14/01/12

IL GIORNO PRIMO E L’OTTAVO/7. Le misteriose possibilità aperte da Dio.


Nei primi giorni dell’anno ho avuto occasione di riflettere su una cosa, mettendo insieme due tipi di esperienze che ho incontrato.

La prima riguarda due donne. Entrambe madri che si sono trovate a dover portare avanti da sole la loro maternità e che hanno deciso di farlo, nel senso che non ci hanno messo solo l’inerzia di chi sente di non poter fare diversamente, ma lo hanno voluto fare, per amore.
Sara ha oggi più di 50 anni e una figlia grande, la cosa più bella che abbia nella vita, dice. Ha un po’ di rabbia dentro, ma mi ha detto quanto la fede l’abbia sostenuta: una vera conversione, avvenuta...
quasi in concomitanza con l’inizio della maternità, è stata come un amore che l’ha accompagnata in silenzio.
Stellina, invece, mi ha scritto un biglietto con pochissime parole: “Oggi ho iniziato la mia sessione d'esame e il primo esame l'ho superato! … Posso dire d'essere partita con il piede giusto, nessuna fuga, nessuna bocciatura, abbastanza soddisfatta”. Tutto questo mentre cresce la sua bambina e cerca di imparare ad educarla. Che slancio, che determinazione: assolutamente commovente, quasi impossibile per il mondo in cui ci troviamo, facile a prendere ben altre scappatoie! Ma pure gracile.

Mi son chiesto: da dove viene, per queste e per tante altre donne, o per persone in situazioni tendenzialmente limite, l’energia per andare avanti? cosa è che sostituisce quella presenza che manca, quella soluzione tanto desiderata eppur assente? Può essere il sogno? O la fantasia? O l’attaccarsi ad un ricordo? O l’indurire la volontà? O la rassegnazione?

All’inizio dell’anno ho fatto alcuni giorni in preghiera in una casa dove c’era una decina di giovani attorno ai vent’anni, i quali, nel silenzio e nella concentrazione di preghiera e studio, si interrogano sulla volontà di Dio circa la loro vita. Non hanno cellulari, né televisione; usano poco i computer e navigano ancor di meno. Si danno una disciplina. Il tutto lo fanno per poter aver più occasione, tempo, concentrazione, libertà interiore di stare davanti all’Amore dal quale han compreso di essere stati amati. Lì, soprattutto, cercano di maturare questa cosa: una risposta di amore per rispondere all’Amore. E si rendono disponibili a fare la stessa cosa che ha fatto Dio: stare silenziosamente dentro le pieghe della vita degli uomini e riparare le loro sofferenze esercitando il loro amore. Generosamente, si stanno preparando a questa vocazione silenziosa e potente!

Mi hanno commosso Sara e Stellina. Mi hanno commosso questi giovani. Ma ho potuto pensare, con sommo realismo, che c’è un legame profondo tra gli uni e gli altri. Non si chiama “energia” e non ha niente di New Age o sentimentalismo: si chiama Amore di Dio, che è Dio e che è da Dio. Non è nemmeno un legame diretto tra gli uni e gli altri: è più un travaso, dagli uni agli altri, che passa per Dio.

All’amore di Dio possono attingere Stellina e Sara: non le deluderà perché più potente delle loro normali fragilità. Prendendone, potranno sentire qualcosa di più della rassegnazione e della volontà dura: possono rinascere ad un senso di pienezza. Ma all’amore di Dio si può pure contribuire: non necessariamente facendo qualcosa di concreto, bensì limitandosi a vivere in umile gratitudine per l’amore ricevuto. Così a Dio potrà risultare più “leggero e facile” arrivare là dove Egli ritiene che c’é bisogno.

Sapevo dell’amore di Dio. Ma è sorprendente scoprire con quali modalità gli uomini ne possono godere e pure partecipare!

Don Alberto

3 commenti:

  1. Non sono sogni o ricordi a dare la forza,è la maternità stessa!Quando crei la vita,senti di aver compiuto un miracolo tu stessa e che puoi farne altri,come crescere un figlio da sola.Nel 2007 ho vissuto il suicidio di un famigliare malato e solo la nascita di mia figlia mi ha permesso di tornare a credere nella vita.

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  2. Non sono una madre e non vorrei dire una eresia. Sono prete da un tempo sufficiente per aver visto che non tutte le madri naturali riescono a diventarlo pure spiritualmente: quanti sono i figli che si sono sentiti non-amati in un modo assolutamente reale e quante donne hanno preferito sbarazzarsi del figlio con l'aborto che tenerlo. E' per questo che, pur conoscendo la forza della maternità, credo per la verità che sotto debba esserci qualcosa d'altro, qualcosa che fa la differenza anche tra le donne, tra le madri... Cosa può essere, Francesca?

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  3. Di preciso non lo so e temo di dilungarmi troppo nel risponderle.Ma credo sia un mix:l'amore che si sente di ricevere da Dio e l'amore che si riceve dalla propria famiglia.Almeno nel mio caso suppongo che sia così.Io ho una mamma che in passato ha fatto la fame davvero,eppure non l'ho mai sentita lamentarsi di questo e passa la vita tra figlie,nipotina e lavoro.Non è mai stata sdolcinata ma mi ha insegnato che per i figli si fa tutto.Così,io che mai avrei rinunciato alla palestra,a comprarmi un capo di abbigliamento che mi piaceva,neanche me ne accorgo della loro mancanza.Con questo non voglio paragonarmi a donne che hanno la straordinaria capacità di crescere un figlio da sole,forse hanno un altruismo superiore alla norma o forse sono semplicemente madri dentro.Conosco una ragazza ricca,figlia unica che non ha esitato a buttare via un figlio più per egoismo che per altro.Quando tempo fa l'ho rivista era perfetta,bellissima,curatissima,sembrava una diva anni'70.Non ho dubbi che sarebbe stata ancora più bella se avesse tenuto per mano quel figlio di ormai quasi 4 anni.Poi incide la forza che ti dà il Signore.Ho perso un figlio un mese prima di restare incinta di questa e quando è arrivata lei,dubitavano tutti,medico e analisti,che la gravidanza sarebbe proseguita.Io mi ricordo quel giorno,quel preciso tratto di strada e il mio dialogo con Dio.Ho capito che mi stava mettendo alla prova:se avessi avuto Fede e creduto nel mio bambino,da quel momento Lui mi avrebbe permesso di essere mamma.Non le dico con quanta ansia ma fiducia cieca aprivo la busta con l'esito della crescita dell'ormone della gravidanza!

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