
antipolitico o scettico, è quella di proporre un modello all’americana, senza finanziamento
da parte dello Stato, dove i partiti sono costretti a ricorrere alle donazioni
dei privati.
Ma chi sono i detrattori del
finanziamento pubblico ai partiti? E’ un asse trasversale che coinvolge
praticamente tutti i gruppi parlamentari. Molti tra questi sono del Pdl e
dell’Idv (non facile crederci, visto l’accostamento politico inimmaginabile) e
si registra anche una discreta presenza di Parlamentari del Pd. Nonostante le
mirabili intenzioni, però, c’è un grosso problema. L’asse opposto, anche questo
trasversale ma minoritario, non ne vuole sapere. E sta facendo di tutto
affinché quei soldi, pubblici, rimangano nelle casse dei partiti. Il
finanziamento è un diritto sacrosanto della democrazia, dicono. Guai a chi lo tocca!
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