27/05/12

Mirabile periodo: che fare per salvare la famiglia?


Rivoltiamo la frase ignorante e distruttiva, sopra riportata, e dichiariamo tutti, all’opposto, che: le doti del genio femminile sono assolutamente indispensabili per l’educazione dei figli dal concepi­mento fino almeno ai 3 anni di età! In questo periodo si formano le fondamenta inconsce della nuova persona, nasce la coscienza, si raggrumano tutti i valori, altro che sprecato il genio fem­minile! Bisognerà rafforzarlo, renderlo più consapevole e ricco di umanità e di fede! L’amore e la dedizione veicolano i contatti e gli scambi tra i due, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, senza ab­bandoni. Riproponiamo allora alle giovani madri la vera maternità naturale contro quella artificiale, pre­ghiamole di affrontare con consapevolezza e serenità la più alta affermazione dei valori femminili che le realizza e le nobilita, ridiamo ad essa la dignità e la grandezza che le sono dovute creando in tutti i modi e in ogni campo, culturale, artistico e sociale, un clima di alta stima sociale, un senti­mento di profonda gratitudine e un’atmosfera di accoglienza calorosa e concreta da parte dell’in­tera società civile e religiosa.

Tutti dobbiamo impegnarci a dare sostegno concreto, gratuito e solidale perché le nostre madri, con il loro eterno processo di transgenerazionalità sono i pilastri su cui poggiano tutti i nostri valori di fede e di civiltà. Esse non possono essere consapevoli del loro grande valore, ma ora sappiamo che a sostenere le basi del mondo sono i loro innumerevoli atti d’amore e di dedizione che creano un accumulo di amore e di altruismo a cui poco possono aggiungere i pur importanti esempi di altruismo forniti dai grandi personaggi e dai grandi santi. Tutte le madri silenziosamente e inconsciamente trasmettono amore, non a parole, ma a colpi di vita vissuta davanti ai loro figli e sono proprio gli esempi di vita che penetrano a fondo e si incidono in modo incancellabile nel subconscio delle nuove creature. Solo questo processo solido e sicuro, sostenuto dal padre, dalla famiglia e dalla società, può far rinascere una vera, nuova famiglia, aperta alla vita e all’amore e renderla formatrice profonda e sicura delle nuove generazioni.

In conclusione è la donna, è la madre, il genio femminile che potrebbe salvarci, ridando basi certe al nostro futuro.

Come fare per diffondere questa buona notizia? Come riuscire a convincere le madri della loro importanza e della loro unicità di educatrici primarie dei nostri bambini? Come sollecitare la società tutta a sostenere concretamente la maternità? Come sensibilizzare le istituzioni civili e religiose ad approntare tutti gli studi necessari a livello sociologico, psicologico , pedagogico per valorizzare al massimo i tesori del Mirabile periodo e per guidare con più sicurezza e competenza le giovani madri?

Il grande problema della famiglia viene ora affrontato solo nei periodi critici in cui emergono le crisi determinate dalla cattiva e superficiale gestione del Mirabile periodo, quindi troppo tardi per poter intervenire con efficacia. L’età dell’adolescenza colpisce improvvisamente le famiglie quan­do i ragazzi sono stati privati delle primarie basi educative e il clima che si forma è di fatto inge­stibile. Come prevenire tutto ciò?

Bisogna rimodellare lo schema educativo attuale reintroducendo l’insegnamento separato per ge­ne­re, magari per una sola ora a settimana, durante la quale si possa chiarire, fin dalla scuola ele­men­tare, quali sono le caratteristiche proprie della maternità e della paternità. Questi insegnamenti non possono essere comuni perché è necessario mantenere un linguaggio impostato sulla serietà e serenità necessari per parlare con tono scientifico, senza scherzi o doppi sensi di tipo televisivo, ine­vitabili in una classe mista.

Tutto potrebbe cominciare già dalla prima elementare impostando un nuovo insegnamento che possa contare sul fatto che le madri lo abbiano già fatto fin dal concepimento, sia pure a livello inconscio. Se non fosse stato fatto, l’insegnante cercherà di coinvolgere direttamente le madri chiedendo loro supporto e consiglio. I corsi così impostati dovrebbero continuare per tutto il corso degli studi fino alla maggiore età. Con questo mezzo si dovrebbe avere la certezza di aver chiarito profondamente la differenza dei compiti assegnati ai futuri genitori che dovranno gestire la famiglia futura, che sarà basata sulla pari dignità dei coniugi nei due diversi ruoli e capaci di svolgere ambedue la loro azione utilizzando le caratteristiche specifiche del loro sesso.

