L'annuncio del Vangelo agli aborigeni resta "il cuore della missione della Chiesa australiana", che confida nei giovani ed è oggi impegnata nel difficile compito di "umanizzare e depoliticizzare la questione dell'immigrazione": sono queste le principali sfide dell'evangelizzazione in Australia, tracciate in una intervista all'Agenzia Fides da Sua Ecc. Mons. Mark Coleridge, Arcivescovo di Canberra and Goulburn, in visita ad limina a Roma.
Come procede oggi l'opera di evangelizzazione in Australia?
L'Australia è un paese con grande tradizione di fede cristiana ed anche forte nell'invio di missionari ad extra per l'opera di evangelizzazione. Oggi viviamo una profonda fase di transizione, in cui ai vecchi schemi e alle identità del passato si sostituiscono nuove sfide e nuove questioni. Anche la fede cristiana è in una fase di rinascita. Abbiamo bisogno di una nuova evangelizzazione e di nuova vitalità ed energie nell'annuncio del Vangelo: ci stiamo interrogando su come poterlo fare. Il cambiamento tocca la Chiesa australiana ma anche la società nel suo complesso. Occorre leggere e attingere dal passato, che è stato un tempo di grazia, per proiettarci verso il futuro. Il pericolo è l'introversione, il ripiegarsi su se stessi. Come Vescovi diciamo chiaramente che è tempo di "prendere il largo" per affrontare le nuove forme e le nuove frontiere della missione.
Che ruolo hanno i laici e i giovani in questa fase?
Hanno un ruolo determinante. Molti dicono che i giovani sono "il futuro" della Chiesa. Noi diciamo che i giovani sono "l'oggi" della Chiesa. Le forme nuove di evangelizzazione passano soprattutto attraverso l'opera dei laici e dei giovani. Guardiamo loro come fautori di nuove iniziative e come portatori di nuove energie, nuove idee, nuovo slancio nella missione nel XX secolo.
Cosa può dire della missione fra gli aborigeni?
La missione fra gli aborigeni è da sempre un punto difficile, delicato. La missione è iniziata con i padri benedettini al tempo dei colonizzatori europei. La Chiesa cattolica, nonostante gli sforzi, non è mai riuscita a far fiorire potentemente i semi evangelici piantati nelle comunità aborigene. E' un compito che per noi resta impellente. Ma se le ferite del passato, che esistono fra i bianchi e gli indigeni, non saranno guarite, la questione aborigena resterà sempre un punto dolente per tutta la nazione. La missione fra gli indigeni sarà sempre al cuore della missione della Chiesa in Australia, perché le comunità sono fra le più povere e svantaggiate.
Un'altra sfida importante è quella dell'immigrazione: come la vivete?
L'Australia è stata un paese di immigrazione per oltre 200 anni. Abbiamo una tradizione di accoglienza e ospitalità che è anche frutto della fede cristiana. Questa tradizione sembra oggi minacciata e compromessa dal modo in cui l'Australia sta trattando persone disperate, che vorrebbero asilo. Sfortunatamente la questione dei richiedenti asilo è stata pesantemente politicizzata e questo non aiuta. Come Vescovi diciamo che urge nuovamente umanizzare e de-politicizzare la questione degli immigrati, per essere fedeli alla nostra grande tradizione di ospitalità. (PA) (Agenzia Fides 17/10/2011)
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Immigrazione australiano