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21/01/12
Intervista al giovane e bravo artista Giuseppe Velardo
Incontriamo Giuseppe Velardo artista ventottenne di Mariano Comense.
Giuseppe, tu hai iniziato a dipingere all’età di 14 anni e sei completamente autodidatta visto che non hai nessuna formazione artistica, dipingi quasi seguendo il tuo istinto. Come hai sviluppato il tuo interesse verso la pittura?Da adolescente disegnavo, ma ho iniziato ad usare i pennelli dopo i vent'anni. Mi è sempre piaciuta la pittura, ma ciò che mi ha dato la spinta ad iniziare a dipingere (oltre alla mia ragazza) è stato un quadro di Caravaggio, "Narciso", visto dal vivo anni fa. Volevo soprattutto vedere se ero in grado di trasmettere emozioni, sensazioni su tela. Nel mio piccolo ovviamente.
Come hai maturato il tuo stile? Com’è avvenuta la ricerca che ti ha portato a svilupparlo?Ho impiegato almeno un paio d'anni ad avere le idee abbastanza chiare, ho buttato molti lavori che non mi soddisfacevano. L'unico punto fermo sono sempre stati i soggetti dei miei lavori, la figura umana, che è l'unica cosa che fino ad oggi mi ha interessato e la mia tavolozza di colori è sempre stata limitata per scelta e per gusto. All'inizio cercavo di dipingere soggetti il più fedele possibile alla realtà, poi ho iniziato a sfigurare, a deformare, a seguire più il mio istinto. Ma mi sono reso conto che più si cerca di sfuggire alla realtà dura e cruda e più ci si ricade. Ora cerco di dipingerla, nei suoi pochi pregi e nei suoi mille difetti.
Nelle tue tele prevalgono i toni scuri. In molti casi i soggetti rappresentati sembrano emergere dall’ombra. Ci spieghi questa scelta?Cerco di esprimere solitudine, frustrazione, irrequietezza, una continua ricerca di "qualcosa". Penso che smetterò di dipingere soggetti simili, con quei toni, quando avrò trovato quel "qualcosa".
Il tuo artista preferito è Francis Bacon, quanto ha influenzato il tuo percorso? Quali sono le sue opere per te più significative?Penso che Bacon, nel campo delle "emozioni" non ha eguali, è irraggiungibile e inimitabile. Quando l'ho scoperto ho subito provato una certa affinità coi suoi lavori, dove emerge anche lì la realtà, senza trucchi e ipocrisie. Direi che mi ha abbastanza influenzato. Mi piacciono molto i suoi autoritratti ma secondo me la sua opera migliore è "Three studies for figures at the base of a crucifixion", un trittico dalle forti emozioni.
Alle spalle hai qualche collettiva e una sola personale, perché sei così restio a esporre le tue opere? Hai in programma qualche mostra per il futuro?Semplicemente perchè non mi sento mai pronto, vedo sempre qualche difetto nei miei lavori, c'è sempre qualcosa da migliorare. Penso che mi farò avanti quando sarò pienamente soddisfatto di quello faccio, sperando non sia troppo tardi.
Nel 2011 mi sono solo concentrato a "produrre", ma quest'anno vorrei iniziare a esporre di più, sperando di trovare gli spazi.
Sara Citterio
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