20/12/11

Spettegolare: che passione! Ma se cominciassimo a parlare bene?

Spettegolare, che passione! A chi non piace fare un po’ di gossip, possibilmente malignetto, su vicini, amici, conoscenti, personaggi dello spettacolo e – visto i tempi che corrono – anche sui politici? Parlare male degli altri ci fa stare bene. Ci procura, con sottile sadismo, un senso di rivalsa nei confronti del mondo. Giovanna ha avuto più fortuna di me? Maria ha un marito più premuroso del mio? Enrica ha una casa più bella della mia? Le ripago con un po’ di maldicenze. Così imparano.
Così, almeno, sembra. Sembra che sparlare degli altri ci aiuti a vivere meglio. Ma è davvero così? Mi permetto di dubitarne.
Parlar male degli altri ci fa concentrare sul negativo negli altri. Il loro, come in noi, c’è il bene e il male. Cerca il bene e lo troverai. Cerca il male e lo troverai. Ci sono, è vero, in cui l’uno o l’altro aspetto sembrano prevalenti. Ma l’uno non esclude mai completamente l’altro. Se ti focalizzi sul bene lo trovi. Negli altri. E, di conseguenza, in te. Mentre se ti focalizzi sul male accade l’opposto. Lo trovi negli altri. Ma anche nel tuo animo.
La sensazione di piacere crudele che provi dentro di te ti si ritorce contro. E’ energia negativa. Ti mette in primo piano il male. Nel prossimo. Ma anche nel mondo in genere. E quindi anche in te stessa, visto che ne fai parte. Non puoi razzolare nel fango senza infangarti. Non puoi parlare o ascoltare negatività senza provare sensazioni negative. E senza abituarti a vivere in un mondo negativo. Al punto che, dai e dai, il brutto ti sembra normale. E’ come stare costantemente nella puzza: dopo un po’ il naso si abitua e non te ne accorgi più.
Concentrarsi costantemente sulle magagne degli altri è anche auto assolutorio. Pensi che così fanno tutti, quindi puoi farlo anche tu, che diamine! Perdi il confine tra il bene e il male. Non ci sono più il bianco e il nero. Ma solo un grigio indistinto.
Altro punto: chi sparla degli altri con te, alle loro spalle, sparlerà di te con gli altri, alle tue spalle. Diventa un’abitudine. Qualcosa di naturale. Fai del male, agli altri e a te stesso, senza nemmeno rendertene conto. Perdi la capacità di cogliere il bene, vedi male dappertutto. E il mondo ti sembra più brutto. Quello che il poeta Giovanni Pascoli chiamava “un atomo opaco del male”.
Il mondo è male. Ma è anche bene. Né i torbidi parenti di Sarah Scazzi, né gli scintillanti esempi di chi dedica la vita al prossimo sono eccezioni. C’è un po’ di scuro e un po’ di luminoso in ciascuno di noi. Conviene lasciar perdere il male. E cercare il bene. E’ come uscire dalle tenebre. E accendere la luce nel nostro cuore. Soprattutto ora che viene Natale.
Mario Furlan 

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