Natale 2011, sicuramente lo ricorderò per tanto tempo. Non credevo di dover vivere anche io un Natale così. I miei nonni qualcosa del genere mi avevano raccontanto, è capitato anche a me viverlo tristemente. Un natale vissuto senza alcuna preparazione, un Natale vissuto nei peggiori dei modi, senza alcun dubbio. Mi occupo di sociale e da mesi corro dietro alle oramai irrisolvibili difficoltà legate alla politica e alla economia, giornate intere a discutere ed esprimere le proprie opinioni su cosa e come fare, quasi come se il nostro pensiero fosse preso in considerazione. Invece mi viene da dire che proprio quello che pensiamo e diciamo, ora più che mai non è affatto considerato …..il contrario viene realizzato. Giornate a intere a discutere su quale può essere la soluzione migliore per i nostri tanti problemi. Giornate intere a discutere e ricevere decine e decine di persone che vivono in difficoltà, che hanno perso il posto di lavoro, queste persone, più di me ricorderanno il Natale 2011. Persone alla ricerca di una piccola speranza, di una semplice promessa che per molti oggi risulta di un valore inestimabile. Sì, proprio così: una parola detta, una promessa può far riscoprire un sorriso perso forse già da tempo. Giornate intere a discutere e sostenere le persone in difficoltà, con un futuro sempre più nero, senza garanzie, senza aiuto e forse senza alcun sostegno di ogni genere. Giornate intere a discutere e rincorrere gli enti, gli uffici, le banche; giornate intere nella tristezza e nello stress più assoluto . Incredibile. Vivo una città che a 6 giorni dal Natale ancora non riesce a dare un cenno dell’evento. Strade buie e vuote senza una sola lampadina, senza un presepio, senza un albero di natale, anzi l’unico albero di Natale è quello della caserma dei carabinieri che non manca mai ed è sempre più bello (per fortuna). E nel periodo dove siamo chiamati ad essere tutti più buoni, dalle mie parti sono più "incazzati" del solito: commercianti, giovani, anziani sul piede di guerra per quello che risulta il periodo peggiore. Per noi il Natale è ancora più triste e freddo senza gli addobbi. Giornate intere a rincorrere, insomma, tutto quanto di peggio si possa pensare per un imprenditore sociale che vive in una delle sette grandi nazioni del mondo. Non sono affatto esagerato ma oggi è proprio così che vivo. Dopo queste lunghe giornate stressanti e tristi, finalmente verso sera forse (dico forse) riesco a rientrare a casa. Sì, a casa mia tra le mie quattro mura. Per fortuna ho una casa carina e accogliente, dove ritrovo finalmente il mio Natale. Si perché quando sono a casa vivo il Natale. La mia famiglia è il mio natale, mi rendo conto sempre più che in famiglia è Natale tutto l’anno. Albero, presepe, addobbi, i bambini che mi salutano, che mi sorridono, che mi abbracciano:quando entro in casa percepisco che siamo veramente a Natale. Poche ore, il tempo della cena, di qualche gioco, di qualche richiamo ai bimbi che non manca mai, e poi tutti a letto. E mi accorgo che a casa mia è Natale anche quando dormo, nei miei sogni, tra il calore della moglie e dei figli: si, anche quando dormo mi accorgo che siamo a Natale.
Rino di domenico
Lo dicevo io che il Natale non è una festa così gioiosa come troppo spesso ci vogliamo imporre! La gioia ovviamente c'è e traspare bene nel racconto di Rino...ma c'è anche tanto dolore, tanta sofferenza! Mi piace che ci distinguiamo anche in questo, qui su Frews. Ringrazio Rino per la bella e toccante testimonianza.
