20/10/11

Brevettare l'uomo, anche se embrione, non si può: ed abortirlo?

Molti esultano oggi per il doppio successo ottenuto dalla "vita" (non da noi poveri cavalieri per la vita) e proveniente dalla Corte di Giustizia Europea che in poche parole dice queste due cose:
1. Non è brevettabile un procedimento che, ricorrendo al prelievo di cellule staminali ricavate da un embrione umano nello stadio di blastocisti, comporta la distruzione dell'embrione. L’utilizzazione per finalità terapeutiche o diagnostiche che si applichi all’embrione umano e sia utile a quest’ultimo può essere oggetto di brevetto, ma la sua utilizzazione a fini di ricerca scientifica non è brevettabile.
2. Inoltre la sentenza si spinge oltre evidenziando il fatto che «non possa essere oggetto di brevetto neppure l’ottenimento di una cellula staminale al livello di blastocisti (primissimi giorni dalla fecondazione, ndr) che implichi la distruzione dell’embrione».
Quindi l'embrione è vita umana, non brevettabile, sin dal suo concepimento, dalle prime ore!
Esultano tutti, e giustamente, a cominciare dalla Comece (Commissione degli episcopati della Comunità Europea), per passare alle varie associazioni pro life, ai vari parlamentari che si auto definiscono pro life ed arrivare sino ai bioeticisti ed alle persone di buon senso.
Esultiamo anche noi con loro.
Questo vuol dire fermare la scienza e la ricerca?
No! Vuol dire incanalare la scienza e la ricerca verso altre strade, che già ci sono però non vengono percorse per questioni economiche e di comodo: bisogna promuovere campi di ricerca già esistenti e promettenti che possono combinare il rispetto della vita umana con trattamenti efficaci e innovativi per guarire i pazienti.
«Un principio fondamentale della bioetica è che il rispetto della persona umana viene prima delle esigenze della ricerca scientifica» dice Francesco D'Agostino su Avvenire
La Corte Ue dice: poiché qualcuno ha dubbi sulla nozione di embrione, ed è in gioco la difesa della dignità umana, è coerente estendere al massimo questa nozione. I latini dicevano: in dubiis abstine (nei casi dubbi astieniti).
Qui il dubbio è gigantesco, è tra la vita e la morte.
Bene ha fatto quindi la Corte Europea ad astenersi ed a preferire la vita: fosse fatto lo stesso sulle legislazioni europee mondiale contro la vita e per le fecondazioni artificiali, o nelle campagne di diffusione di presunti contraccettivi che altro non sono che abortivi, milioni di bambini in più sarebbero qui ad esultare con noi.
Giorgio Gibertini

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