11/05/12

Questo è il tempo per aprire il cassetto dei sogni


Questa è l’epoca per rispolverare i sogni che custodiamo nei cassetti della nostra anima. Non prendetemi per pazzo ma in questo periodo incerto, dove i valori sono stravolti, dove la base della convivenza civile è minata, dove il fratello è uno sconosciuto e dove esiste soltanto l’IO, beh direi che è il momento per guardarsi dentro e far prendere aria ai sogni che abbiamo messo in disparte ma mai dimenticati.
Sere fa mi sono trovato a vagare nella ragnatela della programmazione televisiva che, come sappiamo bene tutti, è molto fornita di programmi nati per annientare quel poco di materia
grigia (parlo per me naturalmente) ancora autonomamente funzionante, quando mi sono soffermato su una serie di immagini in bianco e nero nelle quali venivano ritratti operai al lavoro. Cosa c’è di tanto strano? Spiego subito…

Quelle immagini di repertorio riguardavano una fabbrica fondata da tale Adriano Olivetti, quello che viene definito un sognatore, un utopista, un grande imprenditore, capace di portare la piccola azienda di famiglia a competere alla pari con i giganti del mercato mondiale della sua epoca. Ricordiamocelo, un sognatore………! Continuando, volle costruire una fabbrica a misura d'uomo, dove i dipendenti potessero sentirsi parte di un progetto comune e fossero protetti da misure assistenziali a quell'epoca fuori dal comune. Un imprenditore che offre posti, assistenza, istruzione per i figli, oltre a salari maggiori della media, rappresenta una novità assoluta in Italia e uno stimolo molto forte per i lavoratori, i cui risultati produttivi, infatti, si rivelano ottimi.

Ecco allora come si concilia il mio sogno con quelle immagini, oggi per costruire qualcosa sulle macerie che giorno dopo giorno si sono accumulate in anni di individualismo, bisogna riscoprirci parte di qualcosa e non singole unità, riscoprire il fare qualcosa con gli altri che vuol dire farlo anche per l’altro, vedere un collaboratore come un uomo con la sua storia e i sui problemi farà nascere imprese nuove, dove non esista il guadagno del singolo a discapito di tutto il resto, ma la capacità di creare qualcosa di condiviso, magari con qualche amico con cui si sogna davanti ad una birra, e di tentare di investire nell’altro. 
Io lavoro da 27 anni, un lavoro scelto e non di ripiego, ma ora qualcosa di nuovo si muove, il sogno esce dal cassetto, si stropiccia gli occhi, si stira le membra come fossero rattrappite per essere stato per lunghi anni chiuso nella scatola, fare qualcosa di buono insieme agli altri, magari sul modello del buon Adriano, uomo d’altri tempi con valori che ora dovremmo riscoprire. Voglio terminare con l’augurio a tutti i sognatori di realizzare i loro sogni cercando nell’altro quel pizzico di coraggio che a sognatori come me è sempre mancato!

Paolo Metropolitano

3 commenti:

  1. Mi piace ;) complimenti da una sognatrice

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  2. Come ha detto Roberto Benigni "l'unica maniera per realizzare i propri sogni è svegliarsi".

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  3. Anonino (nonchè altro Giorgio), non conoscevo questa bellissima espressione. Grazie!

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