RispondiEliminaSono d'accordo in parte con quanto sostenuto dall'amico Rino. Da una parte ha ragione quando dice che il Natale è in famiglia, dove è Natale tutto l'anno. Il Natale , infatti, secondo me, è più uno stato d'animo che può riguardare sia chi è credente che colui il quale è agnostico se non addirittura ateo. Il Natale è speranza per il credente, ed è un momento di riflessione per gli altri. E come tale ben si addice con la famiglia, che è sia luogo di riflessione che luogo di speranza. Non sono concorde con la piu o meno latente rabbia che pervade il post di Rino. La rabbia è sempre un sentimento negativo che mal si addice a qualsiasi giorno del'anno...figuriamoci a questo periodo. SI è vero, le strade sono vuote, non ci sono luminarie, si fanno meno acquisti. Ma questo non è forse un bene per chi è credente? Il Natale è l'anniversario della nascita di Cristo e quante volte abbiamo sentito il prete predicare maggiore morigeratezza ed umiltà in questi giorni? Ecco ora sta accadendo. Per chi è religioso si concentrasse di piu sull'aspetto santo del natale, sul significato reale di questo evento. E per chi non ha un sentimento religioso poco cambia rispetto alla restante parte del'anno. La rabbia non serve. La delusione non serve. Prendiamo il periodo per quello che è. Dobbiamo salvare la nostra Italia, che tra corruzione, spinte secessionistiche, e quant'altro è veramente malmessa. Dobbiamo essere ottimisti. Gli italiani hanno preso coscienza che il loro paese (che oramai non figura piu tra i 7 piu importanti)è malato...gravemente malato. Quindi per me va bene anche un Natale sottotono nell'aspetto dello sfarzo delle luminarie e dei consumi , ma che sia un momento di riflessione e di riposo (soprattutto mentale) prima di affrontare le sfide che si profilano per l'anno nuovo. Quindi va bene il Natale in famiglia, ma va meglio il Natale dentro di se. Quello è il vero luogo di festeggiamento.
RispondiEliminaNon c'e' che dire,bella riflessione.E al di la' che si creda o no,mi piace pensare,che paradossalmente questo Natale,triste nella vita di tutti i giorni,rimanga un momento che dia Speranza.Si racconta da parte dei nonni che hanno vissuto la guerra,che quei Natali erano dolorosi e pieni di miseria,ma che nella solidarieta' e negli affetti,si trovava la forza del condividere,il Natale.Ora facendo le debite proporzioni,siamo anche noi in un periodo cupo e di miseria,ma non solo,in senso economico (il vil denaro),ma in senso del sociale.L'egoismo e le individualita' hanno preso il sopravvento,fatte le dovute eccezioni.questo e' quello che ora pesa di piu',che rattrista,che fa pesare come un macigno le difficolta'.Ma la speranza e' che attraverso la fase del "toccare il fondo",si trovi la forza per risalire,trovare la forza per lottare,per quei valori per i quali i nostri nonni e i nostri genitori hanno lottato,pagando a caro prezzo ogni piccola conquista.Quindi con le nuove generazioni, che se pur ostacolate,da mille fattori,si puo' e si deve lottare per un futuro migliore.Fatto di solidarieta',rispetto,condivisione.Lo dobbiamo,per noi,per i nostri figli,e per le generazioni future!!!La forza viene per esempio,dal nucleo degli affetti.Chi meglio della Famiglia puo' farci riflettere che se non si lotta insieme,non si andra' molto lontano?quindi la speranza di un futuro migliore puo'rivitalizzarsi con l'avere alle spalle la cosa piu' preziosa che abbiamo,gli affetti e l'Amore della propria famiglia.E che questo sia l'Augurio piu' bello che ognuno di noi possa ricevere. Buon Natale. Alfonso.
RispondiEliminaSe faccio un giro in un centro commerciale non mi sembra che sia un Natale così sobrio come sostenete voi. Che ci sia qualche famiglia in difficoltà è un dato di fatto ma la maggiorparte delle famiglie, per lo meno qui dalle mie parti (al nord), riempiono i carelli a dismisura! I nostri nonni trascorrevano un Natale ben diverso, almeno per il momento, non c'è ancora proprio paragone!
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