Questo facile intervento dovrebbe servire a chiarire finalmente la grande confusione attuale e la grande ignoranza che provengono da un insegnamento misto che presuppone un ingannevole ugua­glianza dei due generi a livello di accudimento dei nuovi nati. Questo tipo di educazione ridurrà di molto la confusione dei generi, ora in grande espansione, così come tante sofferenze e sterilità.

Lo stesso criterio dovrà essere usato per le classi di catechismo: il supporto religioso proveniente dalla verità rivelata renderà l’insegnamento molto produttivo e profondo e formerà persone, maschi e femmine, più equilibrate e più consapevoli del loro ruolo diverso. Essi fonderanno le loro nuove famiglie ottenendo sviluppo e stabilità perché riusciranno ad abbassare di molto quella moderna competitività interna alla famiglia, che causa tante sofferenze e sterilità. La competitività è stata originata dalla poca stima e dalla pretesa dell’uomo, peraltro errata, di essere più importante e più capace di guidare da solo la famiglia, con metodi autoritari. La giusta reazione delle madri ha determinato di conseguenza, la dimostrazione pratica della superiorità femminile nel gestire la fa­mi­glia e anche il lavoro extrafamigliare, determinando, ovviamente, un aggravamento della situa­zione famigliare.

Questo stato di fatto, carico di tensioni, fa trascurare i figli che subiscono tutte le conseguenze provenienti dall’abbandono psicologico derivante dall’assenza della madre, unica educatrice pre­razionale possibile, ma anche del padre, che non vuole o non può assicurare più il suo appoggio per accompagnare i figli nel mondo lavorativo e nella vita sociale. Il clima ostile che si respira in famiglia, determinato da una competizione snervante, alla fine crea: odio, divisione, separazione, divor­zio e, all’estremo, anche aborto. Una buona impostazione religiosa può addolcire queste lotte dando una più forte capacità di sopportare ingiuste sofferenze, umiliazioni, violenze ricorrendo alla forza proveniente dalla preghiera.

Resta comunque il danno profondo che subiscono i figli perché vivono queste tensioni in modo inconscio. Ogni dissidio si accumula sull’altro e lo rende sempre più pronto ad esplodere senza preavviso e senza ragione plausibile. La buona gestione, anche religiosa, del Mirabile periodo po­trebbe sanare situazioni irrecuperabili.

Abbiamo costatato e descritto la poca utilità di interventi risolutivi nelle età intermedie per la mancata educazione primaria prerazionale che rende i giovani insensibili e incapaci di percepire messaggi educativi. Quale potrà essere un alto intervento utile allo scopo?

Si ritiene di poter individuare un altro periodo, più sensibile e recettivo, in cui valga la pena di agire, sfruttando le energie che vengono accresciute dall’innamoramento prematrimoniale, orga­niz­zando più organicamente gli attuali corsi di preparazione. In questa occasione potrebbero essere inseriti i risultati dei nuovi studi e nuove nozioni capaci di chiarire e valorizzare la grande impor­tanza dell’educazione primaria e inconscia possibile nell’età prescolare.

Studi recentissimi, purtroppo ancora quasi ignorati dalla cultura pedagogica corrente che , forte del suo razionalismo e della sua superbia scientista, considera di carattere secondario e marginale, af­fer­mano e dimostrano invece l’estrema importanza che ha il mirabile rapporto madre-figlio basato su miriadi di messaggi inconsci, di engrammi mnestici, di sentimenti di empatia, che sono stimoli tutti indispensabili, capaci di formare una base educativa solida su cui costruire futuri sviluppi.

Tutto ciò può però avvenire se c’è profondità, consapevolezza e concentrazione amorosa da parte della madre, ovviamente sostenuta e coadiuvata dal padre e da tutta la famiglia allargata. Su questi nuovi semi creativi, mediati e inconsci, si potrebbero impostare corsi carichi di nuovo entusiasmo che infondano negli sposi la consapevolezza di poter svolgere la loro futura azione creatrice, ottenendo risultati educativi profondi che si incideranno nell’anima della loro creatura in modo indelebile. Tutto ciò avverrà se si riuscirà a riattivare seriamente l’antichissimo e ininterrotto processo vitale di tutti i valori della nostra civiltà e della nostra religione. Lo svolgimento attento e responsabile di questo compito, non delegabile certamente nella primissima età del bambino, ri­darà dignità creatrice alla madre, ai genitori e alla famiglia dispensando nobiltà e prestigio.

