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27/05/12
Veneto a Roma 15 - Alle carrozze, contro Klingon, camion e Romulani!
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venetoaroma
Pubblicato da
Marcello Spirandelli
Roma. Ultima frontiera. Data astrale 2012. Appena uscito di casa (normalmente in una delle seguenti condizioni: ritardo accettabile - serio ritardo -ritardo inaccettabile - ospite in avanzato stato di decomposizione) con lo stesso sguardo amichevole di Predator e l'entusiasmo di un muflone al pascolo, fiuto l'aria e so giá che a separarmi dall'ufficio ci sono diverse entità senzienti che progettano di uccidermi o di ostacolarmi lungo il cammino.
Sono perfettamente attrezzato con qualche salva di male parole per accoglierli. I freni del mio biruote ancora reggono. I nervi sono tesi, preparati a tutto. I movimenti fulminei. Gli occhi vorticano ad una velocità ipnotica. Nessun abitante del pianeta Romolus potrà attentare impunemente alla mia vita.
Innesto il casco. Breve prova motori. La candela deve essere un po' sporca. Il teletrasporto evidentemente rotto. Ecco che mi incrocia il sacerdote: "Pace e serenità!". Deve essere Spock. La frase ci assomiglia.
Pronti a partire. Il percorso si calcola a buche. Prima buca, via del Commercio: 1 minuto. Seconda buca, impatto devastante: via del Foro boario. Stacco asfalto-sampietrini, sotto Piramide. Danni ingenti al reattore. Porta San Paolo: auto in rotta di collisione, seconda auto. Terza sbuca all'improvviso. Il cammino è rapido e deciso. Tutto ok. Finchè.... Finchè ecco pararsi dopo la svolta del Circo Massimo il più grande casino dopo il big ben. Nulla poterono i tassinari Klingon n'è gli Ncc. Navi da guerra al largo dei bastioni d'Orione. Ecco le corriere. Io non so quale mente perversa abbia pensato che questi mastodonti ai confini del centro possano in qualche modo dare beneficio al turismo, come se un gitante avesse tutta questa spasmodica voglia di farsi un aerosol di PM10, e altre povere sottili di ogni natura, comprese probabilmente quelle del pianeta Vulcano (maledetti vulcaniani!). Non esistono forse altri trasporti, se non quegli incrociatori che manovrano in mezzo via del Teatro di Marcello alla velocità di un bradipo zoppo e con la stessa cautela di un elefante africano imbizzarrita? Ma non abbiamo ancora incontrato l'ostacolo più temibile sul nostro cammino. Quello sta per palesarsi.
Eccolo lì che si manifesta, proprio accanto a Palazzo Grazioli, in direzione di piazza del Collegio Romano. Prevedibile come la legge della metafisica di Kir-kin-Tha. Eccolo, il camioncino bianco! Rovina del ritardatario, flagello della Ztl, i camioncini sono la negazione dell'efficienza del trasporto merci cittadino e il paradosso della congestione di un'area che si vorrebbe decongestionata. Ah, che bei ricordi i piccoli Ape Piaggio ronzanti, che si infilavano schioppettanti ma decisi, armati di ferma determinazione, sfruttando ogni pertugio! Che bellezza ricordare Roma di Fellini, i passeggeri in motorino che si avventuravano con delle finestre troppo grandi in equilibrio sulla testa, come donne africane colle loro masserizie! Oggi per trasportare derrate alimentari e anche gli oggetti minuti, se si è fortunati, si trova un Ducato. Nella maggior parte dei casi ecco il camion. Il camion, il camion che si incastra in una stretta curva, il camion che appena trova una bicicletta parcheggiata in un viottolo non ci passa e sbuffa improperi. Il camion che non ti permette il sorpasso e che si piazza in mezzo alla strada a far manovra o ingolfando mezza carreggiata perché gli è naturalmente consentita la doppia fila. Ben dopo il 2000 qualcuno immaginava il teletrasporto. Altri si limitavano a ipotizzare auto volanti. Che penserebbero oggi se ci vedessero circondati da vespe, nuove crome, giuliette e camioncini ad arrancare in Centro Storico schivando quei catafalchi delle auto blu? Almeno Cesare vietò l'ingresso del traffico merci a Roma nelle ore diurne! E i cavalli inquinavano meno!
I giornali ci ricordano che in città si viaggia ad una media di 15 km/h, esattamente come nell'800. Caspiterina, allora altroché Enterprise! Si torni alle carrozze, madame!
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Spronata da un concorso indetto da repubblica, da qualche giorno vado in giro per Roma con la mia fotocamera digitale. Vivere in una città e sentirsi al contempo turista penso che sia una prerogativa tutta capitolina, e me ne vanto. Tutto molto romantico, se non fosse per quelle dannate macchine e quei dannati motorini :( Marcello, condivido tutto...e a quanto hai detto tu...aggiungo il senso assolutamente anti estetico del traffico cittadino. Una bella foto "pulita" , artistica... senza "inciampare" nel pessimo paesaggio automobilistico è un'ardua impresa a Roma, compreso nelle vie di trastevere dove trovo assurdo permettere il transito di qualsiasi vettura! taxi, ncc etc....
RispondiEliminaCara Alessandra, fosse per me io chiuderei la ZTL all'anello ferroviario, predisponendo lì parcheggi di scambio (da non scambiarsi per parcheggi per scambisti siti più in periferia) in cui scambiare e prendere la metro, il bus, il taxi, il calessino, la biga o quei simpatici biruote elettrici a cui bisognerà prima o poi dare un nome. Troppo radicale?
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