12/11/11

L'eredità del Governo Berlusconi per chiunque verrà dopo

Chiunque andrà a prendere il posto di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi non troverà una situazione da anno zero. Non dovrà ricostruire dalle fondamenta né il Paese né l’azione di governo.In questi tre anni e mezzo l’esecutivo moderato del Popolo della Libertà e della Lega, sotto la guida del premier, ha innanzi tutto messo in ordine i conti dell’Italia: che oggi – a parte il debito ereditato dai decenni passati – sono tutti positivi rispetto ai partner europei.
Il deficit sarà a fine 2011 al di sotto del 4%, rispetto al 5,8 della Francia: il nostro disavanzo sarà il migliore d’Europa dopo la Germania. Ciò che più conta è l’avanzo primario, il saldo tra entrate e spese al netto degli interessi sui titoli pubblici: l’avanzo c’è già nel 2011 per 13 miliardi. A fine 2014 arriveremo ad oltre 88 miliardi. Soprattutto questo è il cuscino di sicurezza per i Btp , che in queste settimane sono stati attaccati in maniera inverosimile dai mercati: l’Italia potrà comunque e sempre onorare il proprio debito come ha sempre fatto .
Ma nel 2013 avremo anche il pareggio di bilancio, per la prima volta nella storia dai tempi di Quintino Sella, e l’anno successivo un avanzo dello 0,2% del Pil. E questo grazie a manovre per 265 miliardi già attivate tra il 2008 e il 2014, di cui oltre 60 miliardi quest’anno.
A questi risultati hanno contribuito tutti i settori chiave, e tutti i ministeri.
Scuola e Università hanno praticamente completato riforme attese da decenni.
La stessa cosa si può dire per l’impianto della Funzione Pubblica: le linee guida sono state date anche se l’apparato stenta ad adeguarsi.
Il sistema previdenziale è in equilibrio: da noi si andrà in pensione di vecchiaia, uomini e donne, a 67 anni, prima dei tedeschi e molto prima dei francesi che hanno approvato l’innalzamento da 60 a 62 anni ma solo dal 2017.
Il mercato del Lavoro è stato profondamente innovato dando dignità di legge alla contrattazione aziendale, esattamente come chiede l’Europa. Anche qui contro la piazza della Cgil, il ‘no’ del Pd e, da ultimo, gli inverosimili distinguo di Emma Marcegaglia.
Tutto ciò è stato fatto garantendo un tasso di disoccupazione che è al di sotto di un punto e mezzo rispetto alla media della zona euro (8,1% contro 9,6), inferiore a Paesi come Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti. Ed un risparmio e una proprietà privata ai primi posti del mondo.
Auguri dunque e buon lavoro a chi andrà a Palazzo Chigi: che appunto non partirà da zero, e non potrà non tenere conto di ciò che in questi anni terribili (per il mondo, non solo per noi) è stato fatto. Con risultati dei quali andiamo orgogliosi . 
Di Paolo

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