I corsi potrebbero essere brevi, integrando con questa materia quelli già esistenti, o di durata triennale per chi richiede un approfondimento maggiore con argomentazioni più specialistiche di tipo culturale e religioso, indispensabili per formare coscientemente e seriamente una nuova fa­miglia cristiana al servizio di tutti.

I corsi dovrebbero essere svolti separatamente tra donne e uomini anche per accentuare pratica­mente e visivamente la diversità che c’è e che deve essere assolutamente ridefinita tra il ruolo materno e quello paterno, ruoli ora pasticciati e confusi in programmi di insegnamento misti tra loro, confusi per definizione dal nostro mondo relativista. Corsi specializzati adatti alla psico­logia maschile e a quella femminile saranno seguiti più facilmente e con più serietà evitando alla radice una competitività inutile e degradante!

È chiaro che periodicamente all’occorrenza, i due ruoli si metteranno a confronto per mediare le considerazioni specialistiche, separatamente approfondite, riuscendo con successivi aggiustamenti pervenire alla costituzione di coppie di coniugi, diverse ed originali, che rappresentino un unicum irripetibile basato sull’amore scambievole e la stima reciproca, pronte ad affrontare con entusia­smo la futura vita in comune.

Questo unicum descritto come organismo ideale per impostare ogni tipo di educazione ha la sua validità e la sua sostanza creativa nella successiva mescolanza cromosomica che, in un’atmosfera magica di amore creativo e fertile, li unifica fisicamente oltre che spiritualmente, li educa scam­bievolmente rendendoli pronti ad accogliere con amore l’arrivo del figlio che come terza perso­na­lità autonoma presente è capace di ricondizionare entrambi, di integrarsi con loro arricchendosi vicendevolmente, in un circuito continuo che si ripropone a somiglianza di quello divino trinitario.

Questa è la famiglia vera, questa è la fucina meravigliosa e impegnativa, la sola capace di arric­chire il genere umano. Non lamentiamoci della denatalità numerica ma di quella educativa!

Se questi corsi dessero sostanza all’educazione delle generazioni future potremmo riattivare quella famiglia naturale e religiosa che ha da sempre assicurato la sopravvivenza e lo sviluppo della spe­cie umana.

Per rendere operativo questo programma sarà necessario:

1 - organizzare e far eseguire da specialisti studi accurati per approfondire le conoscenze sulla preziosa fertilità educativa del mirabile periodo;

2 - ricercare e preparare conseguentemente nuovi schemi organizzativi e sostegni culturali a supporto dei vari corsi che dovrebbero iniziare dalle scuole elementari fino alla maggiore età, per poi diventare triennali in preparazione al matrimonio. I suddetti corsi di approfondimento dovreb­bero tenere ben distinte le peculiarità del ruolo materno e paterno;

3 - coordinare i nuovi procedimenti pedagogici sia su programmi d’insegnamento a carattere civile religioso.

4 - svolgere attività divulgativa orientata a valorizzare il particolare apporto educativo della fem­minilità che poi culmina nel prestigio e nella nobile dignità legata alla maternità e, contemporanea­mente, chiarire o precisare il ruolo affidato alla paternità, sostegno e sicurezza della vita fami­gliare;

5 - coinvolgere le autorità civili e religiose a riconoscere apertamente l’importanza dell’educa­zione primaria prerazionale e inconscia onorandone gli operatori familiari nei loro specifici ruoli, assicurandone il sostegno sociale ed economico;

6 - far sì che le madri, al momento del concepimento, siano ufficialmente riconosciute dalla Chiesa come operatrici di un sacerdozio naturale primordiale e, quindi, consacrate e inquadrate in un diaconato speciale impegnato a curare l’educazione primaria dei bambini. Tutto ciò per esplici­ta­re l’importanza e la dignità anche sociale della maternità mediante un rito specifico;

7 - inserire nelle varie funzioni religiose, nelle preghiere dei fedeli, nelle cerimonie e nei vari riti, invocazioni dirette e preghiere destinate a sacralizzare l’educazione primaria famigliare e ad ottenere, per esse, l’aiuto divino